martedì 29 gennaio 2008

GIUSEPPE PENONE IN MOSTRA ALL'ACCADEMIA DI FRANCIA

A Giuseppe Penone, artista italiano di fama internazionale, l'Accademia di Francia a Roma ha dedicato una importante mostra che sarà inaugurata questa sera e rimarrà aperta fino al 25 marzo, allestita con le opere che provengono da collezionisti privati, dalla collezione personale dell'artista e dal Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea.

Protagonista dell'Arte Povera, l'artista torinese si divide tra Torino, dove risiede, e Parigi. La sua opera è stata ospitata dai più prestigiosi musei del mondo tra cui il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, la Tate Gallery di Londra, la Kunstalle di Basilea, lo Stadelijk Museum d'Amsterdam. Le opere esposte all'Accademia di Francia saranno accostate senza alcuna regola cronologica. L'esposizione comprende i lavori realizzati negli ultimi due decenni. I più recenti, ultimati per questa occasione, verranno esposti a Villa Medici per la prima volta. L'itinerario sarà segnato dalla presenza di sculture, installazioni e disegni di elevato impatto visivo, per la cui realizzazione sono stati impiegati legno, resina vegetale, marmo, bronzo, grafite. Il lavoro di Penone si distingue per l'impiego di materiali non convenzionali e per l'eccezionale attenzione rivolta agli elementi e ai processi della Natura.

La mostra avrà inizio nella Cisterna romana di Villa Medici con Lo spazio della scultura (Pelle di cedro), una grande installazione costituita da oltre venti elementi di bronzo ricavati dal calco della corteccia di un imponente albero. Nell'ambiente che si sviluppa lungo lo scalone delle Gallerie verranno per la prima volta raggruppate tutte le sculture in bronzo intitolate Pelle di foglie, realizzate a partire dal 2000, nelle quali piccole lamelle paiono le terminazioni di un sistema nervoso o venoso evocato dalla fitta trama dei rami. Una grande scultura, Un anno di bronzo, chiuderà il percorso espositivo all'interno delle Gallerie prima di arrivare ai Giardini. Si tratta di un massiccio lavoro costituito dalla sezione di un tronco d'albero nel quale l'artista ha individuato un determinato anello di crescita.

Da questo Penone ha sviluppato un semicerchio di bronzo (il perimetro del tronco come era in quel determinato anno della sua vita) la cui superficie è ottenuta dal calco delle impronte delle dita dell'artista. Nel giardino della Villa sarà esposto un altro immenso lavoro, Idee di pietra, un albero in bronzo di 13 metri ultimato per la mostra all'Accademia di Francia. Inoltre, per questa occasione, verranno esibite nel Grand Salon e nel Salon de musique di Villa medici le fotografie, realizzate da Luca Stoppini, delle opere di Penone nei giardini della Venaria Reale dal Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea con il sostegno della Compagnia di San Paolo.

L'esposizione di Giuseppe Penone sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e francese) edito da Hazan, a cura di Daniela Lancioni con testi introduttivi di Richard Peduzzi, curatore della mostra, di Graziella Lonardi e con saggi di Jean-Christophe Bailly e Daniela Lancioni.

sabato 26 gennaio 2008

RITROVATA PARTITURA OPERA DI SPONTINI

Per 31 mila euro il Comune di Maiolati Spontini ha acquistato il manoscritto autografo e perfettamente conservato di un'opera di Gaspare Spontini che si riteneva perduta, La fuga in maschera, commedia per musica in due atti su libretto di Giuseppe Palomba, scritta nel 1800. La città natale di Spontini si è aggiudicata la partitura, in possesso della Libreria antiquaria Lisa Cox di Londra, in un'asta. Anche grazie al finanziamento della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana e della Provincia di Ancona. Il documento è stato presentato in anteprima alla stampa presso la Casa Museo di Gaspare Spontini a Maiolati, dove resterà esposto. La partitura sarà sottoposta ad una revisione critica della Fondazione Pergolesi Spontini, in vista dell'allestimento in prima esecuzione in epoca moderna nell'ambito dell'edizione 2009 del Festival Pergolesi Spontini. La revisione è affidata a Federico Agostinelli, il musicologo che ha certificato l'autenticità e la completezza del manoscritto ritrovato a Londra.

La fuga in maschera fu rappresentata per la prima volta durante il Carnevale del 1800 al Teatro Nuovo di Napoli, pochi mesi dopo il debutto de La Finta Filosofa. Entrambe le opere spontiniane facevano parte dei festeggiamenti per la restaurazione della monarchia dei Borboni. Dopo il 1800 non si hanno notizie di una nuova messa in scena de La fuga. Per Agostinelli "si tratta di un ritrovamento eccezionale. Dell'opera infatti erano noti il titolo e il libretto, ma non la partitura, di cui non resta nessun'altra copia conosciuta". Il manoscritto, composto da 393 folii, comprende la partitura completa della Sinfonia introduttiva e dei due atti. I brani musicali (undici nel primo atto e otto nel secondo) sono scritti da Spontini, inframmezzati da recitativi secchi non di mano spontiniana: come era d'uso all'epoca i recitativi venivano composti da collaboratori del maestro. La trama dipinge una commedia degli equivoci e degli intrighi piena di gag (tra cui una seduta spiritica con marchingegni parlanti), protagonista la bella Elena che, durante una festa in maschera, fugge con l'amato Nardullo. Con una licenza spontiniana: la figura dell'amoroso è affidata non al tenore ma ad un basso buffo.

domenica 20 gennaio 2008

READING -SESSION ORGANIZZATO DA LUNA NUOVA

PRESENTAZIONE


LUNANUOVA è

un'associazione non-profit per l'organizzazione , la gestione, di servizi per l'arte e lo spettacolo, laboratorio permanente di riflessione (da cui nasce il concetto di atelier).
Si prefigge la creazione di un network di spazi sul territorio nazionale che permetta di mettere in connessione artisti e territori, luoghi disponibili ad accogliere iniziative culturali di qualità ,nei quali la location non sia solo uno spazio ospitante, ma diventi parte integrante delle opere d'arte e delle tematiche.

L'intento è quello di proporre progetti culturali sia all'interno di una nuova sede fissa, sia in luoghi concepiti come una rete di spazi Xpò temporanei, dando visibilità e supporto tecnico-logistico al variegato tessuto dei nuovi linguaggi nascenti e vitalità a luoghi poco utilizzati o poco visibili.
Ideazione e realizzazione di iniziative on line e off line in grado di promuovere il dibattito nell'ambito artistico e culturale, lo scambio interdisciplinare e un "riorientamento creativo" della società attraverso l'educazione alla cultura contemporanea
Diffondere la cultura e l'arte contemporanea attraverso l'informazione, la conoscenza e le relazioni, per promuovere a livello locale e internazionale lo sviluppo di un'identità culturale nella società del presente
L’ Associazione Luna Nuova mette a disposizione degli artisti le diverse professionalità in ambito culturale fornite dai propri componenti e collaboratori (comunicazione, organizzazione, direzione artistica, ecc.). È composta da operatori e professionisti dei settori arte, cultura, teatro,musica.

La serata-sperimentazione al make Noise,in data 25 gennaio,ore21,è l’inizio di un percorso che”intreccia sonorità,ritmi,culture,sensibilità”
Il concetto di contaminazione di genere è volutamente accentuato,una risposta “intelligente” e “creativa”
Alla globalizzazione artistica: voglia di condividere esperienze attraverso linguaggi universali.
L’improvvisazione gioca una parte importante,la musica si lascerà guidare dalle parole,le note seguiranno il testo e le sensazioni del momento..
Farà da cornice una installazione multimediale,anch’essa basata sul connubio musica-parola…


Make Noise via Assisi 113 INFO 3392109857
Roma
25 gennaio ore 21 www.makenoise.it



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GLI ARTISTI
Abbiamo contestualizzato artisti arrivati a noi attraverso la nostra Associazione,con alle spalle percorsi di vita e di formazione diversi,nei quali abbiamo ravvisato "radici" artistiche che li accomunano.
Siamo lieti di offrire loro una chance,e felici di aver scovato potenziali talenti.
LA NOSTRA RIFLESSIONE

Innanzi tutto, saltiamo a piè pari tutta quella serie di riflessioni e considerazioni sul fatto che la musica/rumore sia presente già nel battito cardiaco e nel semplice suono della voce.
Una sola considerazione però va qui fatta: da quando la musica è nata come fenomeno riconoscibile ed identificabile (da parte dell’uomo moderno, ovviamente), essa ha sempre coinvolto in qualche modo la voce.
Che si trattasse di suoni disarticolati che dovessero semplicemente manifestare uno stato d’animo, o che fossero vere e proprie strutture linguistiche, l’uomo ha sempre combinato le due cose.

In effetti, bisogna ricordarsi che la laringe umana, nella sua completezza, come anche gli organi vocali, e non, di ogni essere vivente atti a produrre suoni, sono da considerare gli unici strumenti musicali (sebbene il concetto sia sempre un’astrazione umana) esistenti in natura. Proprio per questo sono dotati di un’espressività che nessuno strumento artificiale o costruito, che dir si voglia, potrà mai avere.

Anche qui però bisogna chiarire una cosa fondamentale, e cioè il concetto di espressività così come vorrebbe essere qui inteso. Spesso si dice che un suono che “si muove” da un livello d’intensità ad un altro sia espressivo, oppure quando lo stesso suono subisce una variazione nella sua altezza (cioè passa da un registro ad un altro, per es. dal grave all’acuto o viceversa).
Più giusto sarebbe considerare le due cose insieme. Ma anche fatto questo, la cosa rimane comunque molto limitante.
Consideriamo infatti che il termine “espressivo” viene indicato per definire uno strumento d’espressione, cioè un funtivo della funzione d’espressione.
E diamo pure per assodato che si tratti di espressione di un contenuto…

Per quanto i contenuti si possano dividere in innumerevoli categorie, nel caso della voce ogni diverso tipo di contenuto (tranne forse qualche rarissima eccezione) sarà comunque riconducibile alla comune matrice dello stato d’animo.
Quindi la voce (che è certo lo strumento di comunicazione più efficace e completo, nell’essere umano), ma anche la gestualità, sono sempre mezzi d’espressione di uno stato d’animo.

Nel caso in cui a questi due strumenti ne vengano accoppiati altri,avremo tipi diversi di manifestazione espressiva: musica corale, sinfonica, lirica, liederistica, canzoni, etc. nel caso della voce, balletto o in generale coreografia, mimica, teatro, teatro-danza, ed altre forme artistiche interattive nel caso in cui le due cose si combinino insieme.

Tutte queste considerazioni apparentemente ovvie (ma quel tipo di ovvietà che rasenta la dimenticanza) servono per chiarire meglio il concetto che il semplice fatto che un suono cambi d’altezza e d’intensità non significa che sia realmente espressivo, poiché la vera espressione implica l’espressione di un contenuto (stato d’animo) che il mero modificarsi del fenomeno acustico non può assicurare.

Ecco perché ogni strumento artificiale (cioè creato dall’uomo), per poter dire di essere veramente espressivo, deve avvicinarsi il più possibile all’espressività della voce umana, al fine di poter manifestare il contenuto.
Quando musica e parola (in questo caso, arbitrariamente, consideriamo “parola” e “voce” come sinonimi) si incontrano, ecco che si mettono a confronto due tipi diversi di espressività.

Senza dubbio questo è un vantaggio, ai fini dell’espressione del contenuto, poiché si hanno a disposizione più mezzi per realizzare lo scopo.
Inoltre si consideri anche che due diversi mezzi espressivi possono essere messi in relazione in innumerevoli modi diversi.
Ciò consente quindi di poter esprimere il contenuto non solo in modo generale, ma anche in modo specifico e completo di ogni sfumatura. Tanto per fare un esempio, se noi dovessimo dipingere un paesaggio avendo a disposizione solo due dei colori fondamentali, riusciremmo ad esprimere il contenuto nella sua forma indicativa generale (la struttura del paesaggio, gli oggetti presenti, cielo, alberi, fiumi, etc.) ma non nella sua completezza, poiché la vera espressività del paesaggio reale sta nel rapporto del colore del cielo con quello dell’acqua, dei tronchi, dell’erba, e così via. Avendo a disposizione solo due colori fondamentali questo non è possibile.
Allo stesso modo, avere più mezzi d’espressione musicale aiuta ad avere una più completa espressione del contenuto.

Continuiamo a considerare “parola”e “voce” come due sinonimi, e cominciamo a considerare più a fondo il contenuto da esprimere.

Di solito, quando si parla nella vita quotidiana, il tono e la modulazione della voce si modificano a seconda dello stato d’animo, il quale a sua volta influenza la scelta delle parole da usare; questo succede nell’essere umano in modo assolutamente spontaneo e naturale, senza la costruzione del pensiero o, per usare un termine più adatto, senza un progetto, esattamente come accade per il battito di ciglia, per la respirazione, o per il camminare.
E’ un cerchio che si chiude ogni volta, ed ogni volta assume connotati diversi, anche perché non sarà mai possibile dire la stessa cosa nello stesso modo.

