venerdì 30 novembre 2007

I QUEEN CONTRO L'AIDS




I Queen e Paul Rodgers hanno annunciato di aver realizzato una nuova canzone per il 46664 di Nelson Mandela, organizzazione che si batte contro l'Aids.
Lo storico cantante e leader della band, Freddie Mercury, morì il 24 novembre 1991 proprio a causa di questa malattia

Il brano, scritto da Rodgers, s'intitola "Say It's Not True ", sarà scaricabile gratuitamente sabato 1 dicembre dai siti www.queenonline.com, www.46664.com, www.46664global.com, queenpluspaulrodgers.com e www.paulrodgers.com.

THE PIRATE BAY

Last.fm e Pirate Bay


Qualche anno fa, quando la masterizzazione domestica dei cd divenne un fenomeno piuttosto comune, saltò subito all'occhio la strana posizione della Sony.
Da un lato, il colosso giapponese aveva legami con il mondo discografico (tramite la divisione Sony Music) e cioè con chi considerava i cd masterizzati nient'altro che pirateria. Dall'altro, la stessa azienda irrobustiva i suoi bilanci con le vendite di masterizzatori e cd vergini.

Oggi con Internet questi conflitti d'interesse si sono moltiplicati, spesso anche involontariamente. La natura ibrida del mezzo, che si sviluppa grazie a incroci di diverse tecnologie e servizi, e le sempre più frequenti acquisizioni e partnership hanno allargato quella zona grigia nella quale "legalità" e "pirateria" entrano in contatto, si fondono e non sono più agevolmente distinguibili.
L'ultimo esempio arriva da The Pirate Bay, forse il più famoso avamposto pirata su Internet, il tracker svedese che fornisce ai suoi utenti i link attraverso cui scaricare musica, film, software tramite la tecnologia BitTorrent.
Da ieri il sito ha adottato sulle sue pagine gli strumenti di informazioni e streaming musicale della comunità di Last.fm. Ogni volta che si cerca un contenuto musicale e che il sito riesce a riconoscere l'artista o la band, l'utente ottiene la possibilità di accedere ad una pagina con informazioni biografiche, discografia e un player sul quale può ascoltare in streaming la canzone dell'artista in questione.

Grazie a Last.fm, insomma, The Pirate Bay ha migliorato il suo servizio. E grazie a The Pirate Bay, il marchio Last.fm diventa sempre più conosciuto.
In realtà, su Internet il meccanismo non ha niente di rivoluzionario.

The Pirate Bay non ha dovuto chiedere il permesso a Last.fm. E' proprio Last.fm che offre questa possibilità a qualsiasi altro sito e blog.
E' il mondo degli API, dei widget, degli "embed", dei siti ibridi che ,al loro interno ,possono trasmettere video e streaming presi da diverse fonti.
In questo modo le realtà di Internet si diffondono, si sviluppano, crescono assieme, con il contributo sempre più rilevante degli utenti stessi. A tal proposito, Google è una maestra: pensate a cosa lascia fare con le sue Google Maps o con i video di YouTube.
Il parallelo con il caso della Sony e dei cd masterizzati è semplicemente legato alla proprietà Last.fm.
Sei mesi fa, il sito è stato acquistato dalla CBS, uno dei principali network tv americani. E( come ricorda il sito inglese The Register), CBS ha diverse operazioni in comune con altri grandi gruppi dell'entertainment: per esempio Warner, tra i nemici più acerrimi di The Pirate Bay.
Da un lato, quindi, i media tradizionali proseguono nella loro disperata battaglia contro chi insidia il sistema classico del copyright. Dall'altro, quasi inevitabilmente, collaborano al consolidamento del Web e della sua innovativa piattaforma di fruizione e gestione dei contenuti.

BIELLI E SCHIFANO CONTRO L'AIDS

In occasione della Giornata mondiale della lotta all'aids, la galleria "Monserrato Arte 900" di Roma ospitera', dal 1 al 7 dicembre, un'installazione di Paolo Bielli dal titolo "Pelle". Nella mostra sara' presente anche un video di Marco Giuseppe Schifano.

Bielli allestisce uno spazio "pericoloso": il visitatore viene introdotto in un ambiente il cui pavimento e' ricoperto da una distesa di coltelli, schermati da un foglio di cellophane. La metafora del contagio si fa spazio da abitare, uno spazio non accogliente, inquietante. L'installazione fa leva sulle paure profonde dell'essere umano, attraverso un linguaggio artistico non neutro, ma profondamente situato all'interno di un sentire contemporaneo: lo specifico punto di vista gay dell'artista riesce, in virtu' di un coinvolgimento totale del pubblico nell'opera d'arte, a farsi messaggio universale sulla fragilita' umana, sulla solitudine del vuoto d'amore, dell'ignoranza e del pregiudizio.

L'installazione di Bielli lavora sul tema della pelle e del contatto nel tentativo di sfatare gli stereotipi sull'hiv e promuovere, attraverso l'arte, una riflessione sull'importanza dell'informazione e della prevenzione, in particolare attraverso l'uso del preservativo, unico rimedio sicuro per fermare la diffusione del virus.


La soglia della galleria ospitera', inoltre, una videoinstallazione realizzata da Paolo Bielli con la regia del giovane videomaker Marco Giuseppe Schifano, figlio del noto pittore.

HERITY IN SARDEGNA

La certificazione di qualita' della gestione dei beni culturali ''Herity'', termine che fonde ''heritage'' e ''quality'', sbarca in Sardegna.

L'organismo internazionale, presieduto dal cardinale Francesco Marchisano, ha ricevuto, infatti, la richiesta da parte del comune di Sardara di valutare lo stato dell'arte di cinque siti di interesse culturale: il sito archeologico di Sant'Anastasia con annessa chiesa, la chiesa della Beata Vergine Assunta, la chiesa di Sant'Antonio, la chiesa di San Gregorio e il Museo Civico Archeologico.

L'iniziativa verra' presentata domani alle ore 10.30 presso il centro di aggregazione sociale di Sardara alla presenza di Fulvio Tocco, presidente della provincia del Medio Campidano; Rossella Pinna, assessore alla Cultura, e Renato Soru, presidente della regione autonoma Sardegna.
Obiettivo della certificazione e' quello di valutare il livello raggiunto relativamente a criteri come la percezione del valore culturale; lo stato di mantenimento, conservazione e restauro; l'informazione trasmessa al visitatore; la qualita' dell'accoglienza e dei servizi offerti.

A rendere visibile il livello di qualita' stimato dalla certificazione e' un bersaglio diviso in quattro quadranti affisso all'entrata del sito culturale, ciascuno per ogni criterio sopra indicato, in cui sono rappresentati con un punteggio, da un minimo di 1 a un massimo di 5, i valori raggiunti per ogni criterio utilizzato.

NICOLA PIOVANI ALLA SAPIENZA

Nicola Piovani, premio Oscar per le musiche del film "La Vita e' bella", incontrera' il pubblico per illustrare, al pianoforte, il 4 dicembre alle ore 11 presso l'Aula Magna della Sapienza, la sua nuova opera "Epta", una suite orchestrale per sette musicisti che eseguono un ciclo di sette movimenti, scanditi da sette interventi di voci registrate che recitano frammenti di varia derivazione. L'incontro sara' coordinato da Gino Castaldo.

L'opera, nata dall'incontro di Piovani con il matematico Piergiorgio Odifreddi, il quale ha prestato la propria consulenza nell'adattamento dei testi, fa interagire la scrittura musicale con una scelta eterogenea di citazioni poetiche, teatrali, cinematografiche, ognuna delle quali in relazione con il numero sette.
Si va dal "Filebo" di Platone ai "Sette contro Tebe" di Eschilo, dal "Papiro di Rhind" a "Come vi piace" di Shakespeare, dal "Settimo Sigillo" di Bergman alla "Danza dei sette veli" di Salome', per finire con i versi di "Davanti a San Guido" di Giosue' Carducci.

La prima esecuzione dell'opera avra' luogo l'11 dicembre alle ore 20.30 presso l'aula magna della "Sapienza" nell'ambito della stagione dei concerti dell'istituzione universitaria.

RILANCIARE NAPOLI COME CAPITALE DEL MEDITERRANEO

Incentivare il turismo in Campania e rilanciare Napoli come capitale del Mediterraneo

Lunedì 3 dicembre 2007 h 15 - Sala Dione - Stazione Marittima - Porto di Napoli
Convegno:
“Prospettive del turismo euromediterraneo in Campania. Proposte sulla legge quadro regionale sul turismo”.

Interverranno il Vice presidente del Senato, europarlamentari, parlamentari, presidente e vice presidente del Consiglio regionale della Campania, presidenti di commissioni e consiglieri regionali, assessori, rettori, economisti, magistrati, presidente del Cnel, industriali e operatori del settore turistico.

Salvatore Lauro, presidente del Consorzio di imprenditori turistici "Arcipelago Campano" formulerà proposte inerenti la futura legge-quadro sul turismo

Info ed approfondimenti ulteriori ai seguenti link e recapiti:
Segreteria organizzativa: roma@lauro.it Napoli tel. 0814972206 Roma tel. 0649272897
Siti web: www.arcipelagocampano.com www.romaneapolis.it

BENIGNI TRA PAPIGNO,CEPPALONI,VERGAIO,TELETRON.....


Papigno,Ceppaloni,Dante,Vergaio...e teletron!

Il verbo "spaziare" è riduttivo,per commentare lo show di Roberto Benigni.
La personalissima "chiave" di lettura del nostro Paese,il ritratto ironico che,di molti politici fa,(Berlusconi primo tra tutti)
Poi un'ora sulla bellezza dell'Italia, della storia e della cultura, soffermandosi su vicende recenti che, dice Benigni, "ci rendono onore come i ragazzi di Locri contro la 'ndrangheta o la battaglia contro la violenza sulle donne, "la piu' orribile perche' fatta dai vigliacchi" che ha portato sabato scorso in piazza a Roma migliaia di persone ,o l'iniziativa italiana per la moratoria contro la pena di morte.
Alle 22 per un'ora circa comincia con Dante, lanciando un appello ai bambini, a quell'ora in procinto di dormire, per vedere la tv una volta tanto ed ascoltare la bellezza della Commedia. La lunga diretta ha cosi' oscillato tra i graffi al mondo politico, con qualche volgarita' (e persino pubblicita' involontaria a due farmaci), alla cultura, alla spiegazione ipnotica dell'essenza dell'opera dantesca da appassionato e profondo conoscitore qual e' Benigni, secondo una formula gia' collaudata in tv nello show sull'Ultimo del Paradiso del 23 dicembre 2002 e in teatro nelle 100 repliche di TuttoDante, al top incontrastato degli incassi teatrali dell'ultima stagione.

Benigni non si e' sottratto alla tanto attesa "parte" riservata all'attualità. Berlusconi ossessionato dal governo Prodi ("ora cade, non ripete altro, sta impazzendo. Silvio, per la tua salute, ti devi riposare, prenditi una settimana in cui non fai un partito nuovo) poi i Savoia che chiedono i danni allo Stato Italiano, per i quali Benigni ha lanciato il Teletron ("donate 1 euro con sms, hanno nomi altisonanti ma sono poveri, sono in 4 con tre ville, due yacht vecchi...). Prosegue con l'avviso a Veltroni che domani incontra Berlusconi: "attento, ti proporra' una riforma elettorale alla Vaticana, finche' campa ci sta solo lui, come il Papa".


Intorno alle 22 introduce dante lanciando un appello ai bimbi"restando per una volta davanti alla tv nonostante l'ora,"ad ascoltare la bellezza di Dante"

Premiato con un seguito di 10.076.000 italiani
Grande Roberto!

giovedì 29 novembre 2007

NUOVA MUSICA PER LA RAI

Torna per la quinta edizione Rai NuovaMusica 2008, la rassegna di musica contemporanea dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai sostenuta dalla Citta' di Torino e dalla regione Piemonte, che si svolgera' dal 12 gennaio al 1° febbraio 2008, articolata in quattro concerti sinfonici e tre per complessi da camera, tutti ad ingresso libero , trasmessi da Radio3.

Si potranno ascoltare prime esecuzioni assolute, prime esecuzioni italiane e opere composte su commissione dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Novita' di questa edizione, l'omaggio a Elliott Carter, compositore americano che nel 2008 compira' 100 anni. A lui saranno dedicati i primi tre concerti della rassegna, che prevedono molte prime italiane di sue composizioni, tra cui l'opera in un atto "What Next?" e il Boston Concerto, la prima esecuzione assoluta della nuova versione di "Elegy" per violoncello e pianoforte e la partecipazione di alcuni solisti legati al compositore americano, come il pianista e musicologo Charles Rosen, il violoncellista Fred Sherry e il soprano Lucy Shelton.

Rai NuovaMusica 2008 propone compositori e interpreti di fama internazionale: lo svizzero Beat Furrer, che dirigera' due sue composizioni in prima esecuzione italiana; il giapponese Dai Fujikura, giovane compositore allievo di Pierre Boulez; il francese Pascal Dusapin con "Reverso", il sesto dei suoi Solo per orchestra in prima esecuzione italiana; il direttore d'orchestra francese Franck Ollu, noto per il suo impegno nell'ambito del repertorio contemporaneo, e Pierre-Andre' Valade, che torna all'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dopo averla guidata con successo all'ultima Biennale di Venezia e al Festival Manca in Francia.

CASH Music

Dopo aver lungamente riflettuto sulle condizioni attuali del business musicale, la voce delle Throwing Muses e cantautrice acustica Kristin Hersh ha deciso di darci un taglio con le etichette e di provarci da sola: ha fondato CASH Music (Coalition for Artists and Stake Holders) ed ora punta ad un modello di distribuzione simile a quello utilizzato dai Radiohead per la loro ultima fatica.

È già online una prima canzone, Slippershell, rilasciata con licenza Creative Commons e liberamente scaricabile.

Per Kristin, l'epoca della musica sola lettura è finita: "L'arte è per sua natura una conversazione. Vorrei che la trasformassimo in una comunità".
Per farlo, occorre dare alla musica una valenza di lettura-scrittura: questo significa inserire dei commenti ai brani musicali presentati, ma anche offrire il proprio contributo attraverso creazioni originali.

Cosa fare dipende dalla propria ispirazione: "disegnare qualcosa, scrivere un saggio, rielaborare o persino incidere delle cover del brano". A disposizione c'è tutto, dalla musica in versione MP3 al testo, dalla copertina del "singolo" fino ai sorgenti della canzone da editare in ambiente Pro Tools. Tutto pronto ad essere scaricato.
"Siamo tutti coinvolti. Siamo tutti qui per costruire una relazione produttiva. Forse ci aiuterà a pensare a questa relazione come una conversazione". Nelle intenzioni di Kristin c'è la voglia di riavvicinare il pubblico ai cantautori, il produttore al consumatore. Instaurare un dialogo fatto di un brano e di una incisione al mese, girato alla comunità per essere ascoltato e condiviso con tutti, in perfetto stile Creative Commons.

