venerdì 23 novembre 2007

"LA SCOPERTA DELL'ITALIA"

Dal cinema neorealista agli abiti di scena, dall'arte di Munari, Fontana e Guttuso alle inchieste giornalistiche, dall'attività del Piccolo di Milano, con tanto di foto di scena, alle prime edizioni di scrittori cruciali del Novecento come Vittorini, Montale, Pavese, Pasolini e Malaparte.
È “La scoperta dell'Italia (1940-1950)”, mostra allestita al Complesso del Vittoriano di Roma fino al 6 gennaio, a cura di Rosario Villari e Giuseppe Talamo.

La mostra si inserisce nel progetto "Ritratto della Repubblica Italiana. Formazione e sviluppo" che, attraverso un ciclo di mostre realizzate da quest'anno sino al 2010, intende restituire il cambiamento culturale e sociale, che ha caratterizzato il trentennio successivo alla fine della guerra, nel cinema, nella letteratura, nell'arte e nella vita politica.
Lungo il percorso espositivo, anche le immagini dei cinegiornali dell'Istituto Luce e un montaggio sonoro dei discorsi originali dalla Costituente di uomini politici come Einaudi, Nenni, Togliatti e Saragat.
Motivo ispiratore della mostra e' "la convinzione che l'esperienza della Seconda Guerra Mondiale e della liberazione dal fascismo e dal nazismo ha prodotto anche nel nostro Paese - ha dichiarato il curatore Giuseppe Talamo - come in gran parte del mondo, una profonda e diffusa trasformazione della coscienza sociale. Un cambiamento radicale che abbraccia non solo l'atteggiamento del cittadino verso lo Stato, ma anche verso tematiche come l'educazione e la morte".

Ogni pezzo in mostra è testimonianza della "rivoluzione culturale" che ha scandito il decennio 1940-1950, in ogni ambito culturale ed artistico. All'irruenza delle immagini in bianco e nero del cinema neorealista di Rossellini, Zavattini, Visconti o De Sica, testimoni della volontà forte di riconquistare quella libertà negata nel ventennio fascista, si contrappone una scena diametralmente divisa nel campo dell'arte tra gli iconici, fautori del nuovo pur fedeli ai temi figurativi, e gli aniconici che, invece, si battono per un’arte "sintetica ed astratta". Ad arricchire il percorso espositivo, la sezione dedicata alla ricostruzione della linea ferroviaria, attraverso foto, documenti d'epoca e una carrozza di III classe.

Nessun commento:

Archivio blog