lunedì 25 agosto 2008

EDITORIA-LUIGI MANCONI



Luigi Manconi racconta la lunga storia delle Brigate Rosse; la sua analisi parte dagli anni Settanta, affronta il sequestro Moro, il lungo silenzio dal 1988 al 1999 e arriva fino ai nostri giorni.

Una pagina italiana unica in Europa per durata, continuità ideologica e coerenza programmatica. Il collante era e resta quello che Manconi definisce "operaismo armato". Cambiano i luoghi, la classe operaia si disperde e si polverizza e la nuova generazione di militanti recluta i suoi membri nelle aree del lavoro precario e sommerso, negli spazi periferici del mercato e della politica. Manconi dimostra in maniera convincente che le Brigate Rosse sono un fenomeno autoctono della società italiana: e che nella società italiana - nelle sue ideologie, nelle sue culture e fin nel suo "carattere nazionale" - affonda le proprie radici. Altrettanto significativa è la nostra difficoltà a fare i conti con il passato, sia dal punto di vista giudiziario che da quello politico.

Forse perché, come scrive Manconi, il terrorismo è stato rimosso e non si è avuto il coraggio di riconoscere le responsabilità culturali e politiche, che rappresentano una delle sue cause. Ciò non ha consentito che in Italia - dopo la guerra civile simulata degli anni Settanta - si seguisse il "modello sudafricano" della Commissione per la verità e la riconciliazione, e che si arrivasse davvero a voltare pagina.
MANCONI LUIGI "TERRORISTI ITALIANI LE BRIGATE ROSSE E LA GUERRA TOTALE 1970-2008
Editore: RIZZOLIPubblicazione: 04/2008Prezzo: € 18,50
LUIGI MANCONI
Laureato in Scienze politiche, sociologo dei fenomeni politici, si è dedicato all'insegnamento universitario, prima presso l'Università di Palermo e, successivamente, allo IULM di Milano, dove è professore di Sociologia dei fenomeni politici.
Tra il 1969 e il 1975 ha militato in Lotta Continua.
Negli anni Settanta, usando lo pseudonimo Simone Dessì, collabora a diverse riviste culturali e musicali (tra le quali Muzak), con Giaime Pintor, Gianni Borgna e Gino Castaldo è autore di numerosi volumi sulla musica pop e sui cantautori, tutti pubblicati dalla Savelli ("C'era una volta una gatta", "La chitarra e il potere", "Cercando un altro Egitto", "Il futuro dell'automobile, dell'anidride solforosa e di altre cose" tra gli altri).
Negli anni Ottanta ha fondato e diretto, con Massimo Cacciari e Rossana Rossanda, la rivista "Antigone".
È stato direttore di Ombre Rosse (con Goffredo Fofi) e poi editorialista e commentatore delle più importanti testate giornalistiche italiane, come Il Messaggero, Corriere della Sera, La Stampa e La Repubblica; attualmente collabora a Il Sole 24 Ore.
Nel 1991 il suo rapporto di collaborazione con la Rai viene bruscamente interrotto e Manconi viene “licenziato” a seguito di un “editoriale” assai critico nei confronti dell’allora ministro del Bilancio, Paolo Cirino Pomicino, nel corso della trasmissione di RaiTre “Girone all’italiana”, condotta da Andrea Barbato.
Nel corso degli anni Novanta è stato consulente della trasmissione di Rai 3 “Milano, Italia”, ideata e condotta da Gad Lerner.
Nel 1994, da indipendente, viene eletto senatore nelle liste dei Verdi, e partecipa ai lavori di numerose commissioni sulle tematiche che, da sempre, connotano la sua militanza e le sue attività di ricerca: la giustizia e il garantismo, le libertà individuali e le garanzie sociali, l'autonomia individuale e le “questioni di vita e di morte” (dalla libertà di cura al testamento biologico). È iscritto ad Amnesty International e alla International Antiprohibitionist League. Con Laura Balbo ha promosso l'associazione “Italia-razzismo”. Attualmente, è membro del Movimento Ecologista e presidente di "A buon diritto. Associazione per le libertà".
Dal novembre del 1996 al giugno del 1999 è stato portavoce nazionale dei Verdi.
Nel 2005 si è iscritto ai Democratici di Sinistra, ed è stato responsabile del dipartimento nazionale Diritti Civili. Dal 2006 è sottosegretario di Stato alla Giustizia del governo Prodi.