Kristin ha anche pensato all'aspetto economico: chiunque può scegliere se ascoltare la sua musica gratis o sostenendo gli sforzi dell'artista e la sua carriera. Con una donazione una tantum, oppure con un contributo più sostanzioso: 40 dollari all'anno, 120 dollari all'anno e poi su fino a 500, 1.000 e 5.000 dollari per avere diritto persino a comparire come Produttore Esecutivo nel suo prossimo album.

Per finire, Kristin ci piazza pure una frase pronta a diventare aforisma da signature: "Non ci interessa tenere la musica in ostaggio, la musica deve essere libera".

Luca Annunziata

IN AUSTRALIA,UNA DONNA ED UN CANTANTE AL GOVERNO

Il prossimo primo ministro australiano Kevin Rudd, vittorioso alle elezioni politiche e che entrerà in funzione la settimana prossima, ha diffuso la lista dei ministri che faranno parte del suo governo.
Al numero 2, come vice-premier, Rudd ha nominato Julia Gillard, la prima donna a ricoprire l'importante carica. Rudd ha poi nominato Peter Garrett, ex-cantante del gruppo rock Midnight Oil, al posto di ministro dell'ambiente e della cultura, istituendo parallelamente un ministero dedicato unicamente al cambiamento climatico, sottolineando in tal modo la priorità al tema dell'ecologia.

Il portafoglio del cambiamento climatico è stato attribuito a Penny Wong, una immigrata di origine malaysiana. Prossimo ministro degli affari esteri sarà Stephen Smith, un avvocato ben poco noto all'estero.
Il nuovo governo presterà giuramento lunedì prossimo.

GLI SCRITTI DI GIORGIO STREHLER

Raccontare sessanta anni di storia mettendo in evidenza le riflessioni di un maestro del palcoscenico che si interroga sui rapporti fra l'uomo e la politica, l'artista e la societa' civile. Presentare le denunce proposte in molti scritti di Giorgio Strehler che riguardano il progressivo imbarbarimento della politica italiana e le responsabilita' di chi ha diretto le istituzioni italiane. Sono questi i temi del libro ''Nessuno e' incolpevole. Scritti politici e civili'' di Giorgio Strehler, curato da Stella Casiraghi e pubblicato dall'editore Melampo.

Il libro si caratterizza come una rivolta addolorata di chi sente messo da parte qualunque progetto di cultura; di chi ribadisce, nei modi e tempi propri dell'artista, anno dopo anno, di crisi in crisi, di stagione in stagione, che senza le fondamenta, costruite solo grazie alla cultura, nessuna societa' potra' mai dirsi civile.
Il volume verra' presentato a Milano, il 3 dicembre alle 18, presso il Teatro Strehler, ''Spazio Scatola Magica'', alla presenza di Stella Casiraghi, Nando Dalla Chiesa, Sergio Escobar, Carlo Tognoli e Armando Torno.

"LA MEMORIA" DI LUCA PIGNATELLI

La memoria, il tempo, la minaccia. Sono questi i temi che ricorrono nella mostra personale di Luca Pignatelli che verrà inagurata domani (17.30) e resterà aperta dal 1 dicembre al 28 febbraio al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

La mostra, ideata e curata da Achille Bonito Oliva, ospita in quattro sale del Museo lavori inediti: l'installazione Schermi, composta da oltre cento tele, quadri di grande formato e la serie dedicata al tema della caccia.

Si tratta di un lavoro ''fatto appositamente per il Museo Archeologico'' della città partenopea, un ''museo meraviglioso''. L'esposizione - racconta Luca Pignatelli a Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos - ''riguarda un tema a me molto caro: quello della memoria e del tempo''. Le opere sono realizzate ''su teloni, in passato utilizzati per rivestire i container dei treni''. Si tratta di ''tela di canapa, un materiale molto antico, molto tenace che ha già al suo interno un codice simbolico fatto di segni, strappi, lacerazioni, corde, ganci, numeri stampati''. ''Su questo - prosegue l'artista milanese - dipingo con una tecnica non ortodossa, non legata alla tradizione pittorica più pura, più classica. Quindi sono materiali che sentono lo spirito del nostro tempo dal '900 in poi. Da quando si è cominciato a vestire con abiti militari anche fuori dalle caserme. Da quando il tempo ha accolto questa contaminazione tra cose diverse''.

Nella sale centrale, Pignatelli espone ''una serie di dipinti sulla caccia, intesa come limitazione della libertà individuale''. ''Ci sono dei boschi con degli animali selvatici, delle scene di uccisioni, di inseguimenti, di attesa o di scampato pericolo: una metafora del tema più generale della guerra''. Una minaccia che incombe su questo nostro ''tempo triste''.

E ancora, in ''un'altra sala, ho rivestito la stanza con 92 dipinti di vasi antichi, considerati come lo schermo di un cinema antico dove al centro, anziché scene dell'iconografia classica, ci sono paesaggi inventati con immagini di bombardieri della seconda guerra mondiale, case che si incendiano,...''. Così insieme all'indagine archeologica si trovano riferimenti al mondo industriale: ''Ci sono queste grandi macchine che fanno parte di un'archeologia molto vicina a noi, di un occidente in caduta libera dopo l'Olocausto e la Seconda Guerra Mondiale''. ''E' come un catalogo di elementi a noi noti'', presentati in un ''modo archeologico''.

E il tema della memoria ritorna parlando anche di Napoli che ospita la mostra. La città è ''sopra il mare, inteso come enorme deposito sotterraneo di relitti, di cose che si sono arenate ma che sono a portata di mano. Sotto il mare di Napoli ci sono presenze molto antiche e una grande memoria''.

Perché, ''per me l'arte - spiega Pignatelli che ha esposto anche a New York, Parigi, Berlino - non è un fare dal nulla o una ricerca del mai visto. Io lavoro su oggetti noti, una ferrovia, un ghiacciaio, delle montagne, che fanno parte di una rappresentazione di un'immagine collettiva''.

La mostra, corredata da un catalogo edito da Electa, è promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta e dalla Regione Campania. All'inaugurazione, domani, saranno presenti con l'artista, il soprintendente Maria Luisa Nava e il curatore Achille Bonito Oliva.

FRANCESCA ARCHIBUGI: MINI FILM CONTRO L'AIDS

In occasione della Giornata Mondiale Aids, il ministro della Salute Livia Turco presentera', domani alle ore 12 presso l'Auditorium del ministero della Salute, il mini film di Francesca Archibugi contro l'aids con Ambra Angiolini testimonial.

Durante l'incontro saranno illustrati i dati ufficiali relativi alla situazione italiana ed europea sulla diffusione del virus Hiv, dell'Aids e delle malattie sessualmente trasmissibili, la campagna di comunicazione 2008, oltre alle diverse iniziative programmate per la giornata mondiale, a partire dal concerto del 1° dicembre al Palalottomatica di Roma.

mercoledì 28 novembre 2007

LEO CASTELLI VISTO DA ALAN JONES


nella foto:Leo Castelli ritratto da Andy Wahrol


''Dobbiamo avere il coraggio di essere piu' contemporanei. La nostra paura della contemporaneita', in tutti i campi, ci spinge a valorizzare il passato''.

Ne e' convinto il ministro per i Beni e le Attivita' Culturali Francesco Rutelli, intervenuto questa sera alla presentazione del libro dedicato proprio a un uomo che non solo non ebbe paura del contemporaneo, ma lo amo' e lo diffuse in anticipo sui tempi, sfidando il gusto dell'epoca.

A cento anni dalla nascita di Leo Castelli, il piu' grande gallerista di tutti i tempi, Alan Jones pubblica ''Leo Castelli. L'italiano che invento' l'arte in America" (Castelvecchi Editore), nel quale ripercorre con passione la vita professionale e sentimentale del gallerista triestino.

''Oggi - ha aggiunto Rutelli - rendiamo omaggio a un personaggio grandissimo, in occasione del suo centenario; un operatore culturale a 360 gradi e un ininterrotto creativo. Un giusto riconoscimento per il lavoro critico di innovazione e ricerca condotto da Castelli. Io -assicura Rutelli - ho trovato il libro di Jones molto divertente, godibile e ricco di notizie curiose''.

Il volume ripercorre la figura di Castelli che, con uno straordinario intuito da mecenate, scopri' e valorizzo' negli Stati Uniti gli espressionisti astratti dell'Action Painting, pittori del calibro Jackson Pollock e Willem de Kooning, i neo dadaisti Robert Rauschenberg e Jasper Johns, i protagonisti della Pop Art oltre che Frank Stella e Cy Twombly.
Non solo, nel 1962, Leo Castelli, nella sua celebre galleria sita al 420 West Broadway, espose le tele a fumetti di Roy Lichtenstein, sconcertando New York e lanciando, al tempo stesso, una nuova icona dell'arte contemporanea.

ENNIO MORRICONE

Il giro del mondo , attraverso decine di Paesi.

E' quello che fara' il volume, gia' in fase di ristampa, ''Ennio Morricone, cinema e oltre'', curato da Gabriele Lucci e proposto dalla casa editrice Electa, in collaborazione con l'Accademia dell'Immagine.

Un giro del mondo compiuto assieme al lettore del volume che viaggera', seppure con la fantasia, tra le piu' celebri melodie di Morricone, oltre 450 colonne sonore per film e piu' di 100 composizioni da concerto, ma anche tra le fotografie firmate da Gianni Berengo Gardin e tra i ricordi dello stesso Morricone sui registi con i quali ha collaborato e che hanno segnato momenti significativi della propria vita e della carriera.

Insomma, Morricone raccontato dallo stesso Morricone.
Un viaggio nel mondo ovattato del cinema, oltre quella patina fatta di aneddoti e incontri fortuiti per scavare, decostruire e rimettere insieme, come nel piu' geniale dei montaggi, un lungo flashback nella memoria collettiva e personale di un uomo che, nonostante successi internazionali e un Oscar, rimane l'elogio della modestia fatta persona.

Un libro nel quale Morricone si racconta con il piglio che lo contraddistingue, un misto di ironia beffarda, timidezza e rigore. Cinquant'anni spesi per la musica, da declinare al limite del virtuosismo, da curare con attenzione quasi ''maniacale''.

CONSIDERAZIONI SULLO SHOW DI CELENTANO

In un'Italia ove si assiste quotidianamente ad una tv "top trash",si dileggia un artista come Adriano Celentano al quale,al di là delle preferenze musicali individuali,vanno riconosciuti tanti meriti.

Primo tra tutti,essere sulla breccia da decenni e non essersi MAI qualitativamente "svenduto",l'aver fatto conoscere,grazie alla fama alla quale assurse Azzurro,Paolo Conte (che ne è l'autore)..
Esser stato un precursore su temi sociali ed ecologisti (e non solo)..
La lista sarebbe lunghissima,prendiamo,invece,in analisi le insulsaggini lette qua e là,girovagando per il web..
"Torna solo per far promozione al suo album"
Partendo da tale assunto,la ns considerazione:
bene,supponiamo così sia,ma stando alle vendite,è riuscito,in poco meno di 2 ore e con 1 solo passaggio tv,ad ottenere,con classe,genialità,quel che moltissimi (ahimè) altri "artisti ",quotidianamente, sperano ottenere attraverso "ospitate" tv ,di ,(per usare un eufemismo) "dubbio gusto e qualitativamente scadentissime"
Inneggia al governo Prodi?
E'libero di professare le sue idee,in quanto, fuori dalla scena,è pur sempre uomo e cittadino : viviamo in una Repubblica democratica..
Gli va riconosciuto il coraggio di professarle..
Molti altri "addetti ai lavori" son legati a "carrozzoni",ma si guardano bene dal dirlo o ,se si tocca l'argomento,"glissano"...

L'ambience dello show?
Una sala di registrazione (molti,che sproloquiano sul tema,manco ci sono mai entrati): cosa c'è di così strano???
Le cose dette sull'Italia?
Un'analisi centratissima!

La tragicità sta,piuttosto,nel non essere abituati a fruire di una televisione che sproni alla riflessione:
i Celentano,che dovrebbero essere la quotidianità,sono,ahimè,l'eccezione!

Complimenti,Adriano,sia per le canzoni,per la tua onestà,la tua coerenza 50ennale e,non per ultimo, per averci regalato una serata diversa..

A proposito: la prossima quando?

RECORD MONDIALE PER BOCCIONI

Una tela del pittore futurista Umberto Boccioni, dal titolo 'Studio per footballer' del 1913, ha segnato un record mondiale per l'artista ad un'asta di arte moderna e contemporanea italiana organizzata da Christie's a Milano. Un collezionista privato, che per il momento ha richiesto l'anonimato, ha pagato il quadro 1.866.950 euro, contro una stima di 800 mila euro.

Nella stessa asta milanese sono stati registrati altri due record mondiali per altrettanti artisti italiani. Un quadro di Emilio Vedova, dal titolo 'Documento 2- Aggressività' del 1958, è stato aggiudicato ad un collezionista privato per 622.700 euro (la stima oscillava da 250 mila e 350 mila euro). La tela 'Settembre nella Mancia' (1960) di Giuseppe Santomaso è stata battuta per 273.915 euro (stima 100-150mila euro) acquistato anche in questo caso da un collezionista privato.

Una 'Natura morta' del 1943 di Giorgio Morandi è stata venduta per 1.144.100 euro, una del 1923 per 1.037.450 euro. La tela 'Fiori' (1953) dello stesso artista è stata battuta per 390.800 euro. Un'opera di Mario Schifano, dal titolo 'Monocromo blu', del 1960 è stata acquistata per 239.600 euro, una di Afro 'Senza titolo' del 1957 per 233.300 euro. Infine si segnalano una tela di Enzo Cucchi , dal titolo 'Una goccia' del 1988, che ha realizzato 189.200 euro, cifra poco superiore a quella pagata per 'Due donne presso il mare' di Giorgio De Chirico, che è stata battuta per 195.500 euro.

RIAPRE AL PUBBLICO LA BASILICA DI SANTO SPIRITO

Chiusa da due anni per mancanza di personale di custodia, riapre da domani al pubblico la quattrocentesca basilica di Santo Spirito, uno dei luoghi di culto più importanti e celebrati di Firenze.
Grazie all'Associazione Amici di Santo Spirito e ai fondi da essa raccolti tra gli abitanti del quartiere e tra numerosi appassionati d'arte anche stranieri, è stato finalmente possibile garantire la sicurezza del monumento con personale specializzato.