La variabilità del rapporto fra questi tre elementi determina il tipo d’espressività.
In teoria, quando si vuol fare di ciò una forma musicale artistica, la musica che ad essi viene accostata dovrebbe tener conto di quanto detto prima, al fine di evidenziare non solo il significato delle parole, ma anche lo stato d’animo in cui queste dovrebbero essere dette, e quindi l’espressività del testo stesso.

Nonostante gli strumenti musicali, come già detto prima, di per se stessi non siano espressivi, occorre considerare che essi necessitano quindi della volontà e dell’abilità dell’esecutore che deve riuscire a rendere la loro espressività il più vicino possibile a quella della voce umana (con tutto il corollario di considerazioni che ciò implica, già esposto prima).

Va da sé però che la musica, con tutte le sue infinite gamme di altezze, intensità e timbri, offre una quantità pressoché inesauribile di “colori” (in musica questo termine è usato per i suoni alla stessa stregua che nell’arte pittorica) atti a meglio descrivere il significato ed il contenuto del testo. Nella storia della musica il rapporto fra le due cose ha subito innumerevoli trasformazioni, passando da un eccesso all’altro.

Tralasciamo il periodo preistorico e pre-Cristiano , in cui tutto sommato non esistevano inibizioni o censure di sorta, tranne che in qualche caso eccezionale.
Nella musica Gregoriana, anzi sarebbe più opportuno dire “nel Canto Gregoriano”, non esisteva l’accompagnamento strumentale, riservato o meglio “relegato” alla musica profana.

Successivamente le cose cambiarono, ed anche per la musica sacra si cominciò ad adottare l’accompagnamento strumentale. Dopo di che intervenne anche il teatro, con la comparsa delle prime interazioni con la musica che portarono in seguito alla nascita del melodramma, dell’opera lirica, della liederistica, della canzone.

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ANTONIO INFANTINO





INTERAZIONE CON ARTE VISIVA

vedrà protagonisti due giovani talenti:

Andrea ANNESSI MECCI
Fotografo romano, classe ’70, è autore di numerose pubblicazioni e fotoreportage, nei quali mostra uno sviluppatissimo interesse per il ritratto, esercizio che eleva al livello di qualità pittorica nella definizione accuratissima dei dettagli al servizio di un mai scontato lavoro di introspezione psicologica.
La ricerca intorno ai volti lo porta in giro per il mondo, soprattutto nelle misconosciute terre dell’Asia centrale, dove gli scatti più felici rivelano storie impensate, a metà strada tra il documento e la narrazione empatica.
Gli ultimi lavori lo vedono più concentrato sulle potenzialità offerte dalla manipolazione dello strumento fotografia, dalla versatilità intrinseca del mezzo. Quindi sperimentazione sui materiali, in sede di progettazione, sviluppo e stampa, utilizzo della tecnica digitale come esito ultimo e imprevisto della disposizione antica alla maestria artigianale.
Principali mostre fotografiche
2007
per Electronic Art Cafè (dic) ● Roma
Perdite storiche duemilasette, opera fotografica su tela 96x198cm. Dal presente un contributo di riflessione sulla politica culturale svolta a Roma
per Contiene Arte (sett-nov) ideato da G. Lipoli e finanziato da RealTelevision
Concorso di poesia di Laura Palmieri e Andrea Annessi Mecci ● Istallazione cittadina nel parco della Garbatella in via Magniaghi
per Argo (lug) rivista di esplorazione su letteratura e immagine
Immobilità professionale, opera fotografica su tela 96x198cm inerente al tema del labirinto del lavoro in Italia curato da Edoardo Sanguineti.
2005
per Parlamento Europeo (giu) ● Bruxelles
Dal trattato di Maastricht alla Costituzione Europea. Immagini della nascita dell’Europa attraverso dettagli: i luoghi della democrazia, le firme dei protagonisti, le pagine degli accordi.
Personale
2004
per Festival Internazionale di Fotografia (28 apr-2 giu) ● Roma
KAZAKHSTAN. 30 ritratti ambientati in Kazakhstan (Asia Centrale)
Personale
http://www.archphoto.it/Gallery_archphoto/annessi/annessi.htm
2003
per Istituto Europeo di Design (15 gen-14 feb) ● Roma
DISPOSIZIONE. 38 ritratti ambientati in Iran ed India stampati in b/n da lastre di grande formato Polaroid
Personale
2002
per GAI - Giovani Artisti Italiani (nov) ● Neue Galerie im Kunsthaus Tacheles, (Berlino)
Ritratti del Rajasthan ● Catalogo
Collettiva
per GAI - Giovani Artisti Italiani (apr) ● Centro della Creatività ● Genova
Ritratti del Rajasthan ● Catalogo
Collettiva
per GAI - Giovani Artisti Italiani (17 gen-17 feb) ● Galleria Comunale ● Bari
Ritratti del Rajasthan ● Catalogo



Corrado SASSI
Nato a Roma nel 1965 ,vive e lavora a Roma.
Nel suo lavoro Corrado Sassi usa generalmente tre media , fotografia, installazioni e video,raramente esposte contemporeneamente.
La fotografia viene usata come una sorta di registratore degli eventi che avvengono intorno all'artista, e alla fine solo alcune immagini vengono poi scelte e stampate in grande formato, mentre i video sono costruiti attentamente come se si trattasse di uno spot. Le installazioni invece diventano un contenitore per delle azioni performative, interpretate dallo stesso artista o piu spesso dal pubblico usato come mezzo espressivo.
Principali mostre fotografiche
2007 "Opere" Muspac L'Aquila 2007 "Empfangnis"L'Union Roma
2006 "Arcadia", Galleria Traghetto, Venezia
2005 “Macroneve”, Galleria Civica Cortina d’Ampezzo
2005 “Fotografie”, Studio Casagrande, Roma
2005: “Carnival”, “H”, Milano
2005 "Summertime" L'union Roma
2005 "Colorfull life" P. Antonacci Festival della Fotografia Roma
2004 "Labirinto" Galleria S.Cecilia Festival di Fotografia Roma 2004 “Absolute Vanessa” Valerie Cueto, Parigi 2004 “Teleidiocrazia” Pino Casagrande, Roma 2004 ”Absolute Vanessa” Valerie Cueto, Parigi 2004 “Snow Balls ” Valerie Cueto, Parigi

IL MESSAGGIO

Basta parlare due lingue diverse per non capirsi ?
In effetti, attraversando i paesaggi più visitati della ricerca artistica contemporanea, tra le rovine di mitologie scomparse e gli avanzi di linguaggi mal digeriti, è sempre sotto la vasta ombra della Torre di Babele, che amabilmente continuiamo a conversare senza comprenderci.
Orfani della minacciosa verticalità del più poliglotta e fallimentare assalto al cielo mai concepito, rimuoviamo ogni giorno la straniante circostanza che Babele è una sterminata pianura orizzontale.
Come dopo un esplosione, parole, segni, oggetti, immagini, sono ammonticchiati qua e là a caso ; ci si ostina ad inventariare detriti, santificare reliquie, con la fiducia intatta di pionieri che abbiano scambiato una discarica per l’Eldorado.
Andrea Annessi Mecci e Corrado Sassi partono dall’analoga constatazione che la fotografia non è soltanto un punto privilegiato di osservazione : si tratta piuttosto dell’avvio di una trattativa dove si scambiano opportunità di espressione.
In « Immobilità permanente » di Annessi Mecci una tela, solido retaggio pittorico-visivo, rimane « impressionata » dalla vacuità di un cinema il cui schermo proietta la foto di un interno con figure e una vecchia « A112 ai piedi di un letto. E’ uno spettacolo di immobilità e afasia, nel quale la sottolineatura ironica è tanto reale quanto una vecchia automobile parcheggiata dentro un « basso » napoletano mentre un significato concettuale plausibile si nasconde tra le sedie vuote di un cinema deserto.
Tela, schermo, obiettivo, declinazioni meno aleatorie di pittura, cinema, fotografia.
« Columbus » di Corrado Sassi è uno « short movie » che, pur utilizzando compiutamente la tecnica cinematografica, si emancipa dal ricatto drammaturgico, dalle pretese del personaggio e si libera della zavorra dei dialoghi.
Rappresenta una installazione di arte fotografica cui si aggiunga l’agognata dimensione del tempo, della durata.
Un soggetto ridotto all’osso, situazionista : il cocktail di un gruppo di civilizzati commensali in una bella casa borghese è interrotto dall’irruzione di un manipolo di indiani americani.
Incontro/ scontro riprodotto per quello che è, un’occasione mancata. Sguardi che si cercano ma bocche cucite, « Augh » strozzati di fronte a un’ecolalia incipiente e già imbelle.
Un attimo prima dell’avvento della Storia, delle trappole dell’esotismo, del miraggio della rappresentazione.


COME RAGGIUNGERCI


makenoise è in via assisi 113, a 600 metri dalla stazione Tuscolana -a 1 km dalla fermata Furio Camillo della metro A .
Facilmente raggiungibile anche dalla stazione Termini ,autobus di linea 85 ,fino alla fermata Tuscolana-Assisi.


Un grazie sentito va a Veronica Marica ed al suo staff

"SIGNORINA EFFE" RACCONTO DI UNA STORIA OPERAIA

"Racconto una storia operaia ambientata nel 1980, nel momento in cui si assiste al colpo di coda finale di un movimento nato 12 anni prima e caratterizzato da una passione collettiva che si e' rivelata molto poco realistica. Un periodo storico che rappresenta una pietra miliare per comprendere cio' che accade oggi". Wilma Labate racconta in "Signorinaeffe", film con Valeria Solarino, Filippo Timi e Fabrizio Gifuni, in uscita venerdi' 18 in 70 cinema, i 35 giorni in cui gli operai della Fiat di Torino scioperarono bloccando la produzione della prima azienda del Paese. La protesta, nata dalla decisione dell'azienda degli Agnelli di mandare in cassa integrazione quasi 25mila operai, porto' alla famosa 'marcia dei quadri', quando il 14 ottobre 1980 40mila 'colletti bianchi' e operai sfilarono per le vie di Torino chiedendo che la Fiat riaprisse i cancelli, rivendicando il diritto al lavoro e dando il via a quella che e' stata definita la stagione del riflusso.

La marcia - ha spiegato in conferenza stampa a Roma Domenico Starnone, sceneggiatore del film con la Labate e Carla Vangelista - "a differenza di quanto ha scritto Cesare Romiti, non rappresento' un successo per l'Italia produttiva, ma la sanci' la ripresa dei comandi da parte della Fiat e la fine della classe operaia". In "Signorinaeffe" Wilma Labate racconta la storia d'amore nella Torino di fine 1980 tra un operaio della Fiat e una donna, figlia di un ex-operaio, che lavora come impiegata nell'azienda torinese ed e' fidanzata con un ingegnere, anch'egli dirigente Fiat. Una storia che finisce con la presa di coscienza della ragazza che ricomincia ad inseguire i suoi sogni di carriera e di una vita borghese: la sconfitta dell'amore, collegata a quella della classe operaia. Le vicende personali dei tre, a cui si aggiungono quelle di un altro operaio Fiat e della sorella della ragazza, si intrecciano e vengono schiacciate dalla realta' prepotente raccontata dal film.

"E' un momento in cui si passa da una fase sociale a un'altra - ha detto ancora Starnone - in cui la coscienza di classe cambia per sempre". Importante la scelta della regista di prendere le parti degli operai, di descrivere i 'colletti bianchi' in maniera talvolta impietosa, pur tentando di sottolineare i conflitti interiori di chi sa che il proprio benessere passa momentaneamente sul licenziamento di altri uomini. Una decisione che si accompagna a quella di lasciare il sindacato e il mondo politico in secondo piano, seppure in immagini di repertorio compaiano i leader sindacali dell'epoca, Enrico Berlinguer e un giovanissimo Piero Fassino. "Mi interessava raccontare il mondo del lavoro, una storia operaia - ha spiegato Wilma Labate -. Ho sempre pensato che e' da quel mondo che viene parte della cultura del nostro Paese. La protagonista del film e' una ragazza moderna, che non aderisce a nessuna ideologia ed e' 'sospesa', ossia non fa scelte radicali perche' non puo' farlo, come accade per i precari di oggi: hanno una prospettiva lavorativa di anni e alternano periodi di lavoro a periodi di disoccupazione. Hanno un'identita' spezzata".

