giovedì 13 dicembre 2007

"DIARY OF THE DEAD" TRIONFA A COURMAYEUR

Un George A. Romero in grande stile scalda Courmayeur. Mentre la neve imbianca il Noir in Festival e scendono le temperature, applausi e soddisfazione accolgono la proiezione di mezzanotte del suo ultimo "Diary of the Dead". Un'ora e mezza girata in totale economia, in cui il maestro della "Notte dei morti viventi" concentra temi e ossessioni di sempre, portando all'estremo la sua graffiante critica antisistema.

Deriva dell'Occidente ricco, massificazione e paura dell'altro si arricchiscono questa volta di sempre piu' dichiarati riferimenti al terrorismo mediatico e alle perverse conseguenze della guerra. Spunto del film, acquistato in Italia dalla Minerva, e' un video amatoriale girato da un gruppo di studenti, per raccontare la vera storia su un'invasione di morti viventi, che la stampa sta cercando di insabbiare.

Tutto ha inizio con l'intervento di una pattuglia, per l'ennesimo episodio di sangue e disperazione: una famiglia di immigrati, sterminata dalla follia omicida del padre, che ha prima eliminato moglie e figlia, per poi spararsi un colpo alla testa.

All'arrivo di agenti e troupe televisive, un cameraman gira un filmato shock, che riesce a salvare dalla censura dell'emittente e a divulgare online, per mettere in guardia il mondo: la resurrezione delle vittime, che aggrediscono i poliziotti e sopravvivono alle pallottole, e' soltanto l'inizio.

Da qui l'inizio di una psicosi collettiva, che resiste alle coperture mediatiche e governative e porta il paese sull'orlo di una guerra civile. Mentre la popolazione allo sbando si abbandona a saccheggi e guerriglia urbana, un gruppo di studenti riprende la sua fuga, dall'ossessivo occhio di una telecamera. Uno sguardo indipendente e ribelle, rispetto alle edulcorate cronache ufficiali, di cui loro stessi finiscono pero' per rimanere schiavi.

Quella che resta impressa sul nastro e' una deriva perversa, alimentata da un panico e un terrore, che tanto rimandano alle recenti cronache dal fronte: il nemico e' senza volto, sotto il fuoco della paura finiscono per errore degli esseri umani, il prezzo da pagare e' spesso l'eliminazione degli stessi membri del gruppo. Tutto cio', mentre la dipendenza dalla telecamera diventa essa stessa una schiavitu' deformante.

A dominare e' piu' che mai il sottotesto, ma non mancano colpi di scena e momenti di vero splatter. Su tutti i fantasiosi metodi che i fuggiaschi sperimentano per eliminare i morti viventi: fra i primi, un improvvisato elettroshock alla testa, che fa schizzare gli occhi delle orbite alla malcapitata zombie. Poi ancora una bottiglia di acido cloridrico fracassata sul capo, che corrode cranio e cervello del cattivo di turno e una memorabile scena in cui un contadino, per liberarsi di quello che lo blocca alle spalle, si pianta da solo una falce in mezzo alla fronte, trapassando da parte a parte anche il capo all'aggressore.

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