La basilica tornerà dunque ad aprirsi a fedeli e turisti per i sei giorni dal martedì alla domenica, per un totale di sei ore al giorno: dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19, ingresso libero. Progettata da Brunelleschi, arricchita da opere di Michelangelo, Perugino, Sangallo, Sansovino, Filippino Lippi, Buontalenti, e definita dal Bernini "la più bella del mondo", Santo Spirito è stata la vittima più illustre del degrado che da molti anni turba la vita della piazza omonima.

PIERRE AUGUSTE RENOIR ED IL SUO TOCCO MAGICO

Pennellate lievi e sfuggenti, tratti rapidi tipici della scuola 'impressionista di fine Ottocento.
Questa la cifra artistica di uno dei maestri della pittura europea Pierre-Auguste Renoir: della quale però il meeting annuale dell'American College of Rheumatology, in corso a Boston, rivela l'origine, tutt'altro che poetica: l'artrite reumatoide.

All'epoca, è stato ricordato nel simposio sui nuovi farmaci biologici organizzato da Abbott, un gigante del settore, l'artrite era una malattia invalidante, senza terapia: per oltre vent'anni deformò gravemente le mani, le braccia e le spalle dell'artista, 'regalandogli' tuttavia quello stile inconfondibile, fatto di macchie di pittura stese con colpi corti e rapidi.

Nato nel 1841, il pittore francese soffri' di artrite reumatoide dal 1897, quando aveva 56 anni, fino alla morte nel 1919, all'eta' di 78 anni. L'aggressività dei sintomi costrinse l'artista ad adattare alla patologia il suo modo di dipingere. Avendo le dita di entrambe le mani ripiegate su se stesse, imparò a impugnare e muovere il pennello a scatti, tenendolo tra indice e medio, nel primo spazio metacarpale. E poiché le spalle non gli permettevano di arrivare alla parte più alta della tela, per raggiungerla montò sul cavalletto speciali cilindri, sui quali la tela potesse scorrere all'occorrenza, come una sorta di 'gobbo' televisivo.

Così, mentre la malattia gli erodeva progressivamente le articolazioni, Renoir dipinse fino alla fine dei suoi giorni. E divenne immortale.

OMAGGIO TRIESTINO ALLA SOCIETA' DEI CONCERTI

La Societa' dei Concerti di Trieste compie 75 anni di attivita' e festeggia con la mostra ''I suoni della memoria'', curata da Stefano Bianchi per l'assessorato alla Cultura del comune di Trieste e realizzata dal Civico Museo Teatrale "Carlo Schmidl", sotto la direzione di Adriano Dugulin.

L'esposizione Sara' inaugurata il 30 novembre, a Trieste, nella sala Leonardo a Palazzo Gopcevich e potra' essere visitata dal primo al 9 dicembre.
Dalla prima serata concertistica, datata 4 gennaio 1933, la Societa' dei Concerti ha proposto 75 stagioni e oltre 1300 concerti con protagonisti d'eccezione, da Backhaus a Benedetti Michelangeli, da Heifetz a Segovia, dal Quartetto italiano al Trio di Trieste, da Karajan a Rubinstein, da Marian Anderson a Jessie Norman, dal Modern Jazz Quartett ed i Swingle Singers.
La mostra ricordera' anche il direttore d'orchestra Victor de Sabata, a quaranta anni dalla morte. In suo onore, il 7 dicembre si svolgera' la cerimonia con tanto di donazione al Civico Museo Teatrale "Carlo Schmidl" del pianoforte verticale "F. Chevillard", costruito a Parigi nella seconda meta' dell'Ottocento ed appartenuto al maestro.

SECONDOME

Un giovane artista romano trova spazio a Roma, nella galleria ''Secondome''.

Lui e' Michele Di Tonno e la sua mostra di olii su tela, "Conoscenze", sara' aperta al pubblico dal 1 al 24 dicembre. La design gallery "Secondome" si conferma, cosi', crocevia di nomi di fama internazionale e trampolino di lancio di artisti inediti e di nuove tendenze, in una osmosi continua di arte e design.

L'inaugurazione della mostra si terra' il 1° dicembre dalle 16 alle 18 e sara' poi visitabile dalle 10 alle 19.

ACCADEMIA MUSICALE MARIA CALLAS

L' Accademia Centro Studi Maria Callas e' aperta a tutti coloro che vogliono imparare a suonare uno strumento musicale o che vogliano cantare o recitare.

I nostri Corsi sono finalizzati alla preparazione per gli Esami di Conservatorio ,vi accompagneremo ad essi con preparazione adeguata ai programmi di Esame attraverso lo studio con maestri qualificati dalla Licenza di Solfeggio alla Laurea di I°livello .


www.accademiamariacallas.it .

JOHN LENNON NEWS




Una collezione di video di John Lennon, chiamata John Lennon Video Album, sarà disponibile dal 4 dicembre su iTunes.

Per ora la raccolta, che include 21 video tra cui quelli di Imagine, Woman, Give Peace A Chance e Stand By Me, sarà in vendita solo per i residenti negli Stati Uniti.

Solo in Inghilterra, invece, finirà di nuovo sul mercato una cartolina natalizia ideata e disegnata da Lennon nel 1965. Potete vederla QUI

VASCO,PORTAVOCE DEI FANS...



Schietto come al solito. Portavoce come sempre di tutti i suoi fan e, questa volta, anche di chi magari la sua musica non l’ascolta giorno e notte.

Ma tant’è, Vasco ha fatto di nuovo centro. Intervistato ieri sera al TG5 da Clemente Mimun, il Blasco si è lasciato andare a dichiarazioni riguardanti la politica, la stato di salute del nostro paese, la voglia di cambiamento e il bisogno di credere ancora nelle illusioni.

“Beppe Grillo? E’ l’espressione del malessere del nostro paese - ha esordito Vasco -. E’ questa la sensazione che ha molta gente, che è davvero insoddisfatta delle chiacchiere della politica, dei politici che sembrano sempre un po’ fuori dal mondo, che fanno leggi sulle autostrade ma poi viaggiano in elicottero”.

La soluzione? Secondo il Blasco “rimane però sempre la politica, perché è l’unico strumento che abbiamo per cercare di vivere meglio”. E anche se per lui il mondo della musica “è un mondo che non appartiene alla realtà, ma all’illusione”, per Vasco è ancora di vitale importanza avere dei sogni. “Entusiasmo ed energia come quelle dei giovani sono un enorme carburante per fare qualsiasi cosa e soprattutto sono pieni di sogni e illusioni - ha spiegato -. Io a volte racconto con la mia musica le illusioni, ma pensavo che fosse meglio non averne. Adesso che non ne ho più, invece, mi sono ricreduto, è sempre meglio averne”.

“In fondo - ha concluso Vasco, rispondendo a come ha avvertito lo stato d’animo degli italiani attraverso il pubblico ai concerti della sua recente tournée, - c’è una sensazione di ansia, di disillusione, di preoccupazione perché l’Italia è impoverita: abbiamo davvero tanta gente che con 1200 euro fa davvero fatica oggi ad arrivare a fine mese”.


Presidio di agenti di polizia in una banlieu parigina

TORNANO GLI EXTREME

La mania delle "reunion" contagia anche band che, nel passato, hanno avuto meno fortuna dei vari Led Zeppelin, Who e Police.

Cosi', anche gli Extreme, gruppo americano divenuto celebre per una sola canzone, la ballad 'More than words', ha deciso di ritrovarsi e tornare in studio per un nuovo album di inediti, a dodici anni dall'ultimo disco.
La band, in realta', si era riformata per un breve periodo nel 2001 senza riuscire a incidere nulla: ora, per il 2008, i piani di Nuno Bettencourt e Gary Cherone sono quelli di tornare 'on the road' con un tour mondiale e un nuovo album.
Assieme ai due membri gia' citati, rispettivamente chitarrista e cantante (con un passato anche nei Van Halen), anche il bassista originale e, come riferisce l'Evening Echo, il batterista Kevin Figuereido, unica new entry dei nuovi Extreme.

UN CERTO SIGNOR G....

Al Teatro Valli di Reggio Emilia il personale tributo di Neri Marcorè a Giorgio Gaber.

L'attore e comico marchigiano diretto da Giorgio Gallione, sarà in scena, dal 30 al 2 dicembre, con 'Un certo signor G', lo spettacolo che prova a raccontare il surreale mondo del cantante e attore milanese.
"Due estati fa Dalia Gaber, venuta a sapere del mio amore per Gaber, mi ha chiesto di partecipare al festival dedicato a suo padre che si svolge a Viareggio ogni anno. E' stata una grande emozione per me - scrive Neri Marcorè nel presentare la genesi di questo progetto - Forse è stato quest'antefatto a portare all'operazione teatrale di 'Un certo signor G' nella quale interpreto a modo mio le canzoni e i monologhi dell'impareggiabile artista milanese".

Ad accompagnare Marcorè sul palco le due pianiste, Gloria Clemente e Vicky Schaetzinger, che eseguiranno gli arrangiamenti originali di Paolo Silvestri



Domani, giovedì, dalle 20.30, dopo il telegiornale, Roberto Benigni torna in diretta su RaiUno con lo spettacolo “Il quinto dell’Inferno”.

L'attore torna in televisione dopo il successo della trasmissione del dicembre 2002 dal titolo “L’ultimo del Paradiso” e dopo il tour “TuttoDante” con oltre 100 repliche in 48 città diverse e più di un milione di spettatori.
Durante lo spettacolo non ci saranno interruzioni pubblicitarie. Attraverso il suo ufficio stampa Benigni ha fatto recapitare alla stampa una lettera,qui pubblicata

LETTERA DI ROBERTO BENIGNI

Cari Italiani,
con immensa allegria e col cuore che cinguetta come un fringuello appena nato, il 29 novembre in diretta su RaiUno, staremo un paio d’ore insieme a parlare del regalo più bello che ci è cascato addosso.
Dobbiamo capire cos’è l’amore. Ne tracceremo la storia.
Dal primo libro della Genesi, all’ultimo libro di Bruno Vespa, dalla lettera di pace di San Paolo ai Corinzi : “per quante cose io assuma in mio conto se non ho l’amore io non sono nulla.” Alla lettera di scuse di Berlusconi a sua moglie : “ …E dai Verò, stai buona, so’ bagattelle…” Dalla rottura della Pace tra Greci e Troiani secondo Omero : “Causa ne fu la Divina femminilità di una Donna”, alla recente rottura della pace tra AN e Forza Italia secondo Vittorio Feltri: “La causa è una sola, problemi di gnocca.”
Vedremo gli enormi passi avanti fatti dall’Umanità su questo tema.
Sì, parleremo del sesso, il motore del mondo, percorrendolo nei suoi aspetti più estremi. Dalla libidine sfrenata alla totale repressione . Insomma da Casanova a Sandro Bondi. Parleremo di politica, da Voltaire : “ non sono d’accordo con quello che dici ma sono pronto a morire purchè tu lo dica” a Silvio Berlusconi: “chi vota a sinistra è un coglione.” Parleremo della grandezza dell’Italia cercando di capire che cosa abbiamo fatto di bello per meritarci città come Milano, Firenze, Roma dove sono nati uomini come Manzoni, Michelangelo, Cesare e cosa abbiamo fatto per meritarci città come Arcore, Ceppaloni, Montenero di Bisaccia e…non mi ricordo dove è nato Buttiglione.
E poi lasceremo parlare Dante. Ci faremo dire da lui cos’è quella nostalgia dell’infinito, quella ventata di annientamento che ci precipita addosso quando ci si innamora e smantella tutta la nostra vita, quella sensazione felice, pericolosa e rara che unisce sensualità e tenerezza e ci rende immortali.
Ce lo faremo dire da lui con parole antiche e commoventi che hanno attraversato i secoli per posarsi sulle nostre labbra.
Nulla di solenne, semplicemente la bellezza.
A giovedì.


Roberto Benigni

TOPOLINO RENDE OMAGGIO A ENZO BIAGI

Anche il settimanale Topolino ricorda Enzo Biagi. Sul numero in edicola da mercoledì 28 novembre sarà ripubblicata la storia a fumetti scritta proprio dal grande giornalista recentemente scomparso e intitolata "Topolino e la memoria futura" in cui l'eroe più famoso di casa Disney si trasforma in una sorta di alter-ego di Biagi. E' la prima volta che Topolino ristampa una storia a fumetti.



"Topolino è fiero di aver avuto fra i suoi autori un uomo come Enzo Biagi - dice Valentina De Poli, Direttore di Topolino - un uomo che non ha avuto paura di addentrarsi anche nel territorio delle nuvole parlanti, come testimoniano le sue monumentali Storie a fumetti. Questa è la dimostrazione che anche questa forma espressiva, al pari degli altri Media, può veicolare contenuti seri e importanti, purch‚ espressi con il rigore e la semplicità che sono la grande lezione di Enzo Biagi a tutti noi".

La storia "Topolino e la memoria futura", sceneggiata da Alessandro Sisti e disegnata da Romano Scarpa, fu pubblicata per la prima volta sul settimanale Disney del 20 agosto 1996 e vede un Topolino trasformato nell'alter-ego di Enzo Biagi a spasso per la storia. La vicenda ha inizio con un Topolino giornalista che vuole realizzare una grande inchiesta dedicata al nuovo millennio. Per farlo ha bisogno di tutta una serie di informazioni fondamentali sulla storia degli ultimi 20 secoli. Così, con l'aiuto dei professori Zapotec e Marlin e della loro macchina del tempo arriverà indietro fino all'anno Zero, proprio in concomitanza con la nascita di Cristo, per essere poi catapultato nell'anno Mille, alle prese con temibili pirati. Topolino, dopo questi incredibili viaggi, lascia ai lettori un messaggio: il futuro ènella mani di ciascuno di noi e deve essere costruito così da essere sempre buono e vivibile.

CELEBRAZIONI PER BENIAMINO GIGLI

Le celebrazioni in onore di Beniamino Gigli vivono il momento clou con la grande attesa degli eventi di venerdi' 30 novembre, 50/esimo anniversario della morte del leggendario tenore recanatese, organizzati dal Comune di Recanati e dal Comitato gigliano con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Regione Marche e della Provincia di Macerata. Nel giorno esatto della scomparsa di una delle voci liriche piu' celebrate e apprezzate al mondo, la citta' di Recanati diventera' teatro di un evento memorabile, frutto di un progetto portato avanti da mesi e che ha visto coinvolte tante realta' locali ma anche enti lirici, istituzioni e personaggi del mondo della cultura di assoluto prestigio nel panorama nazionale.

La giornata del 30 novembre avra' un primo momento nell'aula magna del Palazzo comunale con la presentazione in anteprima di due pubblicazioni dedicate a Gigli dal titolo ''Una voce sul mondo'' e ''Un'anima sul territorio''. La manifestazione si aprira' alle ore 18,30 con i saluti del sindaco Fabio Corvatta e del presidente del Comitato d'onore per le Celebrazioni gigliane Giuseppe Balboni Acqua. La presentazione delle due opere sara' a cura del critico musicale Enrico Stinchelli. Alle ore 20,30 la cerimonia si spostera' al Teatro Persiani con l'inaugurazione del museo dedicato a Gigli, trasferito dal Palazzo comunale alla Sala dei Trenta, nell'allestimento curato dall'artista Gabris Ferrari.