La battuta chiave del film, di una attualita' incredibile, segno di una realta' molto umana in cui 'homo homini lupus', e' pronunciata dalla vecchia nonna meridionale della ragazza che, guardando in tv le immagini del telegiornale sulla marcia dei 40mila, commenta: "'sta munnezza!". La storia dei 35 giorni che sconvolsero la classe operaia e il mondo sindacale non contemplano un elemento storico importante nel 1980, il terrorismo, che gia' aveva fatto numerose vittime anche alla Fiat. "E' stata una scelta voluta - ha spiegato ancora la regista -. Quell'argomento e' talmente pesante, ingombrante, che avrebbe inevitabilmente invaso quello della lotta operaia e avrebbe confuso i due piani. Percio' ho deliberatamente evitato di parlare di terrorismo per dare peso alla lotta degli operai ai cancelli, ai cortei, ai picchetti". Un'ultima precisazione, intuibile, da parte della regista: "Ovviamente la 'effe' del titolo sta per Fiat

VIDEO PIRATA PER I VELVET UNDERGROUND

Un video pirata, girato dal pubblico mentre i musicisti sono impegnati in concerto. E' successo tante volte ma la novità è che a permetterlo ora sono gli stessi artisti. L'ultima iniziativa della band romana dei Velvet è proprio questa: un pubblico invito a tutti i fans a filmare il concerto del 19 gennaio al Circolo degli Artisti di Roma, usando videocamere digitali e cellulari.

sabato 19 gennaio 2008

ADDIO AD UGO PIRRO

Il cinema perde uno dei suoi più importanti sceneggiatori: Ugo Pirro, morto stamane a Roma ad 88 anni.
Nato a Salerno il 24 aprile del '24, vincitore di due Oscar per "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" di Elio Petri e "Il Giardino dei Finzi Contini" di Vittorio De Sica, Pirro aveva lavorato con grandi registi, da Fellini e Rossellini a Visconti e Carlo Lizzani, che ha dato la notizia della sua morte. Tra i suoi libri, "Le soldatesse e "Celluloide".

Domani la camera ardente alla casa del cinema.

SIAE E RICICLAGGIO ECO COMPATIBILE

'Omero' .
Questo il nome scelto per l'innovativo progetto messo in campo dalla società Oms (Optical media service) che permetterà di attivare il processo di riciclaggio eco-compatibile dei cd e dvd, comprensivi di imballaggio, grazie ad una procedura brevettata lo scorso mese.
E' stato siglato oggi un accordo formale tra la Oms e la Società Autori ed Editori (Siae), con l'avallo dell'Unione Italiana Editoria Audiovisiva (Univideo) e della Federazione anti-pirateria audiovisiva (Fapav), in base al quale la Optical media service con lo scrupoloso controllo della Siae si occuperà di riciclare il 98% dei cd e dvd e delle relative confezioni invendute sull'intero mercato nazionale che, invece di andare al macero come previsto dai produttori, viene rivenduto sul mercato nero dell'audiovideo.

Un'iniziativa meritevole, non solo sul piano della promozione di una cultura dell'ambiente, ma anche perché dà man forte all'azione di contrasto della pirateria e del mercato illegale, che diventa bacino di vendita di buona parte dei 300 mila cd e dvd invenduti ogni giorno. Un successo tutto italiano che batte la concorrenza mondiale in un settore strategico come quello dell'audiovisivo.

"Siamo orgogliosi di essere stati i primi nel mondo ad aver brevettatto una così innovativa procedura di smaltimento eco-compatibile dei cd e dvd. Non solo siamo in grado di riciclare quasi il 100% delle confezioni in plastica o carta che riutilizziamo per farne delle nuove, ma siamo in grado di pulire i supporti dai contenuti audio e video così da riverderli alle aziende produttrici a costi ridotti", ha dichiarato l'ideatore dell'innovativo brevetto Gianni Confalonieri della Oms.

"Un progetto - ha spiegato Confalonieri - che farà del mio sogno una realtà concreta, ovvero mettere sul mercato un 'prodotto verde' totalmente ecocompatibile, stiamo infatti lavorando per ottimizzare la percentuale di riciclo sino al 100% del prodotto". Un'iniziativa ambiziosa che ha dalla sua una posizione di leadership su un mercato tutto da scoprire.

"A fronte di un investimento di 500 mila euro e 18 mesi di lavoro, andremo a riciclare, in una fase di start-up, 750 mila pezzi al mese impiegando 20 tecnici e con utile annuo stimato di 1 milione di euro. Dopo questa prima fase di lavoro - ha proseguito Confalonieri - stimiamo di riciclare 5 milioni di pezzi al mese. In cantiere anche l'idea di affiancare alla nostra sede di Peschiera Borromeo anche un'altra nel Sud Italia, agevolati dagli incentivi esistenti. Consolidata la nostra posizione sul mercato italiano potremmo aprire una filiale anche all'estero magari sul mercato asiatico".

Grazie ad un accordo con il comune di Peschiera Borromeo, la cittadina in provincia di Milano ha predisposto appositi raccoglitori sorvegliati per cd e dvd da riciclare, iniziativa che pontrebbe essere estesa ad altre realtà italiane stimolando un circolo virtuoso.

"La Siae supervisionerà attraverso i propri ispettori il processo di riciclaggio così da tutelare non solo l'ambiente, ma anche il diritto d'autore, evitando di foraggiare il mercato nero in Italia o all'estero", ha sottolineato Giorgio Assumma, presidente della Siae.

"La mancata distruzione dei cd e dvd invenduti - ha spiegato Vito Alfano, direttore dei servizi anti-pirateria della Siae - è una truffa sia nei confronti dei distruibutori che pagano questo tipo di servizio pensando di ammortizzare i costi di magazzino, sia nei nostri confronti. Quest'iniziativa permetterà di contrastare una forma minore ma comunque pericolosa di pirateria e frenare gli incassi della Camorra che gestisce il mercato nero dell'audiovisivo nel Sud Italia".

U2 TRIDIMENSIONALI AL SUNDANCEFESTIVAL

Dopo l'anticipazione data a Cannes, sarà presentato ufficialmente in questi giorni al Sundance Film Festival il film-documentario degli U2. "U23D", questo il titolo della pellicola diretta da Catherine Owens e Mark Pellington, mostra la band in versione tridimensionale ripresa durante la tranche sudamericana del Vertigo Tour.

"Questa è l’ultima sfida per presentare gli U2. Non c’è paragone con un tradizionale video di un concerto visto in 2D. Con il 3D, un minuto sei con la band sul palco, in quello dopo sei sul retro dello stadio. E’ il modo migliore per descriverlo allo spettatore" - spiega Owen, che a lungo ha lavorato con Bono & Co. per i visual dei loro show - "E’ come essere sulle ali di un uccello che vola sullo stadio dove si sta svolgendo il concerto. E' davvero qualcosa di differente".

Per essere apprezzato il film deve essere visto con degli speciali occhiali che vengono distribuiti all'ingresso della sala.

venerdì 18 gennaio 2008

A BERGAMO "IL FUTURO DEL FUTURISMO"

Attraverso 200 opere di 120 artisti, gli influssi esercitati dal Futurismo - la più importante avanguardia storica italiana - sugli sviluppi dell'arte visiva del '900 per giungere alle più recenti ricerche contemporanee; la mostra si sviluppa attraverso un percorso espositivo tematico che pone in relazione i linguaggi che hanno trovato il proprio fondamento teorico e poetico nei manifesti del movimento e le più innovative indagini artistiche del XX secolo.

Dalle opere degli esponenti storici del futurismo - quali Boccioni, Balla, Carrà, Russolo, Severini, Depero, veri capisaldi della storia dell'arte per aver interpretato concetti rivoluzionari, come la simultaneità, il valore estetico dell'innovazione tecnologica, il fascino di un futuro non ancora esperibile - si procede verso ricerche artistiche cui la radicalità dell'avanguardia Futurista ha aperto la strada: dall'Astrattismo al Costruttivismo, dall'Arte Cinetica alle Neo Avanguardie degli anni '60 e '70 fino ai protagonisti dell'arte contemporanea - come ad esempio Hirst, Warhol, Haring, Fontana, Nauman, Pistoletto, Tuttofuoco.

Un itinerario, quindi, che si articola per accostamenti, analogie e differenze.
Gli artisti del Futurismo credevano nella necessità di una radicale riprogettazione dell'universo, operazione che li ha portati a concepire in modo nuovo ogni espressione artistica, compresa la musica, la danza, la fotografia, il cinema, il teatro, gli spazi da abitare, gli arredi. Nell'esplorare la vastità di questo immaginario, la mostra Il futuro del futurismo ne offre una ricca esemplificazione, allacciando relazioni culturali con la realtà dello spettacolo e il mondo produttivo.
Prendendo spunto dalle tematiche celebrate dal Futurismo - dalla velocità alla tecnologia, dalla simultaneità al dinamismo della metropoli, dall'audacia alla ribellione, allo scandalo - gli spazi della GAMeC sono stati suddivisi in 9 sezioni.
Informazioni utili
IL FUTURO DEL FUTURISMO
Dalla 'rivoluzione italiana all'arte contemporanea. Da Boccioni a Fontana a Damien Hirst
A Bergamo dal 21 settembre 2007 al 24 febbraio 2008
GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea
via San Tomaso, 53
ORARIO: martedì-domenica ore 10-19, giovedì ore 10-22, lunedì chiuso
INFORMAZIONI: tel. +39 035 270272 , fax +39 035 236962

A ROMA IL VASO DI EUFRONIO




Stupefacente nella sua grandiosita' e bellezza, e' a Roma il Vaso di Eufronio, il prezioso cratere del V sec a.C. dipinto dal maestro greco.
Di valore inestimabile - la stima assicurativa si aggira intorno ai 10 milioni - il Vaso di Eufronio fu rubato da una tomba vicino a Cerveteri (Roma) nel 1971.
E' unanimemente ritenuto il piu' bello fra i 27 rimasti dell'artista greco. Da domani, occupera' al Quirinale il posto d'onore nella mostra dedicata ai Nostoi, i capolavori ritrovati.

giovedì 17 gennaio 2008

PERQUISITA SEDE APCOM ROMANA

Le dichiarazioni che seguono son stata diffuse dall' Associazione Stampa Romana,dopo la perquisizione ,nella sede dell'Agenzia Apcom,ai danni di Giovanni Tortorolo,al quale,insieme alla redazione tutta, vanno le espressioni di solidarietà da parte nostra.

Nello scontro fra politica e magistratura, ancora una volta sono i giornalisti a finire nel mirino.
Giovanni Tortorolo ha operato nel rispetto del diritto di cronaca.




"Un'altra perquisizione, questa volta nella sede dell'agenzia Apcom, un altro giornalista, il collega Giovanni Tortorolo, invitato dal magistrato a giustificare il fatto di aver dato una notizia".
A renderlo noto è l'Associazione Stampa Romana che, in riferimento all'indagine sulla fuga di notizie relativa all'inchiesta sulla Sanità che ha coinvolto Clemente Mastella e la moglie, sottolinea come "nello scontro fra politica e magistratura, ancora una volta sono i giornalisti a finire nel mirino, spesso di entrambi".

L'Associazione esprime "la propria solidarietà ai colleghi che nessun altro torto hanno se non quello di aver fatto il proprio dovere, informando la pubblica opinione su una questione rilevantissima come le indagini sull'ex Guardasigilli. Ma esprime anche la propria indignazione per l'incapacità della magistratura di prendersela con chi effettivamente può aver commesso il reato di violazione del segreto istruttorio".

"Tutte le istituzioni dovrebbero collaborare per rendere trasparenti i meccanismi della gestione politica e giudiziaria del nostro Paese. L'unico modo in cui l'informazione può farlo è compiere il proprio dovere dando tempestivamente le notizie delle quali viene in possesso. Un obbligo - conclude l'Associazione - al quale non possiamo e non vogliamo rinunciare".

Solidarietà a Tortorolo hanno espresso numerosi esponenti politici, come anche l'Associazione della stampa parlamentare.
"Il collega, si legge in un comunicato dell'Asp, che ieri ha pubblicato la notizia degli arresti domiciliari di Sandra Mastella, a mezzanotte ha subito una perquisizione nella sede della sua agenzia, Apcom, effettuata dai Carabinieri del comando di Caserta su mandato della Procura di Santa Maria Capua Vetere.

La perquisizione si è protratta fino alle 2,30 del mattino quando, in seguito al rifiuto da parte del collega di rivelare la sua fonte, gli è stato ingiunto di comparire stamane in Procura a Santa Maria Capua Vetere. "Ancora una volta," conclude il comunicato dell'Asp, "sono i giornalisti a rispondere della divulgazione di notizie che hanno il dovere di verificare e poi di pubblicare e non chi le lascia filtrare."

"Adesso basta, basta e basta - è la dura reazione della Federazione Nazionale della Stampa Italiana - L'ennesima perquisizione, stavolta ai danni della redazione romana dell'agenzia di stampa Apcom, ha dell'inaudito. Stanotte, infatti, carabinieri del comando provinciale di Caserta sono venuti nella capitale ed hanno bloccato il lavoro della redazione per oltre due ore su ordine del Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che guida le indagini sull'Udeur in Campania.

