La casa discografica non serve più", "L'industria del disco tradita dalle star", "Destino segnato per il cd". Basta sfogliare qualsiasi rivista del settore musicale e non per capire che vento tira nell'industria discografica. La vecchia filiera del disco, così come l'abbiamo conosciuta per decenni, è destinata a scomparire ma non si è ancora ben capito da cosa verrà sostituita e quale sarà il ruolo delle major discografiche.
Assediate da internet,in crisi d'identità e di fatturato, ora ci si mettono anche le star ad abbandonarle: Paul McCartney che distribuisce dischi tramite la catena di coffehouses Starbucks; Madonna ,che lascia la Warner e firma un contratto da 120 milioni di $ con un promotore di concerti; i Radiohead che vendono direttamente il loro album online a offerta libera senza nessun contratto discografico. Per non parlare di Bob Dylan, Eagles, Prince...
Un bello smacco per aziende che ,per molti anni ,hanno avuto nelle mani il monopolio esclusivo del mercato della musica e di tutti i processi di intermediazione ad esso collegati, mentre ora si vedono costrette a inseguire, a stipulare contratti con portali che regalano musica in cambio di pubblicità (come Spiralforg e Downlovers) o con gestori di telefonia mobile che vendono brani o diffondono suonerie telefoniche.
A tutto questo si aggiungono impressionanti dati sulle vendite di cd calate del 25% in un anno e le migliaia di negozi e catene di dischi fallite in tutti i paesi, mentre i mega store vanno sostituendo i cd negli scaffali con dvd, giochi e lettori musicali. E qui, oltre al danno, c'è la beffa: secondo una indagine il 20% degli europei scarica musica online ma solo il 2% la acquista. Insomma, si spendono soldi per i lettori ma sono ancora in molti a scaricare musica (delle major) illegalmente.
Pirateria a parte, gli osservatori sono concordi nel considerare scarso da un punto di vista commerciale il valore della musica digitale. Nell'immaginario collettivo la musica è aria e come l'aria si deve respirare gratis, o pagare poco. Difficilmente un business basato esclusivamente sul downloading (su pc, cellulare o lettore wifi) potrà bastare. Per sopravvivere le etichette dovranno trasformarsi in centri media, occuparsi di concerti, merchandising, ma anche inventarsi un nuovo prodotto fisico bello da possedere. O magari tornare a concentrarsi semplicemente sulla musica.
venerdì 9 novembre 2007
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1 commento:
Il problema è che, se con l'eccessivo aumento dei prezzi dei beni primari che stiamo subendo, inversamente proporzionale agli stipendi italiani (l'unica cosa rimasta invariata dall'epoca delle lire!), è normale e fin troppo ovvio che, potendo evitare di sperperare denaro con pochi sforzi, praticamente tutti preferiscono scaricare "illegalmente". Mi pongo una domanda però: è senza dubbio illegale scaricare materiale protetto da copyright, ma quanto è legale pompare a dismisura i prezzi di vendita dello stesso prodotto? Se per realizzare un cd, ad esempio, si spendono 3 - 4 euro per copia (e ho già esagerato!), è plausibile che chi ci lavora voglia alzare un pò i propri introiti per copia, in modo tale da sopperire alla "fatica" del proprio lavoro. Ma una cifra di 10 euro a cd (corrispondente a circa 20.000 delle vecchie lire!)mi sembra più che sufficente. Arrivare a 20.90€ è a tutti gli effetti un furto. Allora perché la legge, come un Robin Hood esattamente al contrario, protegge il furto delle case discografiche e degli artisti, che poi finiscono per spendere i propri soldi collezionando auto d'epoca, ristrutturando ville con piscina e campi da golf o facendo spese assurde, invece di proteggere chi vorrebbe comprare i cd originali ma spendendo 20.90€ rischia di non arrivare nemmeno a fine mese? Sono contro la pirateria ma sono anche contro gli ignobili provvedimenti disciplinari previsti dalla legge contro chi scarica. Propongo una soluzione: la legge "Punisca" con gli stessi provvedimenti tutte le case discografiche che vendono i propri dischi ad un prezzo superiore di 10€; quando tutti i cd in vendita non supereranno tale prezzo diventa pienamente giustificato prendere anche provvedimenti nei confronti di quanti ancora continuano a scaricare da internet illegalmente. Ma come sempre la giustizia è dalla parte dei più ricchi...
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