Alle ore 21,15 si alzera' il sipario del tempio cittadino della cultura su un concerto lirico sinfonico: a salire sul palco del Persiani saranno il soprano Daniela Dessi', il tenore Fabio Armiliato e il basso baritono Simone Alaimo accompagnati dall'Orchestra internazionale d'Italia diretta dal maestro Enrico Reggioli.

martedì 27 novembre 2007




Dal 6 ottobre il Complesso del Vittoriano ospita oli, disegni, sculture e ceramiche che documenteranno il travagliato percorso umano ed artistico di Paul Gauguin.

Con 150 opere, provenienti dai maggiori musei del mondo, arriva a Roma per la prima volta il genio di Paul Gauguin. Dal 6 ottobre il Complesso del Vittoriano ospita oli, disegni, sculture e ceramiche che documenteranno il travagliato percorso umano ed artistico del grande Maestro, precursore dei più importanti movimenti pittorici del primo '900.

Intitolata "Paul Gauguin. Artista di mito e sogno", la rassegna è stata curata dallo storico dell'arte americano Stephen Eisenman (università di Chicago), il quale, con la collaborazione di Richard Brettell, ha selezionato le opere allo scopo di evidenziare alcuni aspetti centrali della poetica di Gauguin.

In particolare il suo sognante vagheggiare l'Età dell'Oro, i richiami alla cultura ed alla tradizione, le innovazioni del suo linguaggio pittorico unite a un esotismo colto ed eclettico.

Sebbene Roma non sia mai stata visitata dal grande artista, l'esposizione del Vittoriano sottolinea invece il suo profondo legame con la città eterna, emerso da una rilettura critica di dipinti e di materiali di archivio compiuta proprio da Eisenman.
L'anelito ai miti del passato, le fascinazioni del presente primitivo, troverebbero, secondo il curatore della mostra, le loro radici nelle antiche vestigia di Roma, capitale di un impero sconfinato, i cui echi tornano ad ispirare Gauguin persino nelle atmosfere tropicali della Polinesia.

Lì il pittore, dopo l'avventura impressionista e l'elaborazione del sintetismo simbolico, era giunto alla ricerca di un paradiso perduto, di un mitico Eden, un luogo remoto sospeso nel tempo, in cui regna una pace perfetta e un'abbondanza felice. Colora quindi di tinte esotiche il suo già accentuato primitivismo, ma nel farlo ha in mente i versi del più grande poeta romano e trae dalle Bucoliche di Virgilio la tavolozza per raccontare, tra incanto, mistero e religiosità, la sua straordinaria Etàdell'Oro.

Il debito di Gauguin a Roma antica in mostra sarà illustrato attraverso opere provenienti dai più importanti musei internazionali, tra cui l'Ermitage di San Pietroburgo, la National Gallery of Art di Washington, la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, privilegiando gli anni di Tahiti e delle isole Marchesi, il periodo più amato e conosciuto del maestro francese.

Paul Gauguin. Artista di mito e sogno
Dal 6 ottobre
Roma, Complesso del Vittoriano
Info museovittoriano@tiscali.it

WAHROL-BEUYS




Una mostra insieme ostica e leggera per raccontare l'incontro tra due scavezzacolli dell'arte contemporanea, Andy Warhol e Joseph Beuys, e il grande gallerista napoletano Lucio Amelio, che di quell'incontro è stato l'artefice principale.
I due artisti frequentano Amelio nella sua Napoli, diventando amici; loro, così diversi, l'uno fautore di un'arte popolare e ripetitivamente fruibile, l'altro, il tedesco, ambientalista convinto (militò anche nel partito dei Verdi), fautore di un'arte concettuale in grado di far emergere l'energia che trasforma la materia e di creare in modo consapevole e libero una qualsiasi forma intesa come natura essenziale delle cose. Un'amicizia "innaturale" che darà molti e interessanti frutti. Non sembri uno scherzo, ma il 1 aprile 1980 vengono presentati nella galleria di Lucio Amelio in anteprima mondiale i ritratti che Warhol aveva fatto di Beuys, alcuni di questi presenti alla mostra della Mazzotta.

Il curatore Michele Bonuomo parte proprio dal 1980 per mettere in mostra il lavoro "italiano" di Warhol e Beuys: 92 opere, di cui 30 di Warhol, 42 di Beuys e 20 di altri artisti legati ad Amelio. Di grande impatto le opere del progetto Terrae Motus, avviato da Amelio dopo il terremoto devastante che colpì il 23 novembre 1980 Campania e Basilicata. A tre mesi dalla catastrofe, fu Joseph Beuys con Terremoto in Palazzo, che la Fondazione Mazzotta presenta per la prima volta in Italia, a tracciare l'impianto "teorico" di quella che da rassegna presto si sarebbe trasformata in

collezione permanente, per diventare il cuore della futura Fondazione Lucio Amelio.
Del dicembre del 1982 sono tre grandi tele di Warhol, con la riproduzione serigrafica della prima pagina del Mattino del 26 novembre 1980, che amplifica all'infinito il titolo-urlo del giornale ("Fate presto").
Nell'artista americano, la fascinazione per il terremoto raggiunse l'apice con la serie "Vesuvius by Warhol", del 1985: una serie di tele e di lavori grafici nelle quali l'immagine ottocentesca del vulcano in eruzione viene riproposta ossessivamente.
Della collezione Terrae Motus, conservata nella reggia di Caserta, sono presenti anche i contributi di Anselm Kiefer, Robert Mapplethorpe, Gerhard Richter, a cui si aggiungono Miquel Barcelò, Mario Ceroli, Bruno Di Bello, Nino Longobardi, Otto Muehl, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg, Mario Schifano, Ernesto Tatafiore, Cy Twombly (opera ad occhi chiusi), Haring, Boltanski.
La selezione delle opere è completata dall'inserimento di alcuni oggetti feticcio, quali un paio di stivali rossi di Warhol, un prototipo di macchina fotografica Polaroid regalato da Warhol a Jodice, e un tovagliolo con un disegno di Rauschenberg.
Tra le opere di Beuys presenti segnaliamo anche "La rivoluzione siamo noi" (1971), "Il the di Bruno Corà per la lotta continua vera" (1975, per una raccolta di fondi a favore del movimento Lotta Continua); "Diagramma Terremoto" (del 1981), il "Progetto per Palazzo Reale", realizzato nel 1985, l'anno prima della morte.

Warhol - Beuys. Omaggio a Lucio Amelio
A cura di Michele Bonuomo
Catalogo Edizioni Gabriele Mazzotta
Milano, Fondazione Antonio Mazzotta, Foro Bonaparte 50

GUGGENHEIM A VERCELLI




Quando l'ideatore, l'architetto torinese Ferdinando Fagnola, noto per le sue numerose strutture museali ed espositive, l'aveva immaginata e disegnata, ancora non sapeva che avrebbe ospitato le prestigiose opere della Fondazione Guggenheim in un allestimento del tutto nuovo.
Ma fin da principio il progettista aveva le idee ben chiare sulla sua funzione: «Il primo passo nel corso della realizzazione di un progetto – dice Fagnola - è compiere un atto di conoscenza, dare un nome al frutto della propria creatività e in questo caso fin da subito non avevo avuto dubbi: la struttura espositiva per la ex chiesa vercellese di San Marco si sarebbe chiamata Arca per indicare l'inizio di un nuovo viaggio e di un percorso artistico e principalmente per indicare un luogo protettivo, uno scrigno all'interno di uno scrigno».

Ed Arca fu, quella che oggi, nella navata centrale, racchiude e custodisce le perle della mostra "Peggy Guggenheim e l'immaginario surreale" e su cu ieri a Vercelli, in Piemonte, si è alzato ufficialmente il sipario.

Arca – dal costo di un milione di euro, finanziato per l'80% dalla Regione Piemonte e per il resto dalla città di Vercelli - è una costruzione architettonica dalle linee estremamente semplici la cui peculiarità sta nella copertura trasparente in cristallo blindato che consente, mentre si osservano i quadri d'arte moderna, di alzare lo sguardo e di ammirare le volte a crociera tipicamente medioevali.

«Il risultato, ottenuto anche grazie alla raffinatezza di Arca e alle trasparenze interessanti della ex chiesa, che danno l'idea di un aspetto metafisico-surreale, è stato di un evento di alto livello che risponde in pieno alle finalità della nostra Fondazione, vale a dire formare ed educare a comprendere l'arte contemporanea» ha dichiarato Philip Rylands, direttore della Fondazione Guggenheim.

Venendo alla mostra, che ha come protagonisti i capolavori dei pionieri e maestri del movimento del surrealismo, il tour è pensato per il visitatore che vuole essere libero di muoversi in ogni direzione, studiando per ogni centimetro di ciascuna tela le luci che meglio la facciano risaltare. Nella prima sala, sulla parete di sinistra, non sfugge il quadro che è stato scelto come logo della mostra e copertina del catalogo della Giunti Editore: si tratta dell'opera di Victor Brauner, Senza titolo, proveniente dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia (nella foto).

Accoglie il visitatore «Il violinista» di Marc Chagall e più avanti i colori caldi della tela firmata dallo stesso autore, «Il calesse volante». E ancora «La nostalgia del poeta» di Giorgio de Chirico e «La nascita dei desideri liquidi» di Salvador Dalì, «Il personaggio» di Joan Mirò e lo «Studio» di Picasso accanto a molte sculture di Alberto Giacometti "una mostra nella mostra".

Ecco allora che la ex chiesa di San Marco giunge a nuova vita: di fondazione duecentesca, situata nel cuore della città, prima fu luogo di culto, poi scuderia per le truppe napoleoniche e successivamente mercato coperto fino agli anni Novanta e oggi sede di manifestazioni culturali d'eccellenza. Lungo le sue due navate laterali sono stati posizionati pannelli espositivi che forniscono notizie e informazioni sulla storia dell'edificio e sul consistente capitale storico-artistico di Vercelli: dal Sant'Andrea, basilica gotico romanica alla pinacoteca del museo Borgogna, agli affreschi di Gaudenzio Ferrari in San Cristoforo.

Gli aspetti organizzativi della mostra, che si potrà visitare fino al 2 marzo 2008, sono affidati a Giunti Arte mostre musei (Gamm), che ne pubblica anche il catalogo.

Per gli orari di visita: da lunedì a venerdì dalle 14 alle 19, mentre sabato e domenica non stop dalle 10 alle 20.
Il biglietto costa 8 euro e 9,5 euro, se acquistato in prevendita; prenotazioni via Internet su www.ticket.it/guggenheim o chiamando lo 02-542754.

TELE-VISIONI




Il fotografo Stefano De Luigi ha dedicato molti progetti all'apparenza nella società contemporanea.

Sulle pagine di «Ventiquattro», in edicola da sabato 1° dicembre, anticipa il suo lavoro, «Tele-visioni», frutto dell'ultimo anno di ricerca. Il fotografo, nato a Colonia nel 1964, è entrato in abitazioni private e botteghe di Pechino, e ha ripreso gli angoli dove si trova la televisione.
Gli apparecchi sono fotografati spenti a 1,5-4 metri, quasi fossero visti da un ideale spettatore, poi sul monitor è stata montata un'immagine a colori tratta dal flusso televisivo reale. I colori accesi rapiscono gli occhi, ma, per contrasto, vengono esaltati questi ambienti scabri, disadorni. Emerge così la parte povera della capitale cinese, in netta antitesi con il gigantismo che sta al di fuori delle case.
«Tele-visioni» avrà un seguito: De Luigi ha iniziato a scattare in Italia, sempre seguendo lo stesso principio.

LASCIA PERDERE,JOHNNY!

La musica, la famiglia, e l'"ingenuità" degli anni Settanta.

Sono questi tre gli elementi del nuovo film di Fabrizio Bentivoglio "Lascia perdere, Johnny!", nelle sale da venerdi 30 novembre. "E' soprattutto una storia di musica – dichiara Bentivoglio, anche interprete -. E l'amore per la musica è una parte essenziale della mia vita: una passione che gradualmente, grazie all'incontro con gli Avion Travel, si è trasformata in una complessa esperienza umana".

Faustino Ciaramella è un ragazzo che inizia a suonare la chitarra, e che nel disastro di una breve e improbabile tournée riesce a mettere insieme una strana famiglia, togliendo peso ai conflitti e affidandosi ai suoi compagni di avventura: un impresario dalla fuga facile, un trombettista-bidello, un direttore d'orchestra al tramonto, un cantante che non ha mai avuto successo (un irriconoscibile Peppe Servillo non più pelato, ma ricoperto da un cespuglio di capelli).
"Gli anni Settanta – continua Bentivoglio - li ricordo come anni di ingenuità, come un tempo in cui ci si affidava al futuro e agli altri con una certa incoscienza, ma anche con fiducia. Un tempo in cui i desideri contavano più delle possibilità, il talento non era un'ossessione, e il rapporto con gli altri non solo un rapporto di concorrenza".
Oltre al sentimento di quel periodo, c'è anche l'eco di altre epoche: gli anni Cinquanta, con Falasco e i suoi orchestrali; i Sessanta, che vivono nella figura del Maestro Riverberi e nella sua musica; gli anni Ottanta, allusi nella parte finale, con lo spettro del fallimento e della solitudine, segni di un nuovo tempo che sta per cominciare. E, come spesso nelle storie di formazione, anche quella di Faustino è collocata in un tempo chiuso, il tempo che precede la sua partenza per il servizio militare. In apparenza un tempo di attesa, ma lui lo usa inconsapevolmente, e lo vive come un apprendistato, un'introduzione alla vita adulta.


"Lascia perdere, Johnny!" di Fabrizio Bentivoglio. Con Antimo Merolillo (per la prima volta sullo schermo), Ernesto Mahieux, Lina Sastri, Peppe Servillo, Toni Servillo, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio. Produzione Fandango di Domenico Procacci, in collaborazione con Medusa Film e Sky

FACE A' FACE

Face à Face – Parole di Francia per scene d'Italia

è un'iniziativa dell'Ambasciata di Francia in Italia, pensata insieme a Teatro Eliseo, PAV e al progetto Teri (Traduction, Edition, Representation en Italie) con l'obiettivo di promuovere gli autori di teatro francesi e di interessare alla drammaturgia contemporanea francese il sistema teatrale italiano.