La Procura ha invitato, inoltre, il caporedattore del servizio politico a comparire negli uffici di Santa Maria Capua Vetere questa mattina stessa come persona informata dei fatti".

"Ci sembra che ormai esista un vero e proprio corto circuito tra chi fa informazione e una parte predominante della magistratura. Il sistema dei media non può essere sottoposto a comportamenti che sembrano essere frutto di problemi interni ad alcune Procure. Ricordiamo con forza e con orgoglio che il compito di chi fa informazione è quello di dare le notizie da qualunque parte queste arrivino per il diritto-dovere costituzionale di informare i cittadini".

"Vogliamo puntualizzare comunque che la responsabilità non è di chi le pubblica ma, semmai, di chi le fa pervenire al giornalista. La Fnsi - conclude la Federazione - rinnova a questo punto la richiesta, già più volte avanzata, di un incontro urgente con il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, e con i vertici dell'Associazione nazionale magistrati".

FUGA DEI MUSICISTI DALLE MAJORS

Le case discografiche? "Non potranno far nulla per fermare la nuova tecnologia": Prince, il geniale musicista di Minneapolis allergico alla 'dittatura' delle major del disco, gia' nel 2000 dalla sua pagina web esprimeva apprezzamento a Napster, sito dedicato allo scambio di file musicali e nemico numero uno delle case discografiche. Una previsione piu' che azzeccata, visto quello che sta succedendo in questo giorni nel mondo del music-business.

Dopo l'addio di Paul McCartney e dei Radiohead, la minaccia di Robbie Williams e dei Verve di non far uscire i prossimi album, ora anche i Rolling Stones sarebbero sul punto di lasciare la Emi, major sempre piu' nella bufera. Sono sempre piu' frequenti i segnali di crisi delle grandi case discografiche, minacciate dalla pirateria ma soprattutto dalle nuove tecnologie, che permettono di scaricare la propria musica preferita in una frazione di secondo, gratis o a pochi centesimi.

L'abbandono degli Stones sarebbe un colpo terribile per il nuovo capo della Emi Guy Hands, che nei giorni scorsi ha annunciato di tagliare 2.000 posti di lavoro e di accorpare vari dipartimenti. Mossa che ha fatto infuriare gli artisti, che temono rischi per il settore promozionale. Da quando il fondo di investimento Terra Firma ha preso il controllo della Emi, sono stati tagliati gli acconti alle star e agli artisti e' stato detto di "lavorare piu' sodo" per promuovere gli album. Una politica costata all'etichetta la perdita di grossi nomi.

Come quello di McCartney e di Robbie Williams, che sta ritardando l'uscita del nuovo cd in un braccio di ferro con l'azienda: il contratto vale 80 milioni di sterline, circa 120 milioni di euro. Intanto Jagger e soci, il cui contratto con Emi scade a maggio, hanno firmato per far uscire la colonna sonora del documentario di Martin Scorsese Shine a light con la Universal.

Ad aver dato un chiaro segnale del cambiamento totale che sta subendo il music-business, sono i Radiohead (il 17 e 18 giugno in concerto a Milano). La band di Tom Yorke, in un esperimento senza precedenti, aveva invitato i fan a pagare quel che volevano per scaricarsi il nuovo album In Rainbows. Una mossa che si e' trasformata in un colpo a effetto, aumentando la popolarita' del gruppo, che ha detto addio alla Emi dopo aver litigato sui soldi e sul controllo creativo sui propri brani. Ma potrebbero unirsi anche i Coldplay e Kylie Minogue, tutti orfani dell'abbandono di Tony Wadsworth, storico capo della Emi Uk, "la ragione per cui molti gruppi hanno firmato", come ha dichiarato Dave Holmes, manager dei Coldplay, che ha parlato chiaro: "Gli artisti vogliono lavorare con gente che capisce di musica, non con i ragionieri della finanza".

E Madonna?
L'ex Material Girl ha confermato di essere un'abilissima donna d'affari: a ottobre ha lasciato la Warner firmando un accordo (120 milioni di dollari per 10 anni) con la societa' promotrice di concerti Live Nation: la societa' avra' una partecipazione sugli album, le tournee, il merchandising e tutti gli altri progetti legati alla attivita' di Louise Veronica Ciccone. "Per la prima volta nella mia carriera il modo in cui la mia musica puo' raggiungere i miei fan e' senza limiti - ha detto Madonna - Io non ho mai voluto pensare in termini limitati. Con questa nuova partnership le possibilita' che ho sono senza fine".

FESTIVAL LA ZAMPOGNA

Prenderà il via domani in sei comuni della regione Lazio "La zampogna", festival di musica e cultura popolare nella sua accezione più veritiera, dove alla passione per strumenti e sonorità ,che negli ultimi anni sembravano destinati a scomparire, si sposa la promozione di un mercato in forte crescita legato all'arte della costruzione della zampogna.

E' sempre Ambrogio Sparagna, direttore dell'Orchestra Popolare Italiana dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, a farsi capofila di un "Rinascimento" musicale che dalle regioni appenniniche, dove ha avuto origine, viaggia in tutto il mondo facendosi ambasciatore di una cultura, antica quanto attuale perchè capace di rinnovarsi e mescolarsi a tradizioni musicali di altre regioni italiane.

Alla sua 15esima edizione, il festival "La zampogna" proporrà, fino al 20 gennaio , una quattro giorni di musica dal vivo, seminari, mostre-mercato di strumenti musicali, percorsi enogastronomici e stands di prodotti tipici. Maranola, Formia, Castelnuovo Parano, Itri, Monte San Biagio e Lenola si faranno teatro di esibizioni live e seminari dedicati alle tecniche di costruzione di strumenti tradizionali ospitando studiosi, musicisti, liutai e un folto pubblico di appassionati provenienti da tutt'Italia.

"Da due anni stiamo costruendo un rilancio della musica popolare nella regione, abbiamo raccolto il prezioso lavoro fatto dalla rete del folklore del Lazio (Re.Fo.La.) e sosteniamo anche quest'anno il festival 'La zampogna' perchè rappresenta il rapporto tra il recupero della tradizione culturale popolare della nostra regione e la costruzione di linguaggi nuovi e contemporanei", ha spiegato Giulia Rodano, assessore alla Cultura della regione Lazio.

Un'occasione per favorire la riscoperta del territorio, con la sua identità ed il suo patrimonio immateriale fatto anche e soprattutto di musica popolare. Una kermesse che si fa anche stimolo concreto all'economia del territorio. "L'idea - ha dichiarato Ambrogio Sparagna - è che questo tipo di attività possa diventare un momento produttivo anche sul piano economico sviluppando progetti artistici ad hoc come 'Passione', Transumanza e 'La chiarastella', mettendo in evidenza la cultura del territorio. L'Orchestra Popolare Italiana rappresenta un'esperienza unica in Italia, in quanto riunisce musicisti provenienti dalle più disparate parti del Paese, ognuno foriero di una tradizione locale tipica".

Un festival, quello che vede la direzione artistica affidata ad Ambrogio Sparagna insieme a Erasmo Treglia, che assurge a punto d'incontro della dimensione locale con quella glocale, della tradizione radicata nel territorio con influenze internazionali.

Al festival si esibiranno numerosi artisti provenienti dall'estero come tre storici zampognari dalla regione romena della Transilvania, oppure il Moajovci Group, quartetto di percussioni e ciaramelle ai quali sulle prime l'ambasciata della Macedonia, loro paese d'origine, aveva negato i visti "perchè non ritenuti famosi". E' stato grazie all'intervento dell'Ambasciata italiana che i musicisti potranno esibirsi per la prima volta fuori i confini della Macedonia", ha puntualizzato il co-direttore artistico del festival Erasmo Treglia.

Tra gli artisti in cartellone anche il gruppo femminile sardo "Actores Alidos" accompagnato dalle luneddas di Orlando Mascia, e il trio siciliano Terramatta. Ammonta a 90 mila euro lo stanziamento dell'assessorato alla Cultura della regione Lazio per i 25 eventi musicali sparsi sull'intero territorio nazionale promosse dalla Rete del Folklore del Lazio (Re.Fo.La.).

mercoledì 16 gennaio 2008

ROMA IN MOSTRA ALLA CALCOGRAFIA

- L'immagine di Roma e della campagna romana agli esordi della fotografia, nei 120 scatti della collezione Filippo e Orsola Maggia, esposti nella mostra "Roma 1840-1870. La fotografia, il collezionista e lo storico" alla Calcografia di Roma dal 19 gennaio al 9 marzo.
Realizzata dall'Istituto Nazionale per la Grafica e dal Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena, in collaborazione con la fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra vede protagonista l'immagine di Roma nelle fotografie originali, alcune inedite, che dimostrano come la città fosse uno dei soggetti preferiti dai collezionisti del genere, anche a livello internazionale.

Oltre a fornire l'immagine di Roma e della sua campagna a metà Ottocento, la mostra illustra anche la storia della fotografia tra 1840 e 1870. Tra gli autori, i protagonisti del Circolo del Caffé Greco, Caneva, Flachéron, Constant, a James Anderson e Robert Macpherson, insieme a Dovizielli, Cuccioni, Altobelli, Simelli, Bisson, Sommer, Rive; tra i soggetti, vedute monumentali e panoramiche, antichità classiche e la Roma moderna, paesaggi e costumi della campagna romana, particolari della natura e dell'ambiente rurale.
La mostra è aperta al pubblico da martedì a venerdì dalle ore 12 alle 19, sabato e domenica dalel 10 alle 19.

I ROLLING STONES INAUGURANO IL FESTIVAL DI BERLINO

Saranno i Rolling Stones, targati Martin Scorsese ,ad inaugurare la 58ma Berlinale. Il concert pic "Shine a Light" aprira' il 7 febbraio la kermesse cinematografica, alla presenza di regista e attori.

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TORNATORE PRESELEZIONATO AGLI OSCAR

Primo passo verso la nomination all'Oscar per Giuseppe Tornatore. 'La sconosciuta' è infatti tra i nove titoli preselezionati come 'Miglior film straniero' del 2007, come ha annunciato l'Academy of Motion Pictures Arts and Science. Per Tornatore questo è il primo ostacolo superato: la prossima settimana, in coincidenza con l'annuncio delle nomination, verranno selezionati i 5 film definitivi.

Preferito a 'Mio fratello è figlio unico' quale candidato italiano agli Oscar, 'La sconosciuta' ha già fatto incetta di statuette ai David di Donatello: miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista (Ksenyia Rappoport, nella foto), musica (Ennio Morricone) e fotografia (Fabio Zamarion).

Questi gli altri 8 titoli preselezionati dall'Academy: 'The Counterfeiters' di Stefan Ruzowitzky (Austria); 'The Year My Parents Went on Vacation' di Cao Hamburger (Brasile); 'Days of Darkness' di Denys Arcand (Canada); 'Beaufort' di Joseph Cedar (Israele); 'Mongol' di Sergei Bodrov (Kazakhstan); 'Katyn' di Andrzej Wajda (Polonia); '12' di Nikita Mikhalkov (Russia); e 'The Trap' di Srdan Golubovic (Serbia).

Tra gli esclusi eccellenti, figura senza dubbio l'animazione 'Persepolis' di Marjane Satrapi, il candidato francese preferito dai cugini d'Oltralpe nella corsa agli Academy Awards alla co-produzione con gli Usa 'Lo scafandro e la farfalla' di Julian Schnabel, già fuori dalla competizione per l'Oscar ma vincitore di due Golden globe (miglior film straniero e miglior regia) alla cerimonia senza galà, a causa dello sciopero degli sceneggiatori e degli autori americani, che si è tenuta domenica sera

CINEMA E MUSICA ALL'ISTITUTO ITALIANO DI STOCCARDA

Appena concluso l'importante festival pianistico ''Heidelberger Klavierwochen'', che dal 2 al 12 gennaio ha proposto artisti italiani di calibro internazionale, le attivita' dell'Istituto Italiano di Cultura riprenderanno domani con la XXI edizione del festival di videoarte ''Stuttgarter Filmwinter''. Quest'anno e' stato dato un rilievo straordinario alla partecipazione italiana con una retrospettiva dedicata alla regista Roberta Torre, che sara' anche ospite d'onore. Il ciclo dedicato alla regista si concludera' l'ultimo giorno del festival, il 20 gennaio, con la proiezione di ''Mare nero''.

Infine, in occasione del Giorno della memoria delle vittime dell'Olocausto, domenica 27 gennaio, verra' proiettato ''La vita e' bella'' di Roberto Benigni.

