
Tutti sappiamo che il fenomeno trovadoresco ha origine in Provenza nel secolo XI, in pieno medioevo francese, e che si estende subito alla Germania, all’Italia e alla Spagna. Il trovatore del Medio Evo canta l’orgoglio del cavaliere e l’etica feudale, in una parola esprime gli interessi e la cultura della classe dominante. Cinque secoli dopo in terra americana con l’arrivo dei colonizzatori si avrà una congiuntura storica favorevole per far sorgere manifestazioni creative musicali alla maniera dei trovatori, ovviamente adattate al nuovo contesto. C’è da dire intanto che per la mentalità cubana è “trovatore” un interprete di canzoni di propria composizione che si accompagna con la chitarra e che cerca di rendere in forma poetica attraverso il canto.
La chitarra sbarca a Cuba con gli spagnoli (secolo XVI) e con lei nasce una musica nuova che si mescola al canto e alla poesia negra e indigena fatta soprattutto di tamburi e di percussioni. Quel che accade nella religione lo troviamo pure nella musica, il sincretismo e la mescolanza, il meticciato, hanno in Cuba la loro patria e il luogo di massimo sviluppo. ..
Nel secolo XVI a Cuba troviamo dei trovatori senza Provenza, dotati ,come i loro vecchi antecessori di musica, canto, poesia e saggezza popolare. Questi trovatori cantano la donna amata, la terra natale nel suo splendore naturale e infondono nei loro versi un sentimento di amor patrio. A partire dall’epoca coloniale si fondono nella musica cubana elementi provenienti dalla romanza francese, dalla canzone napoletana e spagnola, dal valzer viennese e dall’opera italiana. La imposizione europea è forte ma con il passare del tempo la musica cubana diventa creola e assume caratteristiche proprie, soprattutto dopo le gesta eroiche della liberazione nazionale. Prendiamo una poesia-canzone come La bayamesa di Céspedes - Moreno - Fornaris che è diventata l’inno nazionale cubano, ma che nel 1851 fu concepita come canzone d’amore dedicata alla bellezza delle donne cubane. Per altro verso l’utilizzo frequente del duo accompagnato da chitarra e della serenata per gli innamorati ci fa parlare di un vero e proprio ambiente trovadoresco cubano in auge verso la fine del secolo XIX.
Compositori e poeti come Sindo Garay, Alberto Villalón e Rosendo Ruiz cantano il tema dell’amore per la donna e il sentimento patrio. Questo periodo storico è quello che va sotto il nome di "trova tradicional ",e si può collocare tra gli ultimi anni della colonia spagnola e la prima tappa della pseudo-repubblica.
La canzone trovadoresca ebbe relazione pure con forme musicali classiche come il danzón, il son e la guaracha, generi musicali eminentemente cubani e ricchi di derivazioni africane (il largo uso delle percussioni lo sta a dimostrare) ,che si contrappongono alle volontà colonizzatrici che vengono dall’Europa e dall’America del Nord.
Il son è il genere musicale cubano per eccellenza, in tutte le sue derivazioni, sino ad arrivare alla moderna salsa, che pure è una mescolanza delle più varie influenze.
Il gruppo del filin (dall’inglese feeling), negli anni Quaranta e Cinquanta ,invece si inserisce ,a pieno titolo ,nel panorama della musica impegnata con autori del calibro di César Portillo de la Luz, José Antonio Méndez e Nico Rojas.
Questi compositori affrontano tematiche che tendono aD evadere dalla realtà circostante e trattano soltanto il sentimento amoroso. Il filin prosegue la sua attività anche con i primi anni della Rivoluzione Cubana, ma entra in crisi nei primi anni Sessanta quando le nuove condizioni economico-sociali producono testi meno pessimisti e pieni di fiducia verso il futuro. All’interno dello stesso filin si fa largo la Nueva Trova.
In America Latina,A partire dagli anni Cinquanta, si forma il movimento della nuova canzone latinoamericana, diretta conseguenza dei conflitti sociali e del risveglio politico del continente. Attorno al 1966 aumentano i colpi di stato militari e le repressioni che portano un processo di radicalizzazione negli autori ,sempre più impegnati a scrivere testi politico-sociali.
La Rivoluzione Cubana influenza tale processo ed è l’esempio da seguire per popoli che vivono schiacciati sotto il tallone dei generali golpisti. Inoltre dal Nord America arriva l’eco della canzone di protesta di Bob Dylan, Joan Bàez e Pete Seeger, che influenza pure la produzione dei cantautori italiani degli anni Settanta. Era cosa normale sentire testi di canzoni che parlavano di diritti umani, di guerra in Viet Nam e di lotta per la pace e per la libertà.
A Cuba nel 1962 Joseíto Fernández compone La guantanamera , Pete Seeger la rende popolare inserendo i famosi versi di José Martí, un vero inno alla ribellione e alla giustizia. La Rivoluzione Cubana porta di pari passo una nuova attenzione ai contenuti sociali dei testi che si avvalgono di opere poetiche di Nicolas Guillén, di Luis Fuentes e di Roberto Fernández Retamar.
La Rivoluzione dà un nuovo impulso allo sviluppo culturale del paese, ed a partire dallo storico discorso di Fidel Castro agli intellettuali (1961) viene concepita la manifestazione artistica soltanto all’interno del programma rivoluzionario.
