Un progetto che nasce con l’intento di mettere in relazione tracciati musicali assai diversi tra loro, suggerendo contrasti e opposizioni e al tempo stesso sorprendendo con insospettabili scoperte di assonanze. Questo vuole essere il ciclo di concerti “Pollini Prospettive” che, in programma all'Accademia di Santa Cecilia, presso l’Auditorium “Parco della Musica” di Roma, spazierà dalla musica sinfonica a quella da camera.
Al centro di questi cinque appuntamenti (2 di essi con repliche) sarà il pianista Maurizio Pollini(nella foto), protagonista da oltre quaranta anni presso tutti i maggiori centri musicali d’Europa, America e Giappone, accanto ai maggiori e più celebri direttori. “Ho cercato di chiarire al pubblico – ha spiegato Maurizio Pollini – che queste ‘Prospettive’ vogliono essere una piccola intuizione per giovani ascoltatori verso un repertorio più esteso, che non si limiti alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento, ma che vada più vicino alla musica di oggi, per avere un minimo contributo allo sviluppo di quest’ultima.
"Le composizioni protagoniste di questi appuntamenti – ha continuato il pianista – possono servire ai giovani ascoltatori per avvicinarsi al mondo della musica contemporanea”.
Il primo concerto, in programma domani alle ore 18 (con repliche il 7 alle ore 21 e l’8 alle ore 19.30) vedrà, per la prima volta, l’incontro sul palcoscenico tra il grande pianista e il direttore musicale dell’Accademia di Santa Cecilia, Antonio Pappano, in un programma che avrà al centro il classico romanticismo del Primo concerto per pianoforte di Brahms, alle sfumature sonore de l’”Aura” e di “Canzone a tre cori” di Maderna.
Il pianista, parlando della collaborazione con il direttore dell'orchestra di Santa Cecilia ha spiegato come si sia “creata da subito un’intesa molto buona con Pappano. Sapevo che era un grandissimo direttore d’orchestra e ho avuto, in questi giorni di prove, la conferma della sua forte personalità musicale”.
“Pollini Prospettive” proseguirà, poi, l’11 gennaio alle ore 21, con arditi e stimolanti accostamenti che vedranno la musica pianistica di Chopin e due opere di Luigi Nono, “Sofferte onde serene” e la riscoperta “La Floresta è jovem e cheja de vida”, con forti connotazioni politiche e il 18 gennaio alle ore 21, con il pianista che eseguirà, in un recital, la Sonata n. 2 per pianoforte di Boulez, i Preludi di Debussy e le Variazioni per pianoforte op. 27 di Webern.
“Ogni linguaggio della musica – ha spiegato il pianista – ha le sue particolarità e solo se li frequentiamo e ci abituiamo ad essi, possiamo coglierne la parte più intima”. Un progetto, quello delle “Prospettive Pollini”, che attraversa le 2 stagioni dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, quella sinfonica e da camera, integrandole perfettamente, e che è composto, come spiegato dal pianista “ da due linee parallele, quella della musica del ‘900 e quella dei compositori classici, da Brahms a Chopin fino a Debussy.
Fra gli altri amici del pianista che hanno aderito al progetto "Pollini Prospettive", ci saranno anche il compositore Peter Eötvös, il “Klangforum” di Vienna e il Quartetto Hagen che, insieme, daranno vita, il 22 gennaio alle ore 21, ad un affascinante viaggio a ritroso in un concerto che, partendo da Karlheìnz Stockhausen giungerà fino al Quintetto op. 34 di Brahms.
Concluderà la rassegna, il 26 gennaio alle ore 18 (con repliche il 28 alle 21 e il 29 alle 19.30), un concerto sinfonico con l’orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano e Pollini che insieme eseguiranno il secondo concerto per pianoforte di Brahms accostato ad uno dei capolavori della musica contemporanea, “Notations” di Boulez.
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