MARCO MULLER RICONFERMATO ALLA DIREZIONE DELLA BIENNALE

- Il cda della Biennale di Venezia, riunitosi oggi, ha confermato Marco Muller alla direzione della Mostra del cinema per altri quattro anni. Il cda ha anche stabilito le date dell'edizione 2008 della Mostra, che si terra al Lido dal 27 agosto al 6 settembre prossimi.

martedì 15 gennaio 2008

"LA DIVINA COMMEDIA" E' IL TESTO ITALIANO PIU' LETTO DAGLI STRANIERI

E' 'La Divina Commedia' il libro italiano più emozionante che, anche all’estero, si rilegge sempre volentieri.
Lo rivela il sondaggio mensile della 'Dante Alighieri', società da sempre impegnata nella diffusione della lingua e della cultura italiane nel mondo. La notizia sorprendente è che, a piazzare l’opera del sommo poeta in cima alla classifica, non sono stati i voti degli italiani, in patria o residenti all’estero, ma soprattutto gli stranieri che si confermano, secondo Alessandro Masi, segretario generale della 'Dante', i principali ‘acquirenti’ di cultura italiana. Masi, però, pur apprezzando il successo di Dante Alighieri nel mondo, ribadisce la necessità di una politica culturale volta a sostenere gli autori contemporanei, e non solo i ''nonni'' della cultura italiana.

''La ‘Divina Commedia’ è un motivo di orgoglio, un simbolo che rappresenta un po’ il marchio di qualità dell’italianità nel mondo – ha spiegato Masi - ma sarebbe opportuno far conoscere all’estero anche i nuovi scrittori italiani. Per questo, ho più volte chiesto al Premio Strega di mettere a disposizione della 'Dante' le opere della cinquina finalista da portare all’estero, ma non ho mai avuto risposta. Il problema – ha spiegato il segretario generale della ‘Dante’ – è che in Italia non abbiamo una politica del libro contemporaneo ed è colpa nostra se i nostri nuovi scrittori non arrivano all’estero, dove al massimo si impongono quei titoli che riconducono a degli stereotipi, come ‘Gomorra’. Non possiamo continuare ad affidarci sempre ai ‘nonni’ della letteratura, ma per rinnovarci è necessaria una politica estera attenta, in grado di trovare la congiunzione tra produzione, edizione, traduzioni e diffusione del libro, mettendo insieme i pezzi di un puzzle complesso che comprende la questione dei diritti e gli accordi internazionali. Comunque, almeno grazie a Dante attorno al libro italiano gira un’economia e un interesse da prendere al balzo''.

Secondo il segretario generale della società Dante Alighieri, l’amore per il sommo poeta rappresenta, dunque, una ''palla da prendere al balzo'' perché è la testimonianza della vitalità della cultura italiana nel mondo, ''una cultura che nei valori più profondi e più universali ha ancora da dare molto al mondo''. ''Il sondaggio della ‘Dante’ - spiega Masi - rappresenta l’ennesima conferma, se mai ce ne fosse bisogno, di come la ‘Divina Commedia’ racchiuda in sé le componenti fondamentali della cultura Occidentale. D’altra parte, l’Europa non sarebbe quello che è oggi se non ci fosse stato Dante, che viene tradotto in tutto il mondo, in slovacco, in ucraino, in ebraico''.

''L’ambasciatrice della Slovacchia in Italia – ha ricordato Masi - una volta mi ha raccontato che, negli anni Settanta, Spadolini si recò in visita in Cecoslovacchia e, di ritorno in Italia, scrisse un articolo di fuoco criticando aspramente il Paese perché nelle librerie non aveva trovato la ‘Divina Commedia’. Non avevano fatto in tempo a spiegargli che le 25mila copie dell’opera appena pubblicate erano andate letteralmente a ruba''. Se in Italia la rivalutazione di Dante è passata attraverso personaggi come Roberto Benigni, che si sono impegnati a ricordare che Dante esiste, ''per gli stranieri Dante è l’equivalente di ciò che rappresenta per noi italiani Shakespeare - ha aggiunto Masi - non può esistere una libreria o una biblioteca in cui non ci sia almeno una copia della 'Divina Commedia'''.

I risultati del sondaggio sono visibili sul sito www.ladante.it: al primo posto, con il 9% dei voti complessivi, si piazza l’opera del 'sommo poeta' (9% delle preferenze totali), a distanza di pochi voti si collocano 'Il nome della rosa' (8%), 'I promessi sposi' e 'Il Gattopardo' (7%) e 'Se questo è un uomo' ( 6%), seguiti a distanza da 'Cuore', 'La coscienza di Zeno', 'Le avventure di Pinocchio', 'Il barone rampante', 'La storia' e 'Và dove ti porta il cuore'. Gli accessi più numerosi si sono registrati dal continente americano, Argentina e Brasile su tutti, e dall’Europa (soprattutto Svizzera, Francia, Spagna, Polonia e Olanda). La novità assoluta arriva dal continente africano, in particolare dal Marocco, con un notevole incremento di contatti rispetto al passato.

EDITORIA: "IL GRANDE INGANNO"

Ripartire dalla strage di Duisburg per svelare quali segreti si nascondono dietro l'ndrangheta. E' questo l'obiettivo che Nicola Gratteri, attualmente sostituto procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e Antonio Nicaso, giornalista italo-americano tra i massimi studiosi di organizzazioni criminali internazionali, perseguono nel saggio "Il grande inganno. I falsi valori della 'ndrangheta", pubblicato dalla casa editrice Pellegrini in uscita in questi giorni.

Dopo il successo di "Fratelli di sangue" scritto da Nicola Gratteri e Antonio Nicaso e pubblicato dalla Pellegrini, i due autori nel nuovo saggio pongono l'attenzione sulla mafia calabrese riproponendo l'idea chiave che l'ndrangheta non e' ne' isolata ne' isolabile ma e' presente in maniera onnicomprensiva e pervasiva. Il libro, oltre a ripercorrere in maniera capillare la storia e la struttura della 'ndrangheta, ne ricerca anche il sostrato ideologico e culturale utilizzando, in particolare, una chiave di lettura letteraria offerta dai brani degli autori calabresi che, nelle loro opere, si sono occupati della 'ndrangheta.

Il volume propone anche un' accurata filmografia del fenomeno criminoso e, insieme, una serie di rilevanti testi didattici curati da Michele Borrelli che lo rendono molto appropriato per la scuola dove l'educazione alla legalita' e' prioritaria e ineludibile.

EDMONDO BERSELLI NOTE BIOGRAFICHE

Editorialista de La Repubblica e L'Espresso, direttore della rivista il Mulino.

Ha pubblicato nel 1995 il volume "L’Italia che non muore" e un saggio sull’eccentricità, "Il più mancino dei tiri", dedicato a Mario Corso, ripubblicato con una postfazione nel 2006. Tra i suoi libri recenti vanno ricordati inoltre: "Post italiani. Cronache di un paese provvisorio" e "Quel gran pezzo dell'Emilia. Terra di comunisti, motori, musica, bel gioco, cucina grassa e italiani di classe", entrambi per Mondadori (2004).Per l'editore Aliberti nel 2005 ha pubblicato nel volume collettivo "Mai dire mai a un martini dry" un racconto che ha per protagonista James Bond a Campogalliano. Nell'opera Venerati maestri, Berselli traccia un ritratto ironico e spietato del decadente mondo culturale italiano, partendo dal paradigma di Alberto Arbasino: «In Italia c’è un momento stregato in cui si passa dalla categoria di bella promessa a quella di solito stronzo. Soltanto a pochi fortunati l’età concede poi di accedere alla dignità di venerato maestro».

"VENERATI MAESTRI" di EDMONDO BERSELLI

"Succede, talvolta, di infatuarsi della grande cultura per le ragioni sbagliate, scambiandola per fighettaggine. Ancora adesso durante qualche serata solitaria mi faccio tentare, metto su Battiato di Prospettiva Nevskij, quella canzone che parla di suggestivi orinali sotto i letti e di un magico incontro con Igor Strawinskij, e leggo l’ultima scoperta adelphiana, un Niffoi, un Cameron. Ma le tinte pastello mi sembrano sempre più inattuali, confuse nell’opacità del contingente, private dell’eterno.”

Difficile ridere fino alle lacrime leggendo un libro soprattutto se l’autore non è un comico, ma un raffinato intellettuale, direttore di una rivista come “il Mulino”, eppure è quello che capita con Venerati maestri, soprattutto a tutti coloro che hanno più o meno attraversato esperienze simili a quelle descritte, che non hanno mai osato pubblicamente dire quello che qui viene spregiudicatamente scritto (il conformismo diffuso, l'ovvio dei popoli...) e si sentono finalmente salvati da un riso liberatorio.

Ecco un breve ritratto degli intellettuali: non leggono i bestseller, elogiano sempre e comunque i “venerati maestri” (cioè quelli che superata la fase di “belle promesse” non sono caduti nella categoria dei “soliti stronzi”) e possono essere catalogati in due diverse specie: quelli che vidimano il giudizio del grande pubblico senza porsi grandi problemi e quelli, piccola cerchia ristretta, “che vive in ambienti intossicati, vere fumerie d’oppio”, che parla di cose che interessano solo al gruppo, che non leggeranno mai Il Codice da Vinci, né compreranno l'ultimo Camilleri, ma che alla fine non se la sentiranno di dire di un film di Benigni (per non parlare di uno di Bertolucci), un salutare “è una boiata pazzesca!”.

Alberto Arbasino
A questo punto, dopo aver ben chiarito il tono e il tema del libro, ecco un assist a una generazione: quella che aveva il conto aperto con l’Einaudi e che era perseguitata da pagamenti spesso insostenibili per le finanze giovanili (ricordo che mio padre mi venne a un certo punto in soccorso…) e l’ironia si fa anche capacità di ridere della propria incrollabile serietà, di questa speciale malattia in cui cultura e passione politica erano un tutt’uno. Ma l’ala razionalista di Einaudi (il perfido, temibile geniale editore che ha fatto in certi anni della sua casa editrice un tempio della cultura laica e progressista), a un certo punto entra in crisi ed è da quella caduta dell’ideologia che nasce la costola irrazionalista: la “cattedrale insieme religiosa e profana dell’Adelphi” di Calasso che decreta contemporaneamente il passaggio dal collettivo al privato. Un intero capitolo è dedicato alla casa editrice dai colori pastello, “lo stile è tutto” pensa Calasso, accostando nel suo catalogo autori e titoli dalle stratosferiche lontananze. Questa infatuazione per lo stile fighetto e colto della casa editrice milanese viene però superato (in modo di certo meno traumatico di quello per quella torinese), se posso permettermi una nota, anche perché più recentemente talvolta ci si accorge di stare leggendo degli Harmony (con tutto il rispetto) di cui però non ci si vergogna di esibire sui mezzi pubblici la copertina (penso a La lettera d’amore della Shine) perché si è sotto la protezione di quel marchietto così discreto e raffinato.
Ecco poi Berselli passare nei capitoli successivi all’esilarante descrizione di un vero maestro, Claudio Magris (“un miracolo, una chimera”), alle prese con il direttore del principale quotidiano italiano, Paolo Mieli, e con le richieste di articoli strategicamente importanti: la loro finta conversazione è da leggere e rileggere per coglierne tutte le cattiverie sparse nella pagina.

Claudio Magris
Altro “maestro” che appare in questa immorale rassegna è Alberto Arbasino, o meglio il giocoliere Arbasinho, colui che ha dilatato all’inverosimile lo stato di “bella promessa” per passare poi direttamente a quello di “venerato maestro”.
Una bella digressione viene dedicata a un maestro molto particolare, quel Francesco Guccini, carducciano e simpaticamente massimalista-moderato a cui il grande italianista e critico letterario Ezio Raimondi una volta disse: “Lei, Guccini, canta l’etica con parole estetiche”, lasciando il cantautore "piuttosto dubbioso sull'esatta implicazione di quel giudizio".
Ma senza procedere con un noioso elenco: imperdibili certe battute fulminanti su Cacciari o le pagine sugli attuali politici della destra postfascista e l’improbabile ricerca di una cultura di cui possano vantare le comuni radici, o ancora il capitolo-verità su Montanelli o su quell’autentico liberale di Sartori, ma non dimentichiamo anche i passaggi perfidamente divertenti su Giuliano Ferrara, che “non è un genio, ma un talento”, l’amore/antipatia per Nanni Moretti o la verità controcorrente su La vita è bella di Benigni.
Baricco, divo-scrittore, è più volte citato a conferma di alcune tesi dell'autore e a lui è dedicata tutta l’ultima parte del libro con articolati pensieri irriverenti sull’ultimo prodotto del nostro, un romanzo assestato “esattamente a cavalcioni dell’epopea (e della prosopopea) romanzesca”, Questa storia, ma non viene risparmiata neppure l’ultima fatica in progress del non più così giovane scrittore, I barbari.
E per chiudere l’ultima definizione, la frase che condanna ma perdona questa Italia "in “un falò di conformismi, complessi di superiorità, idee sbagliate, revisioni arrischiate, pensieri forti divenuti deboli” ma dal trash, sottolinea Berselli, ci si può sempre salvare con “lo scarto inatteso dell’ironia” e lui sapientemente lo sa proprio fare.