Rispetto alla prima edizione, svolta con successo da gennaio ad aprile 2007 con la partecipazione dei teatri della rete Extra-Candoni, la seconda edizione, guidata da un comitato artistico composto da Olivier Descotes, Gioia Costa, Christine Ferret e Massimo Monaci, si presenta ancora più ambiziosa per dimensioni e durata: coinvolgendo per oltre 6 mesi 10 teatri in 9 città, per un totale di 18 spettacoli in prima nazionale e 40 serate in cui saranno presentati i testi di 17 autori francesi contemporanei, nelle versioni di una decina di stimati traduttori, per circa un centinaio di attori e registi italiani e francesi, scelti tra i nomi di fama internazionale o tra i migliori talenti esperti ed emergenti delle nostre scene, com'è, ad esempio, per i protagonisti della prima tappa del progetto che si terrà a Milano.

Si parte il 27 novembre al Teatro Filodrammatici (repliche fino al 16 dicembre), dove la regista francese Sylvie Busnel presenta in prima nazionale lo spettacolo "Occidente", dal testo di Rémi De Vos.

INFO MILANO:
Teatro Filodrammatici: www.tieffeteatro.it, spettacoli ore 21.00, mercoledì ore 19.30, domenica ore 16.00; biglietti 22/11 euro, tel. 02.8693659
Piccolo Teatro di Milano: www.piccoloteatromilano.org, spettacoli ore 20.30; ingresso libero, tel. 848800304
INFO Face à Face:
c/o PAV 06.6861219/ 06.68134986

BENIGNI E LO STRIP TEASE DI ROSY BINDI

Roberto Benigni annuncia: per reggere il confronto con la trasmissione di Celentano di ieri sera, farà fare "uno spogliarello a Rosi Bindi".

La promessa il comico toscano l'ha fatta al Tg1, a Vincenzo Mollica, che lo intervistava per lanciare la sua diretta televisiva di giovedì sera.
"Sarà una serata", ha detto ancora Benigni, "all'insegna dell' "amore e del sesso", due cose fondamentali nella vita di tutti, tanto che, ha rivelato in conclusione, "son state trovate tracce di sesso anche in Buttiglione e in Sandro Bondi".

UN LAVORO D'AMORE...

Con "Un lavoro d'amore - l'autobiografia" (Edicart) Anne Geddes, la fotografa dei bambini celebre in tutto il mondo per l'innovazione e la dolcezza dei suoi scatti, parla di se' e della propria carriera.

Il volume fornisce il racconto in parole e immagini della vita della fotografa, delle sue emozioni e degli atteggiamenti che hanno dato forma alla sua creativita', da sempre alimentata da un profondo e sincero amore per il mondo dei piu' piccoli. All'interno anche tante fotografie scattate dall'artista australiana, molte delle quali inedite, alcuni bozzetti che rappresentano i concetti delle immagini, delle storie del dietro le quinte ed una gamma degli scatti piu' famosi.

''Sebbene io sia piu' abituata a parlare attraverso le immagini - ha spiegato la Geddes - la mia speranza e' di far comprendere cosa sia l'amore e, a volte, lo humor nel mio lavoro e di offrire una visione intima della creazione delle mie fotografie. La passione e l'impegno della mia vita - ha continuato la fotografa - sono quelli di trasmettere la splendida ed ancora vulnerabile bellezza di ogni bambino, facendo ,al tempo stesso, la differenza ,in modo positivo, riguardo alla cura e alla protezione dei piu' piccoli''.

''Anche se alcuni non ne sono consapevoli - ha concluso l'australiana - ognuno di noi conosce qualcuno che in qualche modo ha subito degli abusi quando era indifeso. Oltre a celebrare il valore unico di ogni piccolo, le fotografie sono, per me, un mezzo per aiutare a rafforzare la consapevolezza del bisogno di prevenire gli abusi sui bambini, cosi' che ognuno di loro abbia la possibilita' di realizzare il proprio potenziale".

LA SITUAZIONE DI CELENTANO E' MOLTO BUONA


Successo di pubblico e di ascolti per il ritorno in televisione su Rai Uno di Adriano Celentano.
Il nuovo programma, "La situazione di mia sorella non e' buona", ha vinto il prime time di ieri con 9 milioni e 209 spettatori e uno share del 32,29.

I dati, forniti dalla Rai, indicano che nel corso della trasmissione il Molleggiato ha superato spesso gli 11 milioni, raggiungendo un picco d'ascolto di 11 milioni 462 mila spettatori e uno share del 39,01.

VEDOVA LUCIO BATTISTI CONTRO FESTIVAL

Nuovo rinvio per la causa davanti al Giudice onorario del Tribunale di Lecco intentata da Maria Letizia Veronesi, vedova Battisti, contro il Comune di Molteno per ottenere non solo la cancellazione definitiva del Festival 'Un'avventura, le emozioni', che tutti gli anni viene organizzato nel paesino brianzolo dove Lucio Battisti si ritiro' prima di morire stroncato da un male incurabile al San Paolo di Milano.
La vedova chiede anche 150mila euro per danni d'immagine.

L'ennesimo slittamento dell'udienza, programmata per stamani, e' dovuto all'assenza di uno degli avvocati. Se ne riparlera' sul finire del febbraio prossimo.
Gia' l'anno scorso la vedova aveva cercato di impedire l'organizzazione dell'evento chiedendo 250mila euro per danni d'immagine ma il Giudice di Erba (Como) respinse il ricorso.
Il Sindaco di Molteno, Ferdinando De Capitani, non molla e in vista della prossima udienza ribadisce a chiare lettere: "Nessuno, qualsiasi cognome porti, deve credere di poterci mettere la ghigliottina sulla testa. Con l'orgoglio del piccolo paese, rivendichiamo il diritto di continuare ad ospitare una bella manifestazione".

Stavolta Maria Letizia Veronesi, spera in una sentenza diversa dal Giudice onorario di Lecco Maria Chiara Arrighi. Se inizialmente la battaglia giudiziaria era tutta ad appannaggio della vedova Battisti, ora al suo fianco si e' schierato anche il figlio Luca e due importanti aziende che detengono i diritti sulle canzoni di Lucio Battisti.

A loro dire la manifestazione, che si volge da nove anni, lede l'immagine del cantautore.

SOAP OPERE E MUSALSALAT

MUSALSALAT E IL TERRORISMO SUGLI SCHERMI ARABI



“Non solo comunicati di Bin Laden, video di rapitori e rapiti, filmati di stragi e bombe che esplodono. Il terrorismo mediatico, nel mondo arabo, non va in onda soltanto sugli schermi di Al Jazeera, diventata ingiustamente famosa in Occidente unicamente per l’abbinamento infausto di televisione e terrore. Con più di 250 canali televisivi locali disponibili via satellite ai pubblici arabi, un argomento così spinoso e attuale riesce a trovare spazio anche dentro altri generi televisivi, oltre a quelli dell’informazione e dell’approfondimento giornalistico. Uno dei terreni privilegiati per la trattazione di tematiche “tabù” come il terrorismo è la fiction seriale.
Se ne poteva avere riscontro lo scorso Ramadan, sintonizzandosi sugli schermi di Lbc, canale libanese con ampi ascolti panarabi, localizzati specialmente nel bacino del Golfo.

L’uso delle serie televisive come veicolo privilegiato di informazione e di educazione verso temi scottanti non è nuovo nella storia dei mass media arabi. La nascita stessa del genere televisivo delle musalsalat è legata a un preciso disegno politico, elaborato negli anni sessanta, all’alba delle trasmissioni della tv egiziana, dall’allora presidente Nasser, capofila del movimento dei Paesi Non Allineati e leader carismatico della dottrina del panarabismo.

Le musalsalat si distinguono dalle soap opera occidentali non solo per ragioni strettamente legate alla fattura televisiva – un numero determinato di episodi le prime, una serie infinita le seconde. Un’importante differenza sta nella struttura del loro contenuto: mentre le soap opera trattano intrecci amorosi e love story tout court, le musalsalat fanno muovere le vicende affettive dei protagonisti dentro un contesto storico e sociale ben definito. Il progetto politico è evidente: ricordare alla popolazione, anche quando diventa solo audience televisiva, che ha un’identità e una storia.

La strategia dell’anti-terrorismo televisivo non serve soltanto a mobilitare l’opinione pubblica contro l’integralismo, ma deve operare per ricostruire un legame saldo con i cittadini-telespettatori: legame che rischia di venir meno in alcune zone del paese, fomentate dai Fratelli Musulmani fino quasi a sfiorare la guerra civile.
Il delicato compito assegnato a queste serie tv è trovare il compromesso fra l’attacco ai movimenti integralisti e l’attaccamento moderato ai valori religiosi, impedendo che questi diventino la piattaforma su cui contestare la politica statale”.

UN "ORSO" PER FRANCESCO ROSI

Orso d'Oro alla Carriera a Francesco Rosi.
L'85enne regista italiano di 'Salvatore Giuliano' e 'Le mani sulla città' riceverà il prestigioso riconoscimento nel corso della 58esima Berlinale, in programma dal 7 al 17 febbraio.

La consegna del premio, prevista per il giorno 14, sarà accompagnata da un omaggio in 13 film, che ripercorreranno la sua lunga carriera dal debutto con 'La sfida', nel 1958, ai più recenti 'Cristo si è fermato ad Eboli' e 'Tre fratelli'. Fra i titoli in cartellone anche 'I magliari' con Alberto Sordi e 'Il caso Mattei' e 'Lucky Luciano' con Gian Maria Volonté.

"Con la loro forza esplosiva - commenta il direttore del festival Dieter Kosslick - i film di Rosi mantengono ancora oggi tutta la loro efficacia. I suoi lavori sono dei veri e propri classici di cinema politicamente impegnato".

In occasione della cerimonia di consegna dell'Orso d'Oro alla Carriera sarà proiettato il film 'Salvatore Giuliano', per la cui regia Rosi era stato premiato alla Berlinale nel 1962.

WE'RE IN CRISIS

"We're in crisis", siamo in crisi, abbiamo bisogno d'aiuto.

E' questo il grido d'allarme che lancia Paul Haggis, presentando oggi a Roma il suo ''Nella valle di Elah'', passato in concorso all'ultimo Festival di Venezia, nelle sale dal 30 novembre con 160 copie distribuito da Mikado. Paul Haggis e' un nome che va di moda a Hollywood, sceneggiatore (''Million Dollar Baby'') e regista (''Crash - Contatto fisico'') premio Oscar, nonche' personaggio dell'avanguardia degli scrittori in sciopero contro l'America delle grandi Major. Ma anche persona disponibile, abile nell'ironizzare (amaramente) sulla sua professione e su quel cinema che critica l'attualita':

"Odio Bush anche perche' mi ha 'costretto' a fare film noiosi -dice Haggis- prima scrivevo commedie e thriller".

Il film, giallo che vuole sensibilizzare sulla guerra in Iraq, parte da un fatto realmente accaduto, raccontato da Mark Boal nell'articolo ''Morte e disonore'' pubblicato sulle pagine di "Playboy": l'omicidio di un giovane soldato appena rientrato dall'Iraq, sul quale indago' in prima persona il padre della vittima, sullo schermo interpretato da Tommy Lee Jones. "Non ho fatto questo film per voi -aggiunge Haggis- ma per quei genitori che mandano i propri figli a combattere, affinche' ci pensino due volte".

TANGO A FERRARA

Sabato prossimo Ferrara festeggia, sotto il segno del tango e con i profumi ed i sapori della cucina argentina, il gemellaggio che da tempo il Comune ha stretto con Buenos Aires.

In particolare, le sale di Palazzo San Crispino e piazza Trento e Trieste, ospiteranno un momento di confronto culturale gastronomico e artistico, che spaziera' dalla buona tavola alle note del tango dell'America Latina, presentato nella sua forma piu' colta, raffinata e seducente.

Si tratta, nello specifico ,di un vero e proprio pacchetto turistico, elaborato dal Comune di Ferrara, dai consorzi 'Ferrara arte e natura' e 'Strada dei vini e dei sapori', da Confartigianato e Federalberghi, che prevede il pernottamento, la visita alla mostra 'Cosme' Tura e Francesco del Cossa' ospitata a palazzo dei Diamanti, una visita alla citta', un aperitivo e una cena.

Il tutto condito dall'accompagnamento musicale dal vivo a cura di Mariano Speranza e dallo spettacolo 'Sapori di tango. Omaggio a Piazzolla' della compagnia 'Barrio de Tango', che sara' allestito nella sale di Palazzo San Crispino.

G.C.GALAN ED IL RINNOVO DELLA BIENNALE

''Unico obiettivo di questa iniziativa e' quello di farla finita con un mare di ipocrisie e conformismi culturali che hanno fin qui soffocato la missione originaria della Biennale di Venezia. E tutto cio' almeno a partire da piu' di quindici anni a questa parte''.

Lo ha detto il presidente della Regione Giancarlo Galan aprendo i lavori del convegno ''Una nave pirata per immaginare la Biennale del terzo secolo: 1895-2007'', alla Scuola di San Giovanni Evangelista a Venezia, insieme al sindaco di Venezia Massimo Cacciari.

All'iniziativa, promossa da Regione, Comune di Venezia e Confindustria per capire, attraverso un serrato dialogo interdisciplinare, quali strumenti siano necessari per rilanciare le potenzialita' dell'Ente in modo tale da restituirgli un ruolo guida a livello internazionale, partecipano oggi e domani esperti e uomini di cultura.

Il presidente Galan ha sottolineato che se la Biennale ''diventa ossequio al regime dei conformismi, se diventa obbedienza a chi non sa porsi alla ricerca di una continua e reale novita', diventa cosa morta, istituzione vuota e superflua''. Per questo si e' augurato, rivolgendosi ai presenti, che la ''nave pirata'' sappia individuare quanto occorre per rimettere in funzione, rinnovandola, la ''cucina'' della Biennale, ma sappia anche indicare i modi per far crescere uno straordinario ''giardino'' di idee nuove e vitali.

Per Galan cio' che ha costituito ''il mito e' la grandezza della Biennale non sono state le inaugurazioni alla presenza dei potenti di turno, non sono state le apparizioni o le sfilate di sola mondanita' e povero chiacchiericcio senza senso''.

"THE ICE TOUR" -ROMA-PALALOTTOMATICA

"Disney’s High School Musical: The Ice Tour", il più grande musical sul ghiaccio, approderà, dopo il debutto europeo di Milano (dal 28 novembre al 2 dicembre), al Palalottomatica di Roma. Dal 5 al 9 dicembre saranno dieci le repliche dello spettacolo prodotto da Feld Entertainment e Kenny Ortega, allestito in collaborazione con Thomas Schumacher, il suo team di "Disney Theatrical Productions" e presentato, in Italia, da Applauso Spettacoli.

