venerdì 7 dicembre 2007

GRAHAM SUTHERLAND A BOLOGNA

L'opera misteriosa e affascinante di Graham Sutherland, artista inglese di fama internazionale scomparso nel 1980 dopo essersi dedicato a svariate forme d’arte, sarà al centro di una mostra ospitata presso la "Galleria d'Arte Maggiore" di Bologna dal 19 gennaio al 31 marzo.

Nel corso della sua esperienza artistica Sutherland si è dedicato all'incisione, alla pittura ad olio, all’acquarello e al design di oggetti in vetro, avendo come soggetti della sua produzione tematiche anche distanti tra loro, dal paesaggio all’illustrazione di testi stampati, dalla pittura religiosa a quella di scene di guerra.

In "Graham Sutherland. Olii, acquarelli e grafiche", questo il titolo dell'esposizione bolognese curata da Franco e Roberta Calarota, è stato selezionato un percorso preciso che si concentra sull'attività di incisore e grafico dell'inglese, sulla produzione ad olio e ad acquarello e sulla famosa serie di acqueforti dedicate alle api. Sutherland, nato a Londra nel 1903, appartiene a quel gruppo di artisti che inizia un riesame critico delle avanguardie storiche del primo Novecento prendendo le distanze sia da questo tipo di ricerche che dal nascente informale.

Lo scopo è quello di ritrovare la propria identità di artista all’interno della cultura figurativa europea e di riappropriarsi quindi della tradizione pittorica e della figurazione rapportandole, però, con la realtà della scena politica contemporanea segnata tragicamente dal secondo conflitto mondiale. Nella primissima produzione dell'artista inglese, incentrata sulla realizzazione di stampe di idilliaci paesaggi pastorali, è riconoscibile una forte affinità con la ricerca di Samuel Palmer e quindi con la linea del neo-romanticismo e della tradizione figurativa inglese.

A partire dagli anni Trenta però, quando incomincia a darsi alla pittura ad olio, Sutherland sostituisce alla serena visionarietà di Palmer una forte intensità emozionale, derivante dalla drammaticità di William Blake, che lo porta a disintegrare la forma del soggetto per poi ricomporlo in assemblaggi ibridi dalle sembianze antropomorfe o vegetali che si animano in un clima notturno, magico e inquietante di stampo quasi surrealista.

Soggetti di questo tipo fanno la loro comparsa anche nelle 26 litografie che compongono il primo bestiario realizzato dall’artista nel 1968, un vero e proprio catalogo visionario di pura fantasia in cui i soggetti subiscono strani processi di metamorfosi, e in quello del 1979, realizzato per illustrare l’opera di Apollinaire. Queste interpretazioni antropomorfiche non compaiono invece nel microcosmo delle api, edito nel 1977, che la Galleria d’Arte Maggiore si propone di offrire al pubblico nella sua veste completa, esponendo le 14 acqueforti e acquetinte su lastre di rame che compongono il ciclo.

Accanto a questo tipo di produzione, Sutherland porta avanti altri tipi di ricerca ,influenzati soprattutto dalla terribile esperienza del conflitto mondiale e dalla conversione al Cattolicesimo, che lo porterà a produrre, a partire dagli anni '50, molte opere di stampo religioso.

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