Francesco Guccini
Le prime pagine

Nei momenti di malumore

Nei momenti di malumore, sempre più frequenti, io confesso che non mi piace nulla. Non mi piace un romanzo, non mi piace un film, la musica, la televisione, non mi piace praticamente niente di quanto viene prodotto in Italia.
Non mi piacciono gli indiscutibili. Non mi piace 'o presepio. Non mi piace Roberto Benigni. Non mi piace Susanna Tamaro. Ad aggravare questa malattia dello spirito, devo dire che mi piace sempre meno anche Nanni Moretti, e all'occorrenza saprei spiegare perché II Caimano è un film sbagliato.
Non mi piace Tornatore, non mi piace Salvatores. Avrei molti dubbi anche su Dario Fo, e per equilibrio bipartisan ammetterò in via preventiva che ero e sono scettico pure su Oriana Fallaci.
E su queste idee mi sembra di raccogliere il consenso dei miei maliziosi amici, che fanno ampi cenni di approvazione e confermano che è tutto vero, e si divertono un mondo a sentire le mie cattiverie, e aggiungono le loro con la soddisfazione sfacciata con cui si tirano le briscole alte nell'ultima mano.

Poi guardo i giornali, leggo le recensioni, assisto alle comparsate televisive quando viene lanciato un film o un romanzo, e mi dico: c'è qualcosa che non va.
Il qualcosa che non va è il conformismo diffuso, l'ovvio dei popoli, il velluto di ipocrisia collettiva che sembra avere coperto con una specie di indiscusso canone artistico, intellettuale e spettacolare l'Italia contemporanea, in ragione del quale tutti sono d'accordo con tutti, e nessuno obietta mai niente. È il regime ferreo degli infallibili, che inibisce qualsiasi critica. In privato si parla male di tutti, e si fanno sghignazzate sui grandi capolavori che vengono proposti dai mass media e sui protagonisti santificati dallo stereotipo; in pubblico, e cioè sui mass media e nelle occasioni ufficiali, ci si guarda bene dall'incrinare anche solo con un graffio il luogo comune e l'oleografia.

PRIMA DI PROSEGUIRE IL DISCORSO, credo che sia necessario da parte mia un atto di sincerità. Io non ho idee, non ho convinzioni, principi, «valori», ho solo dei modi di dire le cose, e se vogliamo proprio confessarlo, sono sinceramente relativista. Arriccio il naso quando qualcuno usa la parola «identità». Per semplificare, se quel prestigioso e testardo intellettuale maghrebino e banlieusard di Zinedine Zidane è convinto di avere subito un'ingiuria sanguinosa perché un difensore italiano ha rivolto delle brutte parole alle femmine della sua famiglia, credo di capirlo. Ho la vaga sensazione che per me, cittadino di una democrazia abbastanza avanzata e usufruttuario del repertorio di diritti, valori e disvalori dell'Occidente moderno, il codice antropologico di Zidane sia roba arcaica, frutto di una concezione che richiama la tribù, il clan, cerimonie faticose in cui si sta sempre in piedi, la gente ammucchiata in giacigli troppo affollati, dentro case troppo abitate. Ma se lui, «Zizou», ha di queste convinzioni, per me se le può tenere e coltivare, basta che non mi prenda a testate.
Questo a titolo di precauzione. Non tutti sono dotati infatti dello humour scettico e tollerante di Luciano Moggi, che andò a trattare con Zidane il suo passaggio alla Juventus in un grande e luccicante albergo di Marsiglia, e allorché vide entrare il centrocampista francese dalla porta girevole restò perplesso. Si trovò infatti davanti un tipo dinoccolato, in calzoncini corti e sandali infradito, un camicione colorato che lasciava intravedere il petto villoso, e uno stecchino all'angolo della bocca. Ma dopo quell'istante di perplessità avviò subito la trattativa, che prometteva di instradarsi per il verso giusto, e dopo avere raggiunto un accordo di massima concordò un nuovo appuntamento due settimane dopo.
Stesso albergo, stessa porta girevole e stesso Zidane, che arrivò tutto dinoccolato con gli infradito, i calzoncini, il camicione e lo stuzzicadenti fra le labbra.
Il relativista Moggi lo guarda con il suo sguardo liquido e gli fa: «Ahó, almeno potevi cambia 'o stecchino».


2006, Arnoldo Mondadori Editore

Berselli Edmondo - Venerati maestri. Operetta immorale sugli intelligenti d'Italia.
207 pag., - Edizioni Mondadori 2006 (Saggi)

"FRATELLI DI SANGUE" DI ABAR

Con il suo romanzo Akbar, fondatore ed editore di 'Asian Age', ripercorre la storia indiana dell'ultimo mezzo secolo. Un libro grazie al quale, peraltro, e' possibile tracciare gli scenari politici e culturali dei prossimi anni.

Akbar, infatti, offre una chiave di lettura per interpretare il prossimo futuro del 'colosso indiano'. "Per capire l'India - ha sottolineato l'autore - bisogna ricordare che la sua e' la forza dell'unita' nella diversita'. Non bisogna pensare ad essa - ha aggiunto - come ad uno Stato-Nazione bensi' come all'Unione Europa. D'altronde i principi fondamentali dell'UE, dalla valuta unica alla liberta' di movimento delle persone, sono gli stessi dell'India, ma con una differenza: noi li abbiamo definiti nel 1950".

Raccontando la realta' indiana degli ultimi anni, l'autore contribuisce in modo significativo a superare le incomprensioni, gli ostacoli e l'ignoranza che circondano l'India.
Il ritratto che emerge, dunque, e' quello di un paese ricco di fermenti il cui sistema politico si fonda soprattutto sulla democrazia.
''Il principio fondamentale e' la democrazia - ha spiegato infatti Akbar - senza di essa non esisterebbe l'India, ma neppure la Ue".

Una democrazia che, come risulta dalle pagine del libro, appare sempre di piu' costruita sul rispetto e sulla convivenza fra fedi ed etnie diverse.

EDITORIA: IN USCITA "COCAPARTY"

Un'inchiesta sui giovani e la cocaina.

Un'inchiesta per raccontare la vita dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni che finiscono nel tunnel degli stupefacenti.
E' ''Cocaparty. Storie di ragazzi fra sballi, sesso e cocaina", scritto da Federica Angeli e Emilio Radice, giornalisti de 'la Repubblica', pubblicato dalla Bompiani. Il romanzo sara' in libreria a partire dal 23 gennaio.

I giovani che finiscono nel tunnel della droga, dunque, hanno origini differenti: sono italiani ma anche brasiliani e rumeni; provengono da zone di disagio ma anche da situazioni di agiatezza economica e familiare, se non di vera e propria ricchezza. Hanno, con la cocaina, rapporti diversi: ci giocano, incoscienti; ci vivono e lavorano, spacciandola; la preparano, per avventori del sesso e della droga di ogni eta', gusto, disponibilita' finanziaria; ne sono vittime, come i reduci di incidenti stradali notturni, di ritorno dai cocaparty.

Dalle pagine di questa inchiesta emerge un quadro allarmante e sorprendente ma di fronte al quale non e' possibile chiudere gli occhi. Si tratta di un intreccio fatale, inconsapevole, cinico tra adolescenti, sesso e cocaina, che ha luogo ogni giorno, per lo piu' in un teatro istituzionale: la scuola, sotto lo sguardo avido della 'ndrangheta calabrese. E a sollevare il velo su questa inesorabile realta' sono proprio i ragazzi che si raccontano nel libro.

DECENNALE DEL "PIGRO" IN RICORDO DI IVAN GRAZIANI

Saranno sei i finalisti del concorso per band emergenti del Premio Pigro, la manifestazione musicale che si terra' per il decimo anno a Teramo in ricordo di Ivan Graziani, scomparso dieci anni fa. Il 'Pigro', quest'anno, si terra' il 10 e 11 aprile nel Teatro Comunale di Teramo, e sara' organizzato in collaborazione con il Comune di Teramo, la Provincia di Teramo, la Regione Abruzzo e la Banca Sanpaolo dell'Adriatico.

In attesa di conoscere il cast ufficiale della manifestazione, che nelle passate edizioni ha ospitato tra gli altri Carmen Consoli, Gianluca Grignani, Avion Travel, Francesco Baccini, Capone BungtBangt, Pacifico, Ron, Dario Ballantini, Roy Paci, Teresa De Sio, Tosca, Vittorio De Scalzi, Irio De Paula, Jimmi Villotti, Simone Cristicchi, Sergio Cammariere, Mauro Pagani, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, Andrea Mingardi, e che ha visto alternarsi alla conduzione Paola Maugeri, Pupo, Fabrizio Frizzi, Gianni De Berardinis, Mario Luzzato Fegiz, Antonio Silva, sono da oggi on-line il bando e il regolamento per il 'Premio Pigro', il concorso riservato a cantanti, cantautori e band emergenti. La selezione delle band emergenti sara' effettuata dall'organizzazione del 'Pigro', che sottoporra' i demo, tra quelli giunti improrogabilmente entro l'8 marzo 2008, ad una giuria di qualita' composta dai giornalisti, musicisti e operatori del settore discografico: Mario Luzzato Fegiz, Fausto Mesolella, Francesco Paracchini, Franco Luca', Giampaolo Rosselli, Giordano Sangiorgi, Mario Pezzolla, Michele Pecora, Piero Galletti, Roberto Fiacchini, Rolando D'Angeli, Teresa Mariano e Dario Salvatori. Questa giuria decidera' quali saranno le sei band che parteciperanno, rigorosamente dal vivo, alla finale del 10 aprile. Il vincitore, potra' esibirsi live al MEI 2008, il Meeting delle Etichette Indipendenti, e a Sanremoff 2009. Il bando per partecipare al 'Premio Pigro', la domanda di partecipazione e il regolamento sono disponibili on-line sul sito www.pigroshow.org.

TIZIANO E LA SENSUALITA' DELLA PITTURA

Un Tiziano colto nell'ultima fase della sua attività, quando l'artista, già quasi sessantenne, si trovò alle prese con un nuovo modo di dipingere, più libero, sensuale e spirituale insieme: è il pittore bellunese così come lo racconta la monografica "L'ultimo Tiziano e la sensualità della pittura", che arriva alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dal 26 gennaio al 20 aprile, dopo il successo della mostra di Vienna. In tutto 28 capolavori, realizzati da Tiziano dal 1550 fino alla morte avvenuta nel 1576 proprio a Venezia, grazie ai quali il visitatore potrà scoprire una pittura fatta di pennellate corpose che stendono velocemente il colore sulla tela, dando vita a forme scomposte e a una pittura teatrale, ricca di emozioni. Già nel 1990 la soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Venezia e Laguna, in collaborazione con il comune di Venezia, organizzò a Palazzo Ducale e poi alla National Gallery di Washington, la prima esposizione monografica su Tiziano, dopo quella storica del 1935 a Ca’ Pesaro.

Nel 2001, il Kunsthistorisches Museum di Vienna ha iniziato una ricerca sulle tecniche della tarda attività di Tiziano, caratterizzata dall’invenzione e dallo sviluppo della “pittura a macchia”, come la definì Vasari. Al progetto ha aderito la soprintendenza veneziana, anche perché sono proprio le Gallerie dell’Accademia a possedere l’ultima opera di Tiziano: “La Pietà”. Si tratta di un grande ex voto realizzato contro l’epidemia del 1576, che rappresenta forse il momento più alto di quella stagione artistica. In occasione della tappa viennese della mostra "L'ultimo Tiziano e la sensualità della pittura" si è concluso il restauro dell'opera “Ninfa e pastore” che, così, potrà essere presente a Venezia rendendo possibile, per la prima volta, il confronto con altre opere coeve come la “Punizione di Marsia”, proveniente da Kromeriz, nella Repubblica Ceca. Prestiti eccezionali provenienti dai più importanti musei saranno esposti lungo il percorso espositivo articolato in tre sezioni tematiche dedicate ai ritratti, ai temi profani e alla pittura sacra. Inoltre, il visitatore potrà confrontare le opere di Tiziano cone quelle degli artisti a lui coevi, grazie alle collezioni permanenti delle Gallerie dell’Accademia che custodiscono capolavori di Giorgione, Veronese e Tintoretto.

"Roma 1840-1870. La fotografia, il collezionista e lo storico"

Realizzata dall'Istituto Nazionale per la Grafica e dal Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena, in collaborazione con la fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la mostra "Roma 1840-1870. La fotografia, il collezionista e lo storico" ha come protagonista l'immagine di Roma agli esordi della fotografia. Allestita alla Calcografia di Roma dal 19 gennaio al 9 marzo, la mostra espone gli scatti della collezione di Filippo e Orsola Maggia, con i suoi esemplari rari e di notevole pregio, alcuni dei quali inediti.