Secondo Fiorenza Sarotto, vicepresidente di Walt Disney International, intervenuta questa mattina alla presentazione dello spettacolo, “ 'High School Musical' rappresenta un fenomeno senza precedenti nel mondo - ha spiegato - che conferma la capacità di Disney di creare contenuti di qualità abbinando, ai valori tradizionali, forme espressive e storie coinvolgenti per i bambini e i teen-ager dei nostri tempi”.

Lo show, attraversato dal tenero sentimento che unisce i due protagonisti, Troy e Gabriella, è dedicato ai ragazzi ma non mancherà di coinvolgere ed emozionare anche i genitori. Interpretato da un cast altrettanto giovane di pattinatori di livello mondiale (l’età media è di 20 anni e lo stesso coreografo, Chucky Klapow, ne ha solo 27), il musical, dopo il debutto mondiale avvenuto a New York lo scorso 27 settembre, toccherà 100 città tra Stati Uniti, Canada, Messico, Sud America, Europa e Australia.

Nel musical si potrà rivivere la stessa atmosfera che ha caratterizzato il fenomeno "High School Musical" (creatosi con il primo film trasmesso da Disney Channel Italia nel settembre 2006 e con "High School Musical 2" lo scorso 29 settembre). "Partito da Disney Channel – ha spiegato la Sarotto – il film 'High School Musical' è entrato nel mondo della musica, dell’editoria e dello spettacolo dal vivo”.

Il “movie” ha infatti vinto, nel 2006, due Emmy Award, ed stato trasmesso da 25 canali tra Disney Channel e "free tv", raggiungendo complessivamente 100 paesi e 100 milioni di telespettatori. Grande successo hanno avuto anche la colonna sonora del film, che negli Stati Uniti ha raggiunto 4 dischi di platino, il dvd (con 7,2 milioni di copie in tutto il mondo è stato il più venduto) e il libro (con 1,2 milioni di copie).

“Lo spettacolo sul ghiaccio – ha sottolineato la vice president di Wald Disney International – metterà insieme High School Musical 1 e 2, con le canzoni in lingua originale ma con i dialoghi doppiati e sincronizzati”. Secondo Ermes Bonini di "Applauso Spettacoli" srl “in Italia si sta finalmente riscoprendo il ‘Family show’ che diverte i grandi e piccini. Ci sono voluti tanti anni per portare in Italia uno spettacolo del genere (l’ultimo show della Disney in Italia risale infatti a venti anni fa ndr), a causa delle strutture non adeguate , considerando anche che lo standard produttivo è molto alto, con oltre 20 tir che trasportano materiale e 100 persone che lavorano”.

Le cifre registrate fino ad oggi nei botteghini lasciano pensare che il successo è garantito.
“Ne abbiamo venduti 80.000, tra Roma e Milano, in una sola settimana – ha sottolineato Massimiliano Bucci della “The Base”, società che organizza eventi e concerti – e contiamo di smaltire in fretta anche gli ultimi diecimila tagliandi rimasti. La produzione è gigantesca – ha spiegato Bucci – con un palcoscenico di oltre 700 mq. Quello che noi abbiamo voluto garantire è una visibilità perfetta per tutti gli spettatori”. Dopo le due tappe italiane, il musical sul ghiaccio, approderà, nell'ambito del tour europeo, anche in Spagna, Regno Unito, Svezia, Norvegia e Francia."

"PRIGIONIERA DI TEHERAN"

Una storia di violenza, annientamento e rinascita di una ragazza cristiana ortodossa nata e cresciuta a Teheran durante gli anni della Rivoluzione islamica.

Una storia iniziata una fredda sera di gennaio del 1982, quando i guardiani della rivoluzione arrivarono a casa di Marina Nemat per arrestarla. E' da qui che comincia la lunga avventura di Marina Nemat a caccia della liberta' perduta. Un percorso che racconta nel volume ''Prigioniera di Teheran", pubblicato da Cairo Editore.

Il libro, venduto in 20 Paesi, in Italia e' alla quinta ristampa.

Marina Nemat, in Italia per ritirare il premio per i Diritti Umani del Parlamento Europeo, presentera' il suo volume a Roma, il 14 dicembre, alle 17, presso la Casa delle Letterature, in piazza dell'Orologio 3.

PIETRO BELLI A BRUXELLES

Si terra' domani alle 17.30 a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo, la presentazione della traduzione francese del 'De Re Militari et Bello Tractatus', scritto da Pietrino Belli nel 1563.

Primo studio normativo sulla condotta dei conflitti, il trattato prende in esame alcune basilari regole di comportamento nelle azioni di guerra che Belli espone mosso da sentimenti umanitari e dal desiderio di rendere meno frequenti le ostilita'.
Pietrino Belli, nato ad Alba nel 1502 e morto a Torino nel 1575, vassallo del marchese del Monferrato, ricopri' importanti incarichi di Stato: in particolare fu auditore di guerra negli eserciti dell'imperatore Carlo V e consigliere alla corte di Emanuele Filiberto.

Curata dal professor Dominique Gaurier dell'Universita' di Nantes, la traduzione francese sara' presentata dall'ambasciatore Francesco Paolo Fulci, vicepresidente della Ferrero International, da Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento europeo, dal professor Mauro Politi, giudice della Corte penale internazionale, da Giuseppe Gargani, presidente della commissione giuridica del Parlamento europeo, dal professor Dirk Van Den Auweele dell'Universita' di Lovanio e dal prof. Cosimo Cascione dell'universita' di Napoli Federico II.

La presentazione a Bruxelles e' una ulteriore tappa nel percorso di valorizzazione dell'opera di Pietrino Belli iniziato dalla Fondazione Ferrero in collaborazione con il Comune di Alba e la Societa' di studi storici della Provincia di Cuneo nel 2002 con il convegno 'Pietrino Belli. Un giurista tra principi e sovrani'. La Fondazione Ferrero e' operativamente impegnata da anni in due settori: le attivita' sociali e le attivita' culturali.

DANIELE SEGRE 'UNA TRAGEDIA CONTEMPORANEA'

Un ''libro di testo'' che ha l'obiettivo di ''educare, sensibilizzare e stimolare la riflessione e l'assunzione di responsabilita' su una grande emergenza, una vera tragedia contemporanea''.

Sara' tutto questo 'Morire di Lavoro', il documentario sulle morti bianche e gli infortuni sul lavoro che il regista torinese Daniele Segre ha appena finito di girare in Piemonte e di cui ha voluto parlare oggi ospite del Torino Film Festival.

Una pellicola che, in realta', sara' 4 diversi film tre regionali, che descrivono le realta' locali di Piemonte, Lombardia e Campania, attraverso la voce dei protagonsti che hanno vissuto sulla loro pelle la tragedia degli incidenti sul lavoro, e un film nazionale che si aprira' con la voce di un attore che impersona un morto sul lavoro e che racconta la sua storia sull'immagine dell'Altare della Patria, ''perche' - dice il regista - i morti sul lavoro sono caduti per il nostro Paese''.

E allo stesso modo si apriranno i tre film regionali, con le immagini simbolo del Vesuvio, del Duomo di Milano e della Mole Antonelliana che faranno da sfondo ai racconti di tre attori che ''faranno parlare chi non puo' piu' parlare''.

Una scelta registica che serve bene a chiarire quale sia la situazione del lavoro nei cantieri edili delle tre regioni se si pensa che per la Campania e la Lombardia Segre ha scelto due attori che parleranno in dialetto napoletano e bresciano, mentre ,per il Piemonte ,si'ha deciso di affidarsi ad un attore senegalese, a simboleggiare la realta' piemontese dove i lavoratori stranieri sono la stragrande maggioranza.

FESTIVAL DEI POPOLI A PESCARA

Si svolgera' a Pescara dal 4 al 6 dicembre la seconda edizione del Festival dei popoli migranti.

La manifestazione prevede spettacoli, cinema dall'Africa, stand di editoria della pace e dei diritti umani, cucina etnica, presentazione libri, dibattiti e concerti.

L'EUROPEAN FILM AWARDS PREMIA ALAIN RESNAIS

Agli European Film Awards, il premio della critica cinematografica 2007, il Prix 'Fipresci' va ad Alain Resnais per 'Cuori'.

Come spiega la motivazione della Fipresci, Resnais "tratta i suoi personaggi come farebbe un affettuoso burattinaio con le sue creature. Osserva i loro andare e venire con la benevolenza di chi ben sa quanto l'agitazione sia vana, ma preferisce che gli altri lo scoprano da soli".

Il premio rende omaggio a uno dei piu' importanti registi europei che col suo lavoro ha esercitato un'influenza decisiva sul cinema contemporaneo.

Il premio sara' consegnato durante la Cerimonia di Premiazione della 20a edizione degli European Film Awards, sabato a Berlino.

CASA MUSEO E LIBRI PER IL 100rio DI ALBERTO MORAVIA

Cento anni fa, il 28 novembre 1907, a Roma nasceva Alberto Moravia, uno degli scrittore che maggiormente ha segnato il Novecento letterario italiano, con opere come ''Gli indifferenti'', ''La romana'', ''La ciociara'' e ''Il conformista''. Regalo permamente di questo centenario sara' il museo che sorgera' nella casa romana di Moravia. I suoi eredi l'hanno donata, infatti, al Comune, rinunciando anche agli arredi interni. Si tratta di un ricco patrimonio immobiliare, culturale e artistico di sicuro interesse per tutti gli appassionati della storia e della letteratura novecentesca italiana, perche' nella casa trova posto una notevole collezione di quadri di importanti autori italiani, un archivio costituito da un considerevole patrimonio bibliografico, documentario, fotografico e multimediale che ricostruisce l'opera dello scrittore e del contesto del Novecento italiano.

La Casa Museo, sul lungotevere della Vittoria, sara' anche sede della ''Associazione Fondo Alberto Moravia'', onlus costituita nel 1991, che si occupera' in particolare della gestione dell'archivio e della biblioteca e curera' la programmazione delle attivita' culturali. In occasione del centenario della nascita di Alberto Moravia, l'editore Bompiani ripropone nei tascabili il libro-intervista ''Vita di Moravia'' (pagine 306, euro 15), scritto dall'autore con Alain Elkann, in una nuova edizione, arrichita di parti inedite. Oltre alla pubblicazione del romanzo inedito ''I due amici'', Bompiani fa uscire per il centenario anche un cofanetto con il libro ''Gli indifferenti'' e una versione audio del romanzo in sei cd, nella lettura integrale dell'attore Toni Servillo, e il quarto volume dell'opera omnia moraviana. Dall'editore Mondadori esce un fascicolo speciale della rivista ''Nuovi Argomenti'', fondata dallo stesso scrittore romano.

Quasi cento fotografie, in gran parte inedite, realizzate dalla scrittrice e compagna di Alberto Moravia, Dacia Maraini, durante i frequenti viaggi compiuti dalla coppia tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, vengono presentate, in occasione del centenario della nascita del grande scrittore e intellettuale romano, presso la struttura dell'Ex Gil a Trastevere, recentemente adibita a spazio espositivo. La mostra ''Moravia. Dal mondo intero. Fotografie di Dacia Maraini", curata dal fotografo Serafino Amato, e' realizzata dall'assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport della regione Lazio, in collaborazione con il fondo "Alberto Moravia" e con il patrocinio del ministero per i Beni e le Attivita' Culturali.

DISCO D'ORO PER I TAZENDA

''Vida'', l'ultimo album dei Tazenda, e' disco d'oro con 100 mila copie vendute.



Il disco contiene il brano 'Domo mia', successo dell' estate 2007, che vede la partecipazione straordinaria di Eros Ramazzotti, ed e' un commosso omaggio allo scomparso Andrea Parodi, fondatore e primo cantante dei Tazenda.

IL BOSS A MILANO





Tutto pronto al DatchForum di Assago, alle porte di Milano, per l'unica data italiana di Bruce Springsteen e della E Street Band.
Il tour europeo è partito domenica sera da Madrid e, dopo una seconda tappa lunedì a Bilbao, approda nel capoluogo lombardo per un concerto i cui biglietti sono andati a ruba, esauriti già dopo poche ore dall'apertura delle prevendite.


Mercoledì sera, quindi, l'unica speranza di accaparrarsi un biglietto sarà legata alle disponibilità, e all'avidità, dei bagarini.

I fans possono però stare tranquilli: secondo notizie non ancora ufficialmente confermate ma provenienti da una fonte autorevole come il Corriere della Sera, Bruce Springsteen tornerà presto in Italia per esibirsi, il prossimo 25 giugno, allo stadio di San Siro, già teatro della prima data italiana in assoluto del Boss (era il 1985) e di un bis nel 2003.


Magic, l'ultimo album di Springsteen, ha lasciato perplessa parte dei fan ma dal vivo il musicista del New Jersey non delude mai, affiancato da una band con pochi rivali che gioca a memoria ormai da molti anni.

Purtroppo mancherà Danny Federici, costretto a sottoporsi a un ciclo di cure per combattere il melanoma diagnosticatogli alcuni anni orsono. Federici verrà sostituito da Charles Giordano, uno dei membri della Seeger Sessions Band.

Assieme al sassofonista Clarence Clemons e al bassista Garry Tallent, Federici è il musicista della E Street Band con maggiore anzianità di servizio accanto al Boss. "Siamo amici da più di quarant'anni - ha commentato Springsteen - e Danny è uno dei pilastri del nostro sound. Gli auguriamo di tornare con noi presto e in salute".


Una nota di tristezza alla vigilia di un concerto che si preannuncia memorabile

JEAN BAUDRILLARD -BIOGRAFIA ED OPERE

Nato nel 1929 a Reims ,in Francia, Jean Baudrillard inizia la sua formazione come germanista, e successivamente ottiene un dottorato in sociologia.

Dal 1966 insegna all’università di Paris X-Nanterre, e negli anni successivi entra a far parte dell’Institut de recherche sur l’innovation sociale, laboratorio del Centre national de la recherche scientifique.
Sociologo brillante, Baudrillard ha consacrato la sua opera all’analisi della società contemporanea studiando ,in particolare ,la società dei consumi: i suoi miti, le sue strutture. Il consumo è trattato nei suoi lavori come un ‘linguaggio sociale’ qualcosa che tende ad aumentare i desideri degli individui piuttosto che a soddisfarli.
Nel mondo contemporaneo si assiste ad una dematerializzazione della realtà e l’attenzione dell’uomo è distolta dal mondo naturale e concentrata sulla televisione, sul mondo della comunicazione che è divenuta un valore assoluto, un obiettivo in sé.
I vecchi miti sono stati rimpiazzati e la società è, secondo Baudrillard, dominata da una ideologia fondata sull’. Violenza, miseria, ignoranza non sono affatto scomparse, ma fanno parte di una realtà quotidiana che gli uomini finiscono per non vedere annebbiati da strategie fatali (il volume esce in Francia nel 1983 e viene subito tradotto in italiano) e ‘rassicuranti’.

Baudrillard ha svolto un’intensa attività di traduzione delle opere di Bertolt Brecht.