Nascono opere musicali come Canciones por esta libertad di Hilario Gonzáles, Todos el camino sabemos, Por un retrato del Che, per non parlare di tutta la produzione di Carlos Puebla caratterizzata dalla canzone simbolo dedicata a Che Guevara (Hasta siempre). Con la Rivolzione Cubana la musica supera gli angusti confini della canzone amorosa del movimento filin e, ,pur non rinnegando la ricerca musicale e le vecchie tematiche, pone un’attenzione nuova alla qualità poetica dei testi. Nasce la Nueva Trova per mezzo di cantautori come Pabblo Milanés, Silvio Rodríguez e Carlos Varela, autori che è difficile confinare nel mondo della musica, autori che sono poeti a pieno titolo.
Pablo Milanés negli anni Sessanta è filinista e scrive molte canzoni esclusivamente d’amore.
Poi la sua opera si sviluppa secondo le nuove concezioni rivoluzionarie e la canzone Mis ventidós años ne è l’esempio pratico. .
Pablo Milanés in questa canzone riassume tutto il risultato artistico della sua attività musicale: le influenze armoniche filin, la musica barocca, le melodie francesi e spagnole. Però compone pure una canzone- manifesto che indica la strada da seguire per la musica del suo tempo.
Nel maggio del 1966 inizia le pubblicazioni la rivista El Caimán Barbudo che detta i principi estetico-ideologici per i suoi collaboratori.
Il documento Nos pronunciamos esalta le possibilità poetiche della musica popolare cubana ed evidenzia la necessità di rifiutare la pessima poesia fatta di formule poveree usate. Tutto questo lo mettono subito in atto i cantanti-poeti della Nueva Trova, a partire da Silvio Rodríguez che afferma la necessità di migliorare i testi delle canzoni, evitando le inutili frasi fatte, per dare vera sostanza poetica a un tipo di creazione musicale nuova. La lotta contro le tendenze così dette facilistas è fatta propria dal settimanale culturale "Juventud Rebelde", che nella edizione del 16 settembre 1967 scrive: “Si deve creare un gruppo di lavoro tra autori e musicisti per dare alle canzoni testi degni del grado di cultura al quale aspira il popolo cubano dopo la Rivoluzione”.
La Rivoluzione in fatto di musica e di cultura popolare è stata la fortuna del popolo cubano, che ha evitato la colonizzazione esterna e, di conseguenza ,il rischio di perdere la sua identità nazionale. Ha fatto da argine (pur non rifiutandola) alla musica nord americana ,che altrimenti avrebbe colonizzato la cultura musicale del paese. Dal 24 luglio all’8 agosto del 1967 ha luogo all’Avana il primo Incontro Internazionale della Canzone di Protesta, organizzato dalla Casa de las Americas, proprio durante la guerra del Viet Nam e le repressioni dittatoriali in America Latina.
La risoluzione finale di questo incontro dice: “La canzone è un’arma al servizio del popolo, non un prodotto di consumo utilizzato dal capitalismo per alienarlo. Il compito dei lavoratori della Canzone di Protesta deve svilupparsi a partire da una posizione definita insieme al suo popolo, davanti ai problemi della società in cui vive”. Da questo assunto discende la necessità di un tipo di canzone forte e ben calata nella realtà sociale che già in Cuba si stava facendo largo sotto il nome di "Canción Protesta" o comprometida. In questo periodo Pablo Milanés compone i versi stupendi di Io calpesterò le strade nuovamente, triste canzone dedicata ai morti di Santiago del Cile, massacrati dal feroce dittatore Pinochet.
Io calpesterò le strade nuovamente
di quel che fu Santiago insanguinata
e in una bellissima piazza liberata
mi fermerò a piangere per gli assenti.
Il Movimento della Nueva Trova ha la sua consacrazione ufficiale al Primo Congresso di Educazione e Cultura del 1971 ; tra i fondatori troviamo: Silvio Rodríguez, Pablo Milanés, Vincente Feliú, Noel Nicola, Eduardo Ramos, Tony Pinelli, Sara Gonzáles e molti altri.
Il Movimento comincia a realizzare attività nei teatri della capitale e delle città dell’interno, ma pure nei centri di lavoro, nelle scuole, nelle unità militari, offrendo la sua arte a tutto il popolo. Il Festival del Son e quello della Canzone di Varadero ospitano regolarmente autori della Nueva Trova, così come il programma televisivo Todo el mundo canta. Ogni anno all’Avana si organizzano sia il Festival della Nueva Trova che le Giornate della Canzone Politica. Infine, la rivista "Opina" ha assegnato il prestigioso Premio Girasole di Cristallo alle due figure più importanti della Nueva Trova: Pablo Milanés e Silvio Rodríguez.
La canzone della Nueva Trova e la poesia sono in stretta relazione ,e questo genere di musica impegnata non si limita ai confini dell’isola caraibica.
Riferimenti bibliografici
Clara Díaz “La Nueva Trova” – Editorial Letras Cubanas, La Habana – Cuba, 1994
Radamés Giro “Panorama de la música popular cubana” – Editorial Letras Cubanas, La Habana – Cuba, 1995
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