La mostra illustra il rapporto privilegiato, anche a livello internazionale, che il collezionismo fotografico ha intrecciato con la citta' di Roma e la sua immagine, attraverso circa 120 fotografie originali dedicate alla citta' e alla sua campagna a meta' Ottocento. La qualita' degli autori (dai protagonisti del Circolo del Caffe' Greco, Caneva, Flache'ron, Constant, a James Anderson e Robert Macpherson, insieme a Dovizielli, Cuccioni, Altobelli, Simelli, Bisson, Sommer, Rive) e la varieta' dei soggetti (dalle vedute monumentali a quelle panoramiche, dalle antichita' classiche alla Roma moderna, e poi paesaggi, costumi della campagna romana, studi e particolari della natura e dell'ambiente rurale) testimoniano l'interesse per Roma e per le sue trasformazioni.

NUOVO FILM PER GIUSEPPE TORNATORE

Giuseppe Tornatore ,in lizza per l'Oscar al miglior film straniero con 'La sconosciuta' - girerà un film sulla vita di Aung San Suu Kyi, grande icona democratica birmana e premio Nobel per la pace.
Il progetto avrebbe già un titolo, 'The Lady', e costituirebbe il primo lungometraggio a produzione interamente internazionale del regista siciliano, impegnato attualmente alla lavorazione di 'Baaria'. L'indiscrezione arriva dal portale 'Variety' che rivela come dietro l'operazione ci sia un accordo nippo-americano con un finanziamento da 30 milioni di dollari.

Fedele agli insegnamenti del Mahatma Gandhi sulla necessità di una lotta politica non violenta, Aung San Suu Kyi è stata la principale oppositrice al regime militare di Myanmar che nel 1988 le comminò gli arresti domiciliari.

Nel 2002, in seguito alle forte pressioni delle Nazioni Uniti, le fu concessa una condizione di semi-libertà, di nuovo revocata l'anno dopo quando la donna riuscì miracolosamente a salvarsi da un agguato militare che causò la morte di numerosi civili.
Nel 1991 le era stato assegnato il premio Nobel per la Pace.

Il film racconterà la vita di Suu Kyi dal 1988, anno del suo ritorno in Birmania dopo un lungo esilio inglese, ad oggi. Il cast è, al momento, top secret. Le riprese dovrebbero invece cominciare alla fine dell'anno.

ADDIO AD ANGEL GONZALES

Lo scrittore e poeta spagnolo Angel Gonzalez, esponente di spicco della ''Generacion del '50'', autore di una poesia sociale innervata sui temi della solidarieta' umana, dell'amore e della liberta', e' morto in un ospedale di Madrid, in seguito a una crisi respiratoria, all'eta' di 82 anni.

Nato a Oviedo il 6 settembre 1925, Angel Gonzalez era socio della Reale Accademia della Lingua spagnola e nel 1985 gli fu consegnato il Premio Principe delle Asturie delle lettere in ragione della sua complessiva opera poetica.

Nel 1996 conquisto' il Premio Regina Sofia della poesia iberoamericana.

domenica 13 gennaio 2008

PIERO PELU' MUSICA IN INTERNET

Dopo i Radiohead, ormai è come se fosse partita una valanga inarrestabile.
Così, dopo altri emuli del gruppo di Oxford, anche Piero Pelù ha deciso di promuovere il suo prossimo disco anche grazie a Internet.
L'ex leader dei Litfiba darà infatti il via ai lavori di registrazione nei prossimi giorni. E, per creare un rapporto con i fan ancora più stretto, ha deciso di aprire lo studio a Internet, permettendo in questo modo ai fan di seguire il lavoro passo dopo passo.

Dal 14 gennaio, attraverso una finestra aperta sulle sue pagine personali sul portale di Myspace, Pelù metterà così a disposizione riprese esclusive con il backstage della registrazione del nuovo cd, in uscita il prossimo aprile.

Per chi fosse interessato, cliccare su www.myspace.com/officialpieropelu.

"ROMA ORE 11" ALL'ELISEO CAFE'

Brani inediti, canzoni, video: domani all'EliseoCafe' alle 19,30 si proietta il film di Elio Petri ''Roma ore 11'' che narra un tragico fatto di cronaca avvvenuto nella capitale agli inizi degli anni 50.
''Signorina giovane intelligente volenterosissima attiva conoscenza dattilografia miti pretese per primo impiego cercasi. Presentarsi in via Savoia 31, interno 5, lunedi' ore 10-11''.
Questo trafiletto apparve alla pagina degli annunci economici de ''Il Messaggero'', domenica 14 gennaio 1951. Lo stesso giornale, quarantotto ore dopo, pubblicava in prima pagina: ''Una terribile disgrazia e' accaduta ieri mattina nell'interno di un villino di via Savoia, dove settantasette giovani donne sono rimaste ferite in modo piu' o meno grave ed una e' deceduta per l'improvviso crollo dell'intera scala dello stabile.
Cosi' inizia il libro ricavato dall'inchiesta che Elio Petri, allora giovanissimo giornalista alle prime armi, condusse per conto del regista Giuseppe De Santis, che ne avrebbe dovuto fare un film. Petri condusse l'inchiesta in modo organico, capillare: ragazza per ragazza rintraccio' le loro storie, le loro famiglie, gli ambienti, registro' le espressioni dei volti, sondo' i sogni e le attese.

CARL CRAIG AND INNERZONE ORCHESTRA

Carl Craig and Innerzone Orchestra arriva questa sera alle 21 all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Il progetto incarna appieno lo spirito di Mit e la sua volonta' di andare oltre le distinzioni di genere e le classificazioni, fondendo stili e influenze diverse, considerando quindi l'elettronica come un potente mezzo espressivo piu' che come categoria musicale ben definita.

Protagonista dell'evento Carl Craig, figura chiave e di punta della ricca scena dance di Detroit, nome storico dell'elettronica a livello mondiale, che in questo progetto si confronta con una serie di grandi musicisti, in gran parte di estrazione jazz, come Collin Dupuis, Kelvin Sholar, Damon Warmack, Francesco Tristiano, Rita Sayegh e Francisco Mora, ex sideman del leggendario Sun Ra.

ADDIO A MORT GARSON

Il compositore canadese Mort Garson, pioniere dell'elettronica applicata alla musica pop, autore della celebre "Our Day Will Come", colonna sonora di ''American Graffiti 2'', film del 1979, e' deceduto, in seguito a problemi renali, nella sua casa di San Francisco, in California, all'eta' di 83 anni. Negli anni Sessanta, Garson realizzo', tra i primi arrangiatori, una serie di album suonando il sintetizzatore elettronico Moog, riscuotando grande successo: il suo maggiore hit fu ''Zodiac Cosmic Sounds'' (1967), una suite suonata da Paul Beaver con tastiere elettroniche.

Autore di oltre trenta dischi, Garson ha firmato anche ''The Wozard of Iz'' (1969), una parodia elettronica del classico per bambini (con Bernie Krause ai "suoni ambientali"), ''Lucifer'' (1971), un'esotica opera/messa, il suo piu' selvaggio miscuglio di suoni elettronici, e ''Music for Sensuous Lovers'' (1971). Garson ha scritto molte musiche per il cinema e i musical di Broadway.

venerdì 11 gennaio 2008

MOSTRA FOTOGRAFICA ANTOLOGICA SU GIANNI AGNELLI AL VITTORIANO




Dall'infanzia dorata, ma breve (a causa della morte prematura del padre prima e della madre poi), all'eredità dell'azienda fondata dal nonno, la Fiat; dai rapporti internazionali con gli uomini più potenti del mondo fino alle passioni, prima fra tutte quella per la squadra del cuore, la Juventus.

A cinque anni dalla scomparsa di Gianni Agnelli, una grande mostra fotografica ne ripercorre la vita attraverso 250 scatti realizzati dai maggiori fotografi italiani e internazionali, oltre che dagli archivi storici di Fiat e "La Stampa" e da quello di Vito Liverani, che per primo ha avuto l'idea della mostra.

A cura di Marcello Sorgi, "Il secolo dell'Avvocato. Gianni Agnelli, una vita straordinaria", al Complesso del Vittoriano da domani al 30 gennaio, è stata inaugurata oggi alla presenza, tra gli altri, del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di Carlo Azeglio Ciampi, Francesco Rutelli e Barbara Palombelli, i nipoti dell'Avvocato John, Lapo e Ginevra, le sorelle Maria Sole e Susanna, Marella Agnelli, Mario D'Urso, Ira Furstenberg.

"La mostra ripercorre una vita piena, avventurosa -ha spiegato Marcello Sorgi, ex direttore della Stampa- dalla lunga presidenza della Fiat al ruolo di interlocutore con i governi internazionali fino alla conquista di un ruolo istituzionale con la nomina a Senatore. Chi conosce bene la storia di Gianni Agnelli potrà riscoprirla e chi non la conosce, soprattutto i giovani, avrà così modo di avvicinarsi a una delle figure fondamentali del Novecento italiano".

La seconda guerra mondiale, in cui l'Avvocato combattè in Africa e in Russia, il lungo dopoguerra, il capitalismo e il comunismo, la guerra fredda, il terrorismo, le grandi crisi economiche: c'è tutta la vita di Gianni Agnelli tra gli scatti in mostra che testimoniano un'esistenza strettamente intrecciata con i grandi avvenimenti storici.

Da una parte, quindi, le foto che lo ritraggono con gli 'amici' americani (Ted e John Fitzgerald Kennedy, Gerald Ford, Al Gore, Bill Clinton, George Bush senior, Ronald Reagan, Henry Kissinger), dall'altra gli scatti che lo mostrano sotto il ritratto di Lenin o di Marx, in compagnia di Boris Eltsin, Gorbaciov, Ceausescu. E poi i rapporti con De Gaulle, Chirac, Fidel Castro, Kofi Annan, Shimon Peres, Yasser Arafat.

"Gianni Agnelli pensava che l'Italia dovesse adeguarsi alla sfida della globalizzazione - ha spiegato Marcello Sorgi - amava profondamente il suo Paese, ma non riusciva a capacitarsi perché l'Italia viaggiasse sempre con passo più lento rispetto agli altri". Al contrario, l'Avvocato si mostrava sempre in anticipo sui tempi. "Un uomo alto tra bassi, magro tra grassi, elegante, carismatico. Negli anni Sessanta, con l'affermarsi dei media, non poteva non trasformarsi in una specie di pop-star - ha aggiunto Sorgi - una vera e propria icona popolare in cui la gente identificava un obiettivo". Invidiato, imitato, seguito da giornalisti e fotografi, l'Avvocato aveva anche un lato debole. "Le donne - ha dichiarato Vittoriano Rastelli, fotoreporter che seguì l'Avvocato dal suo incontro con Jacqueline Kennedy negli anni Novanta - ne ha avute molte, anche se non le mostrava". Le donne, una grande passione, così come la vela, lo sci, il calcio, ma anche l'arte, come dimostrano le foto che ritraggono Gianni Agnelli con Federico Fellini, Mario Soldati, Alberto Moravia. "Visitava spesso i musei e conosceva a fondo l'arte e gli artisti - ha spiegato Claudio Strinati, sovrintendente al Polo Museale Romano - Abbiamo spesso discusso di fronte alle opere d'arte e lui dimostrava di amare soprattutto quelle rinascimentali. Una volta restò completamente rapito da una 'Venere' di Cranach, esposta alla galleria Borghese". "Però - ha aggiunto Strinati - nella sua ricca collezione d'arte, accanto ai Canaletto, non poteva mancare uno spazio riservato al Futurismo e, quindi, alla velocità. L'Avvocato possedeva un'opera di Giacomo Balla straordinaria che su un lato della tela presenta una rappresentazione della velocità, dall'altra 'La marcia su Roma' in omaggio al Fascismo".

MAGGIO MUSICALE FIORENTINO NEL NOME DI GIACOMO PUCCINI

Si apre nel nome di Giacomo Puccini il 2008 del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino: per onorare il compositore toscano, di cui quest'anno ricorre il 150° anniversario della nascita, e che da sempre e' presente nella programmazione del teatro di Firenze, da martedi' 15 a domenica 27 gennaio va in scena Madama Butterfly, la ''tragedia giapponese in tre atti'' di Illica e Giacosa (da J. Long e D. Belasco), che alla 'prima' scaligera del 1904 fu accolta da un solenne fiasco (le cronache parlarono di ''grugniti, boati, muggiti, risa, barriti e sghignazzate''!), ma che, considerata dall'autore la sua opera piu' moderna, e' poi diventata uno dei melodrammi piu' eseguiti in assoluto al mondo, capace di commuovere le platee di ogni Paese con la storia della piccola Cio-Cio-San, suicida perche' sposata per gioco crudele, illusa, resa madre e abbandonata dallo spregevole yankee Pinkerton.