Bibliografia


Tra i suoi lavori tradotti in italiano citiamo:

Il parossista indifferente. Conversazioni con Philippe Petit, tr. di Nardini C., 1998, King Kamehameha Press
Taccuini 1990-95, 1998, Transeuropa
Della seduzione, tr. di Lalli P., 1997, "Saggi e documenti del Novecento", SE
Il delitto perfetto. La televisione ha ucciso la realtà?, tr. di Piana G., 1996, Cortina Raffaello
Art & jeans. Matière, mémoire, idée. Riliefs minimaux. Catalogo della mostra (Parigi, Passage de Retz, 1994) (con Di Castro Federica), (ill.), Charta
Artenergie (con Di Castro Federica) (ill.), 1994, Charta
La trasparenza del male. Saggio sui fenomeni estremi, tr. di Marsciani F., 1991, SugarCo
Guerra virtuale e guerra reale. Riflessioni sul conflitto del Golfo (con Perniola Mario - Formenti Carlo), tr. di Villani T. e Dalla Vigna P., 1991, Mimesis
Lo scambio simbolico e la morte, tr. di Mancuso G., 3 ed., 1990, Feltrinelli
L'america, tr. di Guarino L., 4 ed., 1988, Feltrinelli
La sparizione dell'arte, tr. di Grazioli E., 1988, Politi
Il sogno della merce, 1987 e 1995, Editori di Comunicazione
L'altro visto da sé, tr. di Carbone M. T., 1987, Costa & Nolan
La sinistra divina, tr. di Serra A., 1986, Feltrinelli
All'ombra delle maggioranze silenziose, tr. di Camici M. G., 1985, Cappelli
Dimenticare Foucault, a cura di Bellasi P., tr. di Camici M. G., 1985, Cappelli
Lo scambio simbolico e la morte, tr. di Mancuso G., 1984, Feltrinelli
Le strategie fatali, tr. di D'Alessandro S., 2 ed., 1984, Feltrinelli
Simulacri e impostura. Bestie, Beaubourg, apparenze e altri oggetti, tr. di Lalli P., 1980, Cappelli
Il partito Comunista o i paradisi artificiali del politico, a cura di Folin A., 1982, Bertani
La società dei consumi, 1976, Il Mulino

JEAN BAUDRILLARD ED IL WEB

Domanda 1

L'immersione totale nello schermo e nel computer del soggetto può implicare che la realtà possa scomparire in un generico non-luogo?

Risposta
Sì, certo, la realtà è già scomparsa in certo modo, ma perché essa in fin dei conti, non è mai altro che l'effetto di uno stimolo, di un modello. C'è un modello di realtà, un principio di realtà, che è stato costruito e che si può scomporre molto rapidamente. E' in effetti una sorta di costruzione quella che si è sgretolata sotto la spinta delle tecnologie moderne, delle nuove tecnologie in particolare. Ciò che viene chiamata la realtà virtuale ha senza dubbio un carattere generale e in qualche modo ha assorbito, si è sostituita alla realtà nella misura in cui nella virtualità tutto è il risultato di un intervento, è oggetto di varie operazioni. Insomma tutto si può realizzare di fatto, anche cose che in precedenza si opponevano l'una all'altra: da una parte c'era il mondo reale, e dall'altra l'irrealtà, l'immaginario, il sogno, eccetera. Nella dimensione virtuale tutto questo viene assorbito in egual misura, tutto quanto viene realizzato, iper-realizzato. A questo punto la realtà in quanto tale viene a perdere ogni fondamento, davvero si può dire che non vi siano più riferimenti al mondo reale. E infine tutto vi si trova in qualche modo programmato o promosso dentro una superformula, che è quella appunto del virtuale, delle tecnologie digitali e di sintesi. Accade effettivamente che a un certo punto il reale ci sta pur sempre di fronte, e noi ci confrontiamo con esso, mentre con il virtuale non ci si confronta. Nel virtuale ci si immerge, ci si tuffa dentro lo schermo. Lo schermo è un luogo di immersione, ed ovviamente di interattività, poiché al suo interno si può fare quel che si vuole; ma in esso ci si immerge, non si ha più la distanza dello sguardo, della contraddizione che è propria della realtà. In fondo tutto ciò che esisteva nel reale si situava all'interno di un universo differenziato, mentre quello virtuale è un universo integrato. Di certo qui le care vecchie contraddizioni fra realtà e immaginazione, vero e falso, e via dicendo, vengono in certo modo sublimate dentro uno spazio di iper-realtà che ingloba tutto, ivi compreso un qualcosa che sembrava essenziale come il rapporto fra soggetto e oggetto. Voglio dire che nella dimensione virtuale non c'è più né soggetto né oggetto, ma entrambi, in via di principio, sono elementi interattivi. Parlo in termini un po' approssimativi perché non appartengo completamente a questo mondo, non ne faccio parte, ma in ogni caso posso parlarne nonostante tutto, e mi sembra di vedere determinate cose che succedono al suo interno. In questo universo il soggetto non ha più una sua posizione propria, una condizione vera, in quanto soggetto, di un sapere o di un potere o di una storia. C'è invece un'interazione, che vuol dire in fin dei conti uno svolgimento o un riavvolgimento di tutte le azioni possibili. Nella realtà virtuale tutto è effettivamente possibile, ma la posizione del soggetto è pericolosamente minacciata, se non eliminata.

Domanda 2

Lei sostiene che nel futuro tutto potrà accadere in un mondo che sarà frutto di operazioni vituali e non avrà più bisogno di uno spazio reale e simbolico. In che tipo di mondo avranno luogo le cose?

Risposta
Non mi è possibile descriverlo. E' una dimensione di cui in definitiva si ha un presentimento attraverso vari indizi. Non saprei. In termini di spazio non si ha molto di più delle fantasie della fantascienza, che però offrono immagini di uno spazio fantastico. Tutta la fantascienza ci ha abituato in qualche maniera a concepire altri spazi con coordinate differenti, multi-spazi, e via dicendo. In relazione al tempo questo è molto più difficile da immaginare, ma in ogni modo si ha l'idea di manipolare il tempo reale. In effetti, il tempo virtuale è il tempo reale e d'altronde è del tutto paradossale e ambiguo il fatto che si chiami tempo reale il tempo proprio della virtualità, il quale non è più in alcun modo il tempo della realtà, quello cioè che in ogni caso scandisce la durata dello sviluppo fra passato, presente e futuro. Nessuna di queste tre categorie di tempo ha più valore: il tempo reale è l'istantaneità dell'operazione, è il tempo stesso dell'operazione, e perciò ciascuna operazione ha in un certo senso un tempo proprio, che però non corrisponde più a una cronologia. In effetti non c'è più una memoria, non c'è più la possibilità né di prevedere il futuro in funzione dei dati della realtà, per l'appunto, né tanto meno di contemplare una memoria vivente di ciò che ha avuto luogo, perché nel tempo reale non esiste più la dimensione storica, né tutto quanto si svolge nella storia, nel tempo al cui interno esisteva la storia. Tutto ciò non è più reperibile o recuperabile a livello di tempo reale, e questo pone numerosi problemi in quanto proprio ora, alla fine del ventesimo secolo, siamo impegnatissimi a tentare di recuperare tutta la storia del Novecento, di comprendere cosa ne sia stato, e regolare i conti sospesi, fare un bilancio. In effetti non ci si riesce, si cerca di resuscitare tutto ma senza successo, poiché ormai non siamo più nel tempo storico ma in una diversa dimensione temporale: quella del tempo reale, e il tempo reale è privo di coordinate, per così dire. E dunque probabilmente non è l'unico, può non essere il modello definitivo, e saremo noi a stabilirlo, ma in ogni caso esso rappresenta comunque una rottura del senso del tempo, questo è certo. In relazione allo spazio si ha l'impressione che esso si moltiplichi nel mondo virtuale, che si abbia la capacità di abbracciare tutti gli spazi possibili; per quanto riguarda il tempo, al contrario, si percepisce una contrazione straordinaria, la quale fa sì che tutto si riduca all'istante dell'operazione che avviene in quel momento particolare, e che subito dopo non vi sia più ricordo. Beninteso, dico questo non per nostalgia di un oggetto perduto, anche se da un punto di vista esistenziale l'abbiamo effettivamente perduto, ma in base a termini dettati da una situazione diversa, del tutto originale, della quale però non abbiamo i mezzi per poterne prefigurare compiutamente le conseguenze.

Domanda 3

Lei ha descritto il mito della caverna di Platone come chiave di interpretazione del conflitto fra reale e virtuale. Ce ne può parlare?

Risposta
L'immagine di Platone è diversa in quanto si riferisce alla figura di una nascita, di qualcosa di irreale in quanto ombra di qualcosa, ma tuttavia il mito parla comunque dell'essere. Ci sono ombre che si muovono in circolo e noi non siamo che il riflesso di un'altra sorgente, che esiste altrove, una fonte luminosa dinanzi alla quale però si interpone un corpo, e le ombre sfilano. Nel mondo virtuale, invece, direi che non ci sono né apparenze né essere, non esistono ombre giacché l'essere è trasparente, in un certo senso questo è il dominio della trasparenza totale. Noi siamo perciò come attraversati in qualche modo dai messaggi, dall'informazione, dai megahertz o che so io, da tutto quel che si vuole, poiché noi stessi siamo trasparenti all'interno della realtà virtuale, non abbiamo più un ombra. La nostra, se si vuole, è tipicamente l'epoca dell'uomo che ha perduto l'ombra. La famosa frase, "egli ha smarrito la sua ombra", è una metafora che sta a indicare che abbiamo perso l'opacità, e in fondo l'essere stesso, lo spessore dell'essere, la sua profondità. Al contempo si è perduto anche il significato che l'ombra aveva un tempo, vale a dire la negatività, la morte. Del resto è vero che di fatto ci troviamo dentro a un sistema che si prefigge di eliminare la morte, nel quale non ci dovrà più essere nulla di negativo, come la fine dell'esistenza e l'ombra. Un sistema totalmente operativo e positivo al cui interno noi saremo tutti trasparenti, comunicativi, interattivi. In questo ambito, perciò, non credo ci sia una scena in cui compaiono queste ombre platoniche. Non so in che contesto ne avevo parlato, ma in ogni caso non sussiste alcun rapporto fra le due immagini se non di contrapposizione, non vi sono analogie.

Domanda 4

Nel suo libro "Il delitto perfetto" troviamo la ricostruzione di un delitto, ovvero la morte della realtà e lo sterminio delle illusioni ad opera dei media e delle nuove tecnologie. Ci vuole parlare di questo libro?

Risposta
È difficile parlare di un libro o del tema in esso affrontato. A proposito del titolo, si è trattato in effetti dell'uccisione della realtà, e più ancora che della realtà, a mio parere, delle illusioni. Voglio dire che la perdita più grave è senz'altro quella dell'illusione, vale a dire di una parte diversa del nostro rapporto con l'esistente. Il concetto di realtà è relativamente recente, contiene un sistema di valori solo da poco consolidatosi. Per contro, mi sembra che l'illusione sia parte integrante dell'organizzazione simbolica del mondo, ed è perciò assai più dinamica. È l'illusione vitale di cui parla Nietzsche, costituita da apparenze, fantasie, e tutto ciò che può essere la forma di una proiezione, come una scena diversa da quella della realtà. E mi pare che essa sia stata completamente eliminata da questa operazione del virtuale che, in parole semplici, io chiamo "delitto" ma che in fondo non è che una metafora un poco esagerata e forse persino non troppo giusta, nella misura in cui non si tratta in realtà di un crimine o di un assassinio in senso simbolico. Quando Nietzsche diceva "Dio è morto", ad esempio, intendeva identificare con l'uccisione di Dio una rivoluzione positiva, se così posso esprimermi, mentre nell'altro caso non abbiamo un omicidio ma una eliminazione, una scomparsa, un annullamento, cosa alquanto più grave. Quanto all'aggettivo "perfetto", esso denota come il vero delitto, come sto per dire, consista nella perfezione, perché vuol dire che è quest'ultima il risultato finale. Questo universo reale, imperfetto e contraddittorio, pieno di negatività, di morte, viene depurato, lo si rende "clean", pulito; lo si riproduce in maniera identica ma dentro a una formula perfetta. Così avremo bambini perfetti grazie alla manipolazione genetica, avremo un pensiero perfetto grazie all'intelligenza artificiale, e così via. La perfezione è dunque questo ideale in certo modo perverso che rappresenta il vero delitto. A mio avviso, insomma, il delitto consiste nella perfezione di questa specie di modello ideale che si vuole sostituire alla realtà e al contempo all'illusione.

Domanda 5

La sua posizione nei confronti dei media è estremamente critica: quali sono, a suo avviso, i rischi maggiori per una società dell'informazione come la nostra?

Risposta
Sì, il mio atteggiamento è di critica, e certamente lo difendo in quanto è quello sperimentato più a lungo nel tempo, e si richiama un po' all'eredità del pensiero critico; in fondo, tutto il pensiero critico tradizionale non può che essere anti-mediatico, non può che muovere obiezioni ai media. Anch'io ho formulato una sorta di critica radicale, ma è ormai talmente nota che non vale la pena tornarci sopra ancora una volta. In qualche modo è vero che i media fanno il loro lavoro e sono un elemento essenziale nella strategia del delitto perfetto, in un certo modo ne fanno parte: ma questo è ancora troppo semplice. Io direi invece che la mia è piuttosto una posizione ironica in rapporto ai media. I media si frappongono in maniera tale fra la realtà e il soggetto, che, mi pare, non ci sono più interpretazioni possibili in quanto l'informazione rende l'accadimento incomprensibile. L'evento storico non si sa più cosa sia quando passa attraverso i media, in breve si ha una transustanziazione di questo tipo in tutto ciò che i media fanno, così che ne risulta quel che io chiamerei una simulazione, un simulacro, e perciò non esiste più né il vero né il falso: non si sa più quale sia il principio della verità. Questo è certamente un dato importante; ma infine, c'è davvero bisogno della verità? In fin dei conti, l'obiettivo dei media non è stato forse di eliminare effettivamente il principio morale e filosofico della verità, per installare al suo posto una realtà completamente ingiudicabile, una situazione di incertezza che, se si vuole, può ben essere immorale e difficile da sopportare, ma che in certo modo è ironica? Se guardiamo alla cosa con ironia, scopriamo che i media si sono dedicati a smontare questo principio di verità, autorità e certezza che rappresenta del resto, bisogna dire, il fondamento di tutta una civiltà dal carattere autoritario e moralmente rigoroso. Dunque i media svolgono anche questa funzione di scomposizione, e si possono interpretare nell'altro senso. Allo stesso modo tutta la tecnica in generale, non solo i media, ma gli strumenti tecnici, le macchine, eccetera, sono in certo senso anch'essi dei mezzi per togliere realtà al mondo, e inoltre, come ho detto, per instaurare una sorta di incertezza, di gioco, e finalmente di amoralità delle cose. E forse in tal modo essi ci liberano dal dovere di attenerci ai principi di verità, di obiettività, e di tutti i princìpi su cui è fondata la nostra morale. Tutto questo, evidentemente, è per noi destabilizzante, non c'è alcun dubbio, ma è sempre la stessa storia: da una parte si perde, in misura enorme, ma se si sa affrontare la situazione in una certa prospettiva si può pervenire a un'interpretazione ironica, nel senso che l'ironia può ispirare una visuale totalmente relativizzata e destabilizzata. Si può perdere, certamente, ma forse si possono anche trovare nuove regole per giocare. Sono perciò radicalmente critico contro i media nel quadro del sistema dei valori umanistici, ossia quello che noi conosciamo e che è nostro: a questo livello bisogna essere assolutamente critici e addirittura spietati. Se però si affronta la questione diversamente, e ci si pone al di là della fine, al di là di quel principio, in un eventuale altro universo, allora non si può dire: può darsi che i media, la tecnica, eccetera non siano che operatori di qualcosa che non so descrivere, di un gioco, di ironia, non so.

