lunedì 3 dicembre 2007

RITRATTO DI RY COODER


Nella foto: Ry Cooder

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un post di "riascolto",ove si accennava al determinante contributo dato da Ry Cooder alla colonna sonora del film "Streets of Fire".
Molti di voi ci hanno scritto,chiedendoci di approfondire la figura del musicista:
eccoci a voi..!

Ryland Peter Cooder(noto come Ry ),nasce il 15 marzo del 1947 a Los Angeles.
Talento indiscusso e versatile della scena roots-rock (e non solo), chitarrista sopraffino, esploratore curioso delle musiche del mondo, Cooder inizia a suonare professionalmente all’età di 17 anni.
Dopo una collaborazione con Taj Mahal (con cui forma i Rising Sons) e una breve militanza nella Magic Band di Captain Beefheart (il disco è SAFE AS MILK), il musicista si fa notare per una serie assai apprezzata di session di studio che includono la partecipazione all’album dei Rolling Stones LET IT BLEED e collaborazioni con artisti del calibro di Eric Clapton, Randy Newman, Gordon Lightfoot, John Lee Hooker e Little Feat.
Nel 1970 Cooder pubblica un ottimo album di debutto seguito dall’ancor migliore INTO THE PURPLE VALLEY.
Il desolato BOOMER'S STORY (che rievoca le musiche della Grande Depressione americana) completa la prima trilogia dedicata alla musica americana delle “radici”, mentre è del 1974 il primo capolavoro, PARADISE AND LUNCH.
Seguono altri eccellenti lavori come JAZZ, CHICKEN SKIN MUSIC (dedicato alla musica tex mex), BOP TILL YOU DROP (il primo disco rock inciso in digitale), ma anche colonne sonore come THE LONG RIDERS (1980), STREETS OF FIRE (1984), ALAMO BAY (1985), CROSSROADS (1986) e il celebrato PARIS, TEXAS (1985) per l’omonima pellicola diretta da Wim Wenders.
GET RHYTHM, del 1987, è a tutt’oggi il suo ultimo album da “solista” rock, mentre è del 1992 l’estemporanea avventura dei Little Village, supergruppo costituito insieme a Nick Lowe, Jim Keltner e John Hiatt. Dopo una splendida collaborazione con il chitarrista del Mali Ali Farka Toure ,
per l’album TALKING TIMBUKTU (che vince un premio Grammy) arriva inatteso, nel ’97, il grande successo internazionale del Buena Vista Social Club, celebrazione (a dispetto dell’embargo USA) della musica leggera cubana tra gli anni ’50 e ’60, che – grazie a Cooder e all’omonimo documentario girato ancora da Wenders – regala popolarità mondiale a musicisti come Compay Segundo e Ibrahim Ferrer.
Del gruppo fa parte anche il chitarrista Manuel Galbán, già con i Los Zafiros, che con Cooder pubblica nel 2003 un album di mambo e chitarre elettriche, MAMBO SINUENDO.
Il progetto successivo, costato tre anni di lavoro e di ricerche e un notevole impegno finanziario personale, riporta il chitarrista a Los Angeles , a riesumare una storia vera degli anni ’50: quella del quartiere chicano di Chávez Ravine sfollato e spianato dai bulldozer per far posto al nuovo stadio di baseball dei Brooklyn Dodgers.

Al vivacissimo affresco musicale tra tex mex, mambo, rumba, exotica e r&b (utilizzato come colonna sonora per un documentario televisivo sul medesimo argomento) contribuiscono alcuni dei più importanti musicisti “chicanos” dagli anni ’40 ad oggi: Lalo Guerrero, Don Tosti (entrambi scomparsi nel frattempo), Flaco Jimenez, le sorelle Arvizu, Little Willie G dei Thee Midniters e David Hidalgo dei Los Lobos, con l’aggiunta del pianista jazz Jackie Terrasson.
Altri grandi musicisti (tra cui il trombettista Jon Hassell, il pianista e arrangiatore Van Dyke Parks, il leader dei Chieftains Paddy Moloney e i fratelli Mike e Pete Seeger, icona del folk di protesta recentemente omaggiato anche da Springsteen), partecipano alla realizzazione di MY NAME IS BUDDY, disco/fiaba sonora ispirato alle peregrinazioni di un gatto vagabondo sullo sfondo della Grande Depressione degli anni Trenta, che riporta Cooder sulle strade del folk americano per parlare di lotte sindacali, povertà e ingiustizia sociale, temi oggi come allora al centro del dibattito politico e del conflitto sociale.


Cooder usa molto di rado il plettro: a questo proposito, ha affermato di voler sentire le dita che sfiorano le corde.
A Cooder è riconosciuto il primato di miglior chitarrista slide del mondo.

La rivista Rolling Stone gli ha attribuito l'ottavo posto nella classifica dei migliori chitarristi di sempre.

Usa sempre una Fender Stratocaster con pick-up Oahu.
Attualmente, secondo il suo liutaio Rick Turner, usa come chitarra acustica una Gibson Roy Smeck degli anni '30; possiede ancora oggi una Martin 000-18 del '50, che Turner crede abbia usato per registrare "Theme From Paris, Texas".

A Cooder, benché il suo genere principale sia il folk americano, è stata sempre riconosciuta l'incredibile capacità di passare con estrema facilità da un genere all'altro della musica cui si dedica: tra questi la musica hawaiana, la musica dei nativi americani, il jazz (soprattutto quello della prima metà del XX secolo), il blues, il canto gutturale di Tuva, il calypso

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