mercoledì 16 luglio 2008

MEDICINS SANS FRONTIERES

Summit europeo sul mediterraneo
MSF