Domanda 6

Qual è, se c'è, a suo avviso, la vera seduzione di Internet?

Risposta
La seduzione? Beh, io non ho mai parlato di seduzione a proposito di Internet, e mi stupirei se l'avessi fatto. A mio parere non ve n'è traccia, in alcun modo, poiché la seduzione in ogni caso suppone appunto una relazione, un rapporto a due; quale che ne sia il carattere la seduzione esiste sempre all'interno di uno scambio duale. In Internet, al limite, c'è un'interazione, che non è in alcun modo una relazione duale poiché non è fondata sull'alterità, e non è nemmeno una relazione di confronto, di sfida, eccetera. Abbiamo invece un rapporto di immersione, di interazione: là dentro non esiste seduzione, al massimo si produce, evidentemente a livello collettivo, una reazione di fascinazione, ma come avviene al cospetto di un universo feticcio, di un oggetto d'adorazione. Non dico questo per negare [questa realtà], anche se è vero che non vi partecipo, non le appartengo, e in un certo senso sono dunque un cattivo giudice e parlo per partito preso; ma quel che mi sembra chiarissimo è che per esserci una seduzione bisogna che ci sia una scena della seduzione, e dei veri attori, non semplicemente degli interattivi, ma attori che mettano in gioco la propria identità al fine della seduzione. Sia nella seduzione amorosa che di altro genere, artistico, estetico, o altro, si verifica una messa in gioco dell'identità, e persino una perdita dell'identità ma nel contesto di un rapporto duale. Poi esiste un piacere della seduzione che non ha nulla a che vedere con il fascino dello schermo e dell'operazione su Internet. Perciò no, farei una distinzione completa fra le due cose, e certamente non ho mai parlato di seduzione a proposito di Internet, non è proprio possibile. C'è semmai una relazione di attrazione, e questo è evidente, la cosiddetta fascinazione collettiva, questo può essere. Ma è di nuovo il discorso di prima, occorre trasferirsi sul piano dell'ironia e dirsi: "Tutto questo non è forse un'altra scena su cui noi rappresentiamo la commedia di Internet e di tutto il mondo virtuale, della cibernetica, eccetera?" A livello collettivo forse anche questo è soltanto un grande gioco, che non occorre necessariamente prendere del tutto sul serio, così come ogni giorno si dà la commedia della politica e di un mucchio di altre cose. Ebbene, esiste una scena della politica, la quale però è ormai diventata l'ambientazione di un teatro se non comico, almeno, in ogni caso, molto meno drammatico, senza dubbio. Internet è nuovo, originale se si vuole, ma come dico, ne esiste già una replica nei media. Internet stesso si trova già sdoppiato nel commento mediatico che se ne fa e nel suo consumo globale, e pertanto Internet stesso non è già più Internet, ma è stato attirato nel sistema della simulazione, e in fondo è già stato trasformato. Si entra nella cultura del Web, del Net, e al contempo si è già nell'iper-realtà di queste stesse entità, perché in quel senso non ci si ferma, ed è un bene: voglio dire che altrimenti si potrebbe credere che Internet sia la rivoluzione tecnica, l'ultima, quella definitiva, e si potrebbe pensare "Siamo arrivati, ci siamo, questo è veramente il progresso assoluto, e si è completato". Ebbene, questo sarebbe la morte, in un certo senso, ma fortunatamente Internet sta ridiventando l'oggetto di un gioco, e in fin dei conti si consuma un po' al modo in cui certe persone pagano per un telefonino cellulare solo per far vedere di averlo. Possono essere milioni le persone che si comportano così, si può creare in tal modo una nuova cultura, un nuovo ambiente, ma nonostante tutto bisogna stare bene attenti a non prendere troppo sul serio l'idea che i fondamenti dell'uomo e della sua civiltà saranno rivoluzionati da una tecnica, qualunque essa sia, anche Internet.

Domanda 7

Come pensa sia mutato il nostro rapporto con la realtà in seguito all'accelerazione del progresso tecnologico nel corso di questi ultimi anni?

Risposta
Certamente il rapporto con la realtà è cambiato, ma c'era dunque una realtà? Bisogna anzitutto pensare a questo problema, bisogna credere alla realtà perché il rapporto con essa si trasformi. Io non sono sicuro, non lo sono mai stato, che si sia veramente creduto alla realtà. La realtà esiste, ma non le si crede: un po' come con Dio, nel senso che potrei dire che esiste ma non ci credo. In qualche modo si è creato un rapporto al contempo da credente e da incredulo. Questo ovviamente accade più velocemente con le nuove tecnologie, perché si va sempre più lontano, al cospetto di questa specie di proliferazione dell'informazione, e si diventa via via più scettici. La gente non crede più a nulla; in certo modo neppure alla politica, non più. In effetti, se si vuol prendere sul serio la realtà, almeno nelle apparenze con cui essa ci appare, si scopre di essere ormai sempre più lontani, è evidente. A questo punto, perciò, il vero problema è sapere dove si arriverà, data l'accelerazione con cui si sviluppano quelle tecnologie: perché è vero che questo progresso vorticoso c'è stato nel corso degli ultimi anni, diciamo nell'ultimo ventennio, ma del resto tutte queste cose venivano già osservate e analizzate fin dagli anni Sessanta, e dunque di tempo ne è passato parecchio. Ora però si sta verificando una tale accelerazione che ci si domanda in effetti se non stia prendendo forma una configurazione tipica del caos, vale a dire un'accelerazione e una turbolenza tali che non si sa fin dove si andrà avanti e a quale termine si arriverà naturalmente, con grande rapidità, come a un muro, o a qualcosa di simile al crollo totale della realtà. Possono verificarsi incidenti collettivi? E' probabile, e a tale proposito sarà interessante vedere come una simile catastrofe stia per verificarsi, ad esempio, in occasione dell'anno 2000 con il Bug dei computer. Sarà un evento paradossale: dobbiamo francamente riconoscere l'ironia fantastica, feroce del fatto che invece di presagire la fine del mondo come nell'anno 1000, la nostra catastrofe sarà di natura virtuale, e saremo noi ad averla messa in atto per mezzo della nostra tecnica. Seguendo questo esempio possiamo pensare che ugualmente ci aspetta, e a breve scadenza, una forma di implosione collettiva di queste tecniche e tecnologie: ce ne sono le tracce, già se ne vedono prefigurazioni nei crack finanziari e delle borse, e lo si vede bene in relazione a certi frammenti del sistema, frammenti interi che possono cadere d'un sol colpo. Ma allo stesso tempo si gioca con l'idea di farsi paura in questo modo: io credo che sia difficile fare previsioni per la ragione detta poc'anzi, ossia che ci troviamo nel tempo reale, e che non siamo in grado di formulare alcuna prefigurazione di quanto accadrà fra dieci anni, questo non è possibile, dobbiamo fermarci qui.

Domanda 8

Allora è vero che si ha paura del Bug del millennio, o no?

Risposta
Sì, in fondo c'è anche questo timore, ma è al contempo come una fascinazione, sicché allo stesso tempo si ha paura e ci si dice: "Sì, mi piacerebbe proprio che accadesse qualcosa nella realtà". Stranamente, infatti, siamo in un mondo che ha una sovrabbondanza di accadimenti e di informazione, eppure si ha l'impressione che non accada più nulla ormai, e perciò si va alla ricerca addirittura di un evento totale, di qualcosa che possa fungere da principio di catarsi. E così la scadenza simbolica del millennio serve precisamente a cristallizzare questa ricerca dell'immaginario. Ora, in presenza di una forte cristallizzazione si producono effetti estremamente positivi ed estremamente negativi. Si ha quindi una specie di speranza nell'anno 2000, l'idea che si riazzereranno tutti i computer, che si laveranno i panni di tutto il ventesimo secolo così pieno di violenza, guerre, eccetera, e che si ricomincerà da capo con una forma di innocenza collettiva. Questa speranza esiste, ma al contempo si affianca a una speranza inversa, credo, ossia non proprio che tutto sprofondi ma che si verifichi un vero disastro, un incidente non so bene di che natura, il quale dia vita a un evento davvero determinante e decisivo. Ecco dunque che tutti gli avvenimenti con i quali si ha a che fare in questa fine secolo sono in fin dei conti dei grandi pseudo-eventi, delle grandi produzioni mondiali, che si tratti di Diana, di Clinton o di altro. In realtà non sono fatti, ma specie di scenari per un consumo di massa, non semplici eventi. Insomma, non saprei dire cosa la gente speri: al contempo ci si aspetta il peggio e il meglio, ed è una fortuna, perché vuol dire che c'è ancora spazio per l'immaginario.

Domanda 9

Lei ha affermato che la società attuale vorrebbe sopprimere l'idea stessa di morte. Cosa rappresenta allora la clonazione?

Risposta
Rappresenta una modalità di questa immortalità artificiale, se si vuole, una via per passare al di là della morte, al fine di non subire più il triste destino degli esseri viventi, vale a dire sessuati e mortali per arrivare a trovare un sostituto totale persino dell'esser morti. Ci possiamo riprodurre in maniera identica a quel che siamo e indefinitamente, sicché finalmente abbiamo ritrovato l'immortalità degli esseri protozoici, degli organismi anteriori alla riproduzione sessuata, dei tempi della riproduzione per replica identica. Questa è dunque una forma di immortalità, e non c'è più la morte individuale, al suo posto abbiamo un'impresa tecnica, la quale può persino divenire immaginaria. Non so bene quale dei due termini venga prima, se sia la tecnica a trascinare l'immaginario o viceversa, l'immaginario a indirizzare la tecnica; ma l'idea di espellere la morte, di eliminarla dall'ambito della vita, e infine di mantenere della vita nient'altro che i lati positivi, cancellando tutti quelli negativi, tutto questo è già presente, voglio dire, nell'idea, nella proiezione fantastica. Così questa idea si materializza poi nelle tecniche, che diventeranno quel che diventeranno, ma che certo, necessariamente verranno impiegate in pratica: questo è evidente, perché l'attrazione è troppo forte, e anche se comitati etici e via dicendo si mettono in moto, l'attrazione collettiva è irresistibile. Dunque succederà, si tenterà di eliminare davvero la morte, quella individuale: è di essa che parlo, perché della morte in quanto tale resterà comunque il fantasma, uno spettro che attraversa le varie epoche, è vecchio come il mondo, e appartiene alla nostra civiltà in quanto essa è stata la prima a dotarsi dei mezzi tecnici per tentare di realizzare la morte. Finché un fantasma resta fantasma, bene, fa parte dell'immaginario, ma quando d'un tratto si hanno gli strumenti per farlo divenire realtà, allora il pericolo è massimo, direi, proprio in quel momento perché davvero si rischia di riscontrare come questo fantasma sia egli stesso mortale, nel senso peggiore del termine. Ciò può significare in effetti niente meno che la scomparsa della specie, ma tale è la posta in gioco.

Domanda 10

L'industrializzazione della clonazione rappresenta anche l'industrializzazione dell'uomo, e questa è una lunga storia.

Risposta
Eh sì, è una vecchia storia. In sostanza, in passato l'industrializzazione è avvenuta in termini piuttosto di forza produttiva e in relazione al lavoro, e la si sfruttava in quel senso. Ma ora, in effetti, si avrà lo sfruttamento di qualcosa di molto più profondo, ossia dell'idea di non morire, di perpetuarsi, insomma l'idea dell'eternità, dell'immortalità, e di tutto ciò che elevava a una sorta di trascendenza seppure inaccessibile e puramente ideale, in tale ambito. Tutto quanto era ideale e trascendente si tenta ora di renderlo operativo industrialmente, non è vero? Perciò la questione assume nel suo complesso anche una rilevanza economica, ma ci sono aspetti che definirei del tutto simbolici, anche se non oso pronunciare troppo questa parola, ma insomma sì, persino simbolici, e quelli sono sicuramente i più profondi. Ad ogni modo, le due cose forse procedono di pari passo.

Domanda 11

Da tutto ciò discende una nuova morale?

Risposta
Io credo di no. In definitiva, ogni tentativo di opporsi a questo processo, di ricreare, trovare un suo senso etico, oppure di realizzare una sua regolamentazione etica mi sembra sia destinato alla sconfitta. Non vedo la minima possibilità di recuperare una morale a misura di questo nuovo fenomeno, perché la morale in fondo presuppone un'essenza dell'uomo in quanto tale, un principio, come dire?, di libertà, di responsabilità, eccetera. L'individuo con la propria libertà, in rapporto con la dimensione sociale, e via discorrendo, - tutti questi elementi sono stati largamente marginalizzati nel contesto di questa nuova impresa. Non vedo più una morale, ma non trovo che questo debba condurre alla disperazione. Questa impresa è davvero fondamentalmente amorale, e non penso che alcun comitato etico possa farci nulla. Del resto si vede bene come tutti questi comitati siano immediatamente e a priori votati alla sconfitta, ma si continuerà a crearne in quanto bisogna salvaguardare la finzione di una morale: occorre che nonostante tutto questa società si rifletta in una qualche specie di specchio morale e filosofico, perché non può dedicarsi moralmente a un'impresa di quel genere, ma deve contemplare un'immagine simile a se stessa, nutrire starei per dire una qualche specie di nostalgia per un sistema di valori. Ma tale sistema di valori viene spazzato via da questa impresa scientifica, o forse para-scientifica. Non posso giudicare il principio scientifico di questa storia, né la natura oggettiva delle cose. Ma in termini di conseguenze è vero che soprattutto l'universo morale, filosofico, ma anche quello sociale si trovino in grave ritardo.




Da: http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/b/baudrillard.htm

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