domenica 22 giugno 2008

Il carcere di Doestoevskij, Wilde e Kafka

'Scritture Murate. Il carcere di Doestoevskij, Wilde e Kafka'.

Questo lo spettacolo di Daniele Lamuraglia che andrà in scena dal 23 al 27 giugno in Piazza Madonna della Neve a Firenze.
Si tratta di un percorso di scritture, movimenti ed immagini dedicati al carcere. Si comincia con l'interno del complesso carcerario, luogo di rappresentazione delle 'Memorie di una casa di morti', scritto da Fjodor Michajlovitj Dostojevskij nel 1861 dopo esser stato arrestato per attività politica. Lo spettacolo descrive i reclusi ed i carcerieri facendone emergere la nascosta umanità, mettendo in tragica relazione la vita e la morte.
Poi si giunge nel Cortile delle Colonne, il posto deputato per 'La ballata del carcere di Reading' di Oscar Wilde, scritta nel 1898 dopo che l'autore fu imputato di grave immoralità per la sua omosessualità. Nella ballata, il supplizio di un condannato diviene metafora del rapporto con la morte dell'umanità tutta, attraverso una regia poetica e suggestiva. Si chiude il percorso con Franz Kafka in Piazza Madonna della Neve: tratto dall'opera 'Nella colonia penale' (1919) in scena emerge la figura del condannato, icona dell'uomo comune che non comprende più il suo destino e diviene egli stesso inconsapevolmente la 'macchina' dell'esecuzione.

L'adattamento teatrale è qui di registro fortemente mimetico e istrionico, e l'allestimento scenico di forte impatto.

Il punto di vista dei tre autori è rivisitato secondo la prospettiva di tre donne borghesi - interpretate da Caterina Fusi, Rosaclelia Ganzerli, Elena Martongelli ,- che consegnano allo spettatore i tre grandi racconti, simbolo della condizione umana e del carcere come metafora di un'intera società che tende a disperdere le sue radici culturali.

"Lo spettacolo è una protesta contro l'analfabetizzazione generale presente nel nostro paese dato dalla tv e dal mondo dello spettacolo. Riporto alla luce - sottolinea il regista Lamuraglia - ciò che, tra gli altri, era stato preannunciato da Dostoevskij, Wilde, Kafka, nel loro splendido linguaggio artistico: la prigione di cui si parla non è che un modello, ora diffuso in rete con il resto delle prigioni fisiche e mentali presenti nella nostra società".


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