giovedì 29 novembre 2007

"LA MEMORIA" DI LUCA PIGNATELLI

La memoria, il tempo, la minaccia. Sono questi i temi che ricorrono nella mostra personale di Luca Pignatelli che verrà inagurata domani (17.30) e resterà aperta dal 1 dicembre al 28 febbraio al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

La mostra, ideata e curata da Achille Bonito Oliva, ospita in quattro sale del Museo lavori inediti: l'installazione Schermi, composta da oltre cento tele, quadri di grande formato e la serie dedicata al tema della caccia.

Si tratta di un lavoro ''fatto appositamente per il Museo Archeologico'' della città partenopea, un ''museo meraviglioso''. L'esposizione - racconta Luca Pignatelli a Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos - ''riguarda un tema a me molto caro: quello della memoria e del tempo''. Le opere sono realizzate ''su teloni, in passato utilizzati per rivestire i container dei treni''. Si tratta di ''tela di canapa, un materiale molto antico, molto tenace che ha già al suo interno un codice simbolico fatto di segni, strappi, lacerazioni, corde, ganci, numeri stampati''. ''Su questo - prosegue l'artista milanese - dipingo con una tecnica non ortodossa, non legata alla tradizione pittorica più pura, più classica. Quindi sono materiali che sentono lo spirito del nostro tempo dal '900 in poi. Da quando si è cominciato a vestire con abiti militari anche fuori dalle caserme. Da quando il tempo ha accolto questa contaminazione tra cose diverse''.

Nella sale centrale, Pignatelli espone ''una serie di dipinti sulla caccia, intesa come limitazione della libertà individuale''. ''Ci sono dei boschi con degli animali selvatici, delle scene di uccisioni, di inseguimenti, di attesa o di scampato pericolo: una metafora del tema più generale della guerra''. Una minaccia che incombe su questo nostro ''tempo triste''.

E ancora, in ''un'altra sala, ho rivestito la stanza con 92 dipinti di vasi antichi, considerati come lo schermo di un cinema antico dove al centro, anziché scene dell'iconografia classica, ci sono paesaggi inventati con immagini di bombardieri della seconda guerra mondiale, case che si incendiano,...''. Così insieme all'indagine archeologica si trovano riferimenti al mondo industriale: ''Ci sono queste grandi macchine che fanno parte di un'archeologia molto vicina a noi, di un occidente in caduta libera dopo l'Olocausto e la Seconda Guerra Mondiale''. ''E' come un catalogo di elementi a noi noti'', presentati in un ''modo archeologico''.

E il tema della memoria ritorna parlando anche di Napoli che ospita la mostra. La città è ''sopra il mare, inteso come enorme deposito sotterraneo di relitti, di cose che si sono arenate ma che sono a portata di mano. Sotto il mare di Napoli ci sono presenze molto antiche e una grande memoria''.

Perché, ''per me l'arte - spiega Pignatelli che ha esposto anche a New York, Parigi, Berlino - non è un fare dal nulla o una ricerca del mai visto. Io lavoro su oggetti noti, una ferrovia, un ghiacciaio, delle montagne, che fanno parte di una rappresentazione di un'immagine collettiva''.

La mostra, corredata da un catalogo edito da Electa, è promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta e dalla Regione Campania. All'inaugurazione, domani, saranno presenti con l'artista, il soprintendente Maria Luisa Nava e il curatore Achille Bonito Oliva.

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