L'allestimento presentato e' quello che porta la prestigiosa firma per regia, scene e costumi di Pier Luigi Samaritani, un vero evergreen del Maggio, quasi trentennale: fu infatti ideato nel 1979, e sara' questa la quinta volta che le delicate e tradizionali atmosfere ideate da Samaritani, e qui riprese da Gianfranco Ventura, si ricreano al Teatro Comunale. Sul podio Roberto Rizzi Brignoli, giovane milanese approdato alla Scala con Gavazzeni e poi assistente di Muti, a ttualmente Direttore Principale del Teatro Municipal di Santiago del Cile, che proprio con un altro titolo pucciniano, Boheme, esordi' con successo al Maggio nel 2001.

mercoledì 9 gennaio 2008

RESTAURO DEL DECTRETIUM GRATIANI

Torna, alla sua seconda edizione, l'iniziativa "Salviamo un codice" della rivista del Gruppo Nova Charta "Alumina. Pagine miniate", dedicata al mondo della miniatura, con il sostegno del gruppo immobiliare Ceoldo di Padova. Se nella prima edizione il codice restaurato e' stato l'Ottateuco copto della Biblioteca Forteguerriana di Pistoia, quest'anno la scelta e' caduta sul "Decretum Gratiani" della Biblioteca Malatestiana di Cesena, manoscritto del XIII secolo, membranaceo, con legatura con coperta in cuoio decorata da ferri impressi con oro, sguardie rivestite di seta verde, cucito con filo in seta verde e capitello a due colori, rosa e verde.

L'apparato decorativo dell'opera comprende una miniatura di grande formato, riquadri miniati di medie dimensioni con scene figurate allusive al testo, circa 350 iniziali miniate ornate o figurate di piccole dimensioni, oltre a numerose iniziali filigranate rosse e blu. Il codice presenta attualmente una serie di fascicoli slegati e la coperta strappata nella parte superiore del dorso. Inoltre, agli inizi degli anni Ottanta il codice ha subito una grave mutilazione a seguito dell'asportazione di tredici carte miniate, dodici delle quali recuperate. Presenti anche erosioni nei dorsetti e la coperta presenta danni diffusi.

A condurre il restauro, l'Istituto Centrale per la Patologia del Libro di Roma. Al termine dei lavori verra' pubblicato un "Quaderno di Restauro" a cura di Daniela Savoia, direttore della Biblioteca Malatestiana, con la relazione dell'operazione effettuata corredata da fotografie.

"TANGO STORY" PER LUIS BACALOV

La stagione dell'Accademia Filarmonica Romana riprende la sua attivita' dopo la pausa natalizia e lo fa con uno dei piu' grandi pianisti e compositori argentini di oggi, Luis Bacalov, che sara' al Teatro Olimpico, nella doppia veste di pianista e direttore dell'Orchestra Roma Sinfonietta, il 10 gennaio alle ore 21 per lo spettacolo "Tango Story". La serata e' realizzata in collaborazione con l'ambasciata della Repubblica Argentina in Italia.

"Tango Story - ha spiegato il maestro Bacalov - e' un percorso di centoventi anni di grande musica che in qualche modo creano una storia non nel senso narrativo, ma nell'esposizione di stilemi che portano alla contemporaneita' del tango. Mi piacerebbe che il pubblico, alla fine della 'storia', avesse la percezione di aver scoperto il tango non soltanto come una musica d'ascolto, ma come un'esperienza di vita".

La serata si aprira' con "Baires 2 Suite" dello stesso Bacalov e parte di una serie di pezzi per solisti e orchestra di camera composti in questi ultimi anni dal musicista argentino. A seguire tre danze del compositore cubano Ignacio Cervantes, il tango di Isaac Albe'niz e cinque di Juan Jose' Castro, uno dei maggiori compositori e direttori d'orchestra argentini. A conclusione della prima parte le musiche di due colonne sonore composte da Bacalov: "Seduccio'n", scritta per il film "Assassination Tango" di Robert Duvall e la musica che ha consegnato a Bacalov il premio Oscar per la miglior colonna sonora: quella de "Il Postino".

martedì 8 gennaio 2008

MUSEO VIRTUALE DELLA VIA FLAMINIA

Via Flaminia, l'antica strada consolare che collegava Roma con Rimini da oggi diventa un museo virtuale, quello del "Museo virtuale della Via Flaminia antica", primo museo virtuale archeologico multi-utente in Europa. Un successo tutto italiano frutto di due anni di lavoro di un gruppo di 20 ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e finanziato da Arcus Spa per 750.000 euro che si vanno ad aggiungere ai 60.000 euro stanziati per le spese di allestimento del Museo virtuale all'interno di una specifica sala del Museo Nazionale romano alle Terme di Diocleziano.

"Siamo stati i primi a sviluppare un software strutturato su modalità di apprendimento mai esporate prima. Puntiamo su un apprendimento avanzato che mette insieme nozioni di archeologia, architettura, filosofia e scienze applicate alle più moderne tecnologie", ha dichiarato Maurizio Forte, responsabile scientifico del progetto per il Cnr, sottolineando come rispetto ad altre realtà simili già esistenti, come la visita virtuale alla Cappella degli Scrovegni di Padova oppure al Partenone di Atene, il "Museo virtuale della Via Flaminia antica" ha il merito di permettere la suggestiva visita a più persone contemporaneamente.

La visita virtuale potrà essere effettuata da ben quattro persone ogni volta, che potranno aggirarsi per la casa di Livia oppure calpestare il basolato della strada tra la vegetazione di un tempo, ognuno attravreso una propria identità virtuale da muovere a piacimento, mentre altri 20 visitatori potranno seguire attivamente l'intera azione su un maxischermo. Nello spirito delle migliori applicazioni di realtà virtuale, la tecnologia impiegata nel Museo romano assicura una fruizione interattiva, attraverso l'utilizzo di un joystick ed il feedback offerto dai personaggi dell'antichità che si incontrano lungo il percorso scelto.

Tra qualche settimana, come hanno annunciato i promotori dell'iniziativa, il museo virtuale sarà su Second Life mentre ad oggi soltanto una parziale ricostruzione virtuale del paesaggio lungo la via consolare è disponibile sul web. Molteplici saranno gli usi ed i pubblici ai quali il Museo virtuale di Roma si rivolge.

"Stiamo preparando - ha aggiunto Maurizio Forte - due applicazioni su Malborghetto e la Villa di Livia per motori di ricerca multidimensionali, utilizzo che si andrà ad aggiungere a quello didattico così da stimolare i giovani alla conoscenza di Roma antica". Non meno interessante il progetto di fare del "Museo virtuale della Via Flaminia antica" una realtà itinerante da far circolare all'interno di Università internazionali. "Stiamo prendendo contatti in tal senso con Università della California, istituzioni all'avanguardia per il virtuale", ha assicurato Forte.

domenica 6 gennaio 2008

MUSICA TRA LE CERAMICHE DI GROTTAGLIE

Torna la tradizionale rassegna musicale ''Musica tra le ceramiche'' organizzata dal comune di Grottaglie e dall'orchestra della Magna Grecia di Taranto. Quattro gli appuntamenti al Teatro Monticello, da gennaio ad aprile, a partire da quello del 10 gennaio con il maestro Piero Romano alla guida dell'orchestra tarantina, affiancata eccezionalmente da Tito Schipa Jr., figlio del grande tenore, che interpretera' l'opera di Donizetti ''L'elisir d'amore'' in forma di concerto.

Protagonista dell'appuntamento del 16 gennaio il violino di Lino Cannavacciuolo, accompagnato dal suo ensemble e dalla voce della cantante sarda Elena Ledda. ''Ciak si suona'' e' il titolo del terzo appuntamento della stagione: l'8 marzo, infatti, il Teatro Ponticello di Grottaglie avra' il piacere di ospitare il maestro Luis Bacalov. Infine, il 2 aprile spettacolo di cabaret musicale con orchestra e con il duo Jgudesman & Joo.

LEZIONI DI MASSIMO RANIERI ALL'AUDITORIUM

Raccontare la storia della canzone italiana moderna con l'aiuto di alcuni dei suoi protagonisti piu' importanti. Questo l'obiettivo del ciclo di incontri-lezione, condotti da Ernesto Assante e Gino Castaldo, che l'Auditorium ospitera', a partire da domani alle ore 21, presso la Sala Sinopoli. Il primo ospite di questa nuova serie di appuntamenti sara' Massimo Ranieri, cantante, attore e artista in grado di passare dalla tradizione alla modernita' con semplicita' ed eleganza.

Ranieri e' stato uno dei principali protagonisti del rinnovamento della canzone italiana negli anni Sessanta ed uno dei piu' grandi interpreti che la nostra musica abbia mai conosciuto. Il 'cantattore' partenopeo raccontera' la sua storia e la storia della canzone italiana sul palco della Sala Sinopoli, assieme a Gino Castaldo e Ernesto Assante, e con con la preziosa collaborazione di Gianni Borgna, presidente della Fondazione "Musica per Roma" e storico della canzone italiana.

MAURIZIO POLLINI IN CONCERTO ALL'AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Un progetto che nasce con l’intento di mettere in relazione tracciati musicali assai diversi tra loro, suggerendo contrasti e opposizioni e al tempo stesso sorprendendo con insospettabili scoperte di assonanze. Questo vuole essere il ciclo di concerti “Pollini Prospettive” che, in programma all'Accademia di Santa Cecilia, presso l’Auditorium “Parco della Musica” di Roma, spazierà dalla musica sinfonica a quella da camera.

Al centro di questi cinque appuntamenti (2 di essi con repliche) sarà il pianista Maurizio Pollini(nella foto), protagonista da oltre quaranta anni presso tutti i maggiori centri musicali d’Europa, America e Giappone, accanto ai maggiori e più celebri direttori. “Ho cercato di chiarire al pubblico – ha spiegato Maurizio Pollini – che queste ‘Prospettive’ vogliono essere una piccola intuizione per giovani ascoltatori verso un repertorio più esteso, che non si limiti alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento, ma che vada più vicino alla musica di oggi, per avere un minimo contributo allo sviluppo di quest’ultima.

"Le composizioni protagoniste di questi appuntamenti – ha continuato il pianista – possono servire ai giovani ascoltatori per avvicinarsi al mondo della musica contemporanea”.

Il primo concerto, in programma domani alle ore 18 (con repliche il 7 alle ore 21 e l’8 alle ore 19.30) vedrà, per la prima volta, l’incontro sul palcoscenico tra il grande pianista e il direttore musicale dell’Accademia di Santa Cecilia, Antonio Pappano, in un programma che avrà al centro il classico romanticismo del Primo concerto per pianoforte di Brahms, alle sfumature sonore de l’”Aura” e di “Canzone a tre cori” di Maderna.

Il pianista, parlando della collaborazione con il direttore dell'orchestra di Santa Cecilia ha spiegato come si sia “creata da subito un’intesa molto buona con Pappano. Sapevo che era un grandissimo direttore d’orchestra e ho avuto, in questi giorni di prove, la conferma della sua forte personalità musicale”.

“Pollini Prospettive” proseguirà, poi, l’11 gennaio alle ore 21, con arditi e stimolanti accostamenti che vedranno la musica pianistica di Chopin e due opere di Luigi Nono, “Sofferte onde serene” e la riscoperta “La Floresta è jovem e cheja de vida”, con forti connotazioni politiche e il 18 gennaio alle ore 21, con il pianista che eseguirà, in un recital, la Sonata n. 2 per pianoforte di Boulez, i Preludi di Debussy e le Variazioni per pianoforte op. 27 di Webern.

“Ogni linguaggio della musica – ha spiegato il pianista – ha le sue particolarità e solo se li frequentiamo e ci abituiamo ad essi, possiamo coglierne la parte più intima”. Un progetto, quello delle “Prospettive Pollini”, che attraversa le 2 stagioni dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, quella sinfonica e da camera, integrandole perfettamente, e che è composto, come spiegato dal pianista “ da due linee parallele, quella della musica del ‘900 e quella dei compositori classici, da Brahms a Chopin fino a Debussy.

Fra gli altri amici del pianista che hanno aderito al progetto "Pollini Prospettive", ci saranno anche il compositore Peter Eötvös, il “Klangforum” di Vienna e il Quartetto Hagen che, insieme, daranno vita, il 22 gennaio alle ore 21, ad un affascinante viaggio a ritroso in un concerto che, partendo da Karlheìnz Stockhausen giungerà fino al Quintetto op. 34 di Brahms.

Concluderà la rassegna, il 26 gennaio alle ore 18 (con repliche il 28 alle 21 e il 29 alle 19.30), un concerto sinfonico con l’orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano e Pollini che insieme eseguiranno il secondo concerto per pianoforte di Brahms accostato ad uno dei capolavori della musica contemporanea, “Notations” di Boulez.

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