martedì 20 novembre 2007

ANDY WARHOL,JOSEPH BEUYS..INCONTRO NAPOLETANO

Tutto ebbe inizio nel 1980, quando si incontrarono a Napoli l’americano Andy Warhol, il tedesco Joseph Beuys e Lucio Amelio, titolare di una galleria d’arte. Dall’incontro nacque il ciclo “Terrae Motus”, ispirato al sisma che colpì Napoli nel 1980 e per il quale Amelio chiamò a raccolta i più grandi artisti del panorama internazionale del XX secolo. In omaggio alla trentennale attività del gallerista partenopeo (1965-1994), la fondazione Antonio Mazzotta presenta “Warhol-Beuys. Omaggio a Lucio Amelio”, mostra aperta al pubblico dal 16 novembre al 30 marzo.Beuys aveva conosciuto Amelio nel 1971 a Heidelberg, in un convegno sul mercato d’arte, e da allora si era recato più volte a Napoli per lavorare al programma “Ciclo sull’opera di Joseph Beuys”; Beuys e Warhol si conobbero, invece, nel 1979 a Düsseldorf. Il 1 aprile del 1980, nella galleria di Amelio, in anteprima mondiale, vennero presentati i ritratti che Warhol aveva fatto di Beuys e da questo incontro napoletano nacque il ciclo “Terrae Motus”, oggi conservato nella Reggia di Caserta. La presenza, alla fondazione Antonio Mazzotta, di alcune opere del ciclo rappresenta un avvenimento eccezionale, reso possibile grazie alla collaborazione della sovrintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Reggia di Caserta: il ciclo, infatti, venne esposto nella sua interezza una sola volta, nel 1987, a Parigi.La mostra milanese espone grandi ritratti che Warhol fece di Beuys, Amelio e altri personaggi napoletani; la serie dei “Vesuvi” di Warhol e opere di Beuys tra cui “La rivoluzione siamo noi”. Del ciclo “Terrae Motus” viene esposto il trittico “Fate presto” di Warhol, ispirato alla pagina del quotidiano Il Mattino all’indomani della tragedia, e l’installazione “Terremoto in palazzo” di Beuys. In tutto, la mostra espone 92 opere, di cui trenta di Warhol, 42 di Beuys e 20 di altri artisti, tra cui Robert Mapplethorpe, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg e Mario Schifano. Non mancano le curiosità, come gli stivali rossi di Warhol, e una sezione fotografica che documenta l’incontro tra i due artisti e l’attività della galleria di Amelio.

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