venerdì 21 dicembre 2007

IL ROMANZO DI GARCIA MARQUEZ DIVENTA FILM

L’amore ai tempi del colera

Viaggio avvincente, sensuale e complesso nel cuore più profondo dell’amore



Che un romanzo e il suo adattamento cinematografico siano due cose diverse e indipendenti anche se trattano lo stesso argomento, è risaputo: le due opere si esprimono attraverso linguaggi differenti e vanno giudicate come prodotti artistici a sé stanti. Questo vale, ovviamente, anche per L’amore al tempo del colera, diretto dal regista inglese Mike Newell (Harry Potter e il calice di fuoco, Quattro matrimoni e un funerale) - adattato dallo sceneggiatore Ronald Harwood (Oscar per Il Pianista) - e tratto dall’omonimo romanzo di Gabriel García Márquez (Premio Nobel per la letteratura nel 1982), il grande ‘Gabo’ di cui non staremo qui a tessere le lodi.
Una cosa però possiamo dirla a proposito del film, ed è che Newell, pur confezionando una pellicola di tutto rispetto, non ha saputo trovare la strada giusta per dare alle immagini il lirismo e la forza delle parole del grande scrittore colombiano.

Si racconta qui dell’innamoramento fulmineo ed irriducibile di Florentino Ariza (Javier Bardem) per la bella Fermina Daza (Giovanna Mezzogiorno) che gli appare da una finestra della villa dove vive con suo padre. Florentino è un impiegato del telegrafo ma è anche un poeta, dotato di una sensibilità non comune che legge nello sguardo languido di Fermina il segnale dell’amore eterno. Dopo alcune lettere segretamente recapitate all’amata e lunghi giorni di sofferenze amorose, finalmente Florentino ha la risposta che aspettava: Fermina lo ama ed accetta di sposarlo. Ma siamo alla fine del ‘800 e in quell’epoca le donne erano spesso proprietà del padre prima del matrimonio, e del marito a nozze avvenute. Ed è così che Lorenzo Daza (John Leguizamo), padre di Fermina, si oppone alle scelte della figlia. Si è trasferito a Cartagena, la città colombiana teatro della vicenda, proprio per trovare per lei uno sposo di rango, e non intende maritarla con un insignificante telegrafista. La obbligherà quindi a sposare il facoltoso dottor Juvenal Urbino (Benjamin Bratt) che ha battuto l’epidemia di colera che infestava la città.

Florentino è prostrato dal dolore ma non dispera, sente che Fermina sarà sua ed è disposto ad aspettare anche tutta la vita.
La sceneggiatura di Ronald Harwood non riesce però ad andare oltre un racconto fin troppo fedele alla trama del romanzo. La fotografia rende bene il periodo storico; buone le scenografie e la scelta delle locations (tutte in Colombia e proprio a Cartagena). Gli attori ce la mettono tutta e va segnalata la prova di Giovanna Mezzogiorno che, oltre a recitare con misura ed efficacia, riesce a restare bella anche con addosso il trucco che la invecchia magnificamente perfino nelle inquadrature dove appare nuda.
Il cast stellare vede anche l’attrice Catalina Sandino Moreno (Maria piena di grazia), Hector Elizondo (Pretty Princess, Pretty Woman), Liev Schreiber (The Omen), Fernanda Montenegro (Central do Brasil) e Laura Harring (Mulholland Drive).

L’amore al tempo del colera non è solo una bella storia d’amore; il romanzo, infatti, esplora le esperienze vissute da una serie di personaggi complessi le cui vite si intrecciano in una città senza nome durante mezzo secolo di intensi cambiamenti, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Nel suo complesso, ne è stato tratto un buon film, anche se sembra che qui i realizzatori abbiano avuto paura di volare alto…

Nelle sale dal 21 dicembre distribuito da 01 Distribution in 207 copie.

Curiosità:
* La superstar musicale colombiana Shakira ha dato il suo contributo al film con delle canzoni originali.

* Sebbene García Márquez inizialmente fosse riluttante a cedere il suo romanzo per un adattamento cinematografico in lingua inglese, il produttore lo ha convinto grazie alla sua passione e alla sua volontà indomabile, che alla fine gli hanno permesso di ottenere la benedizione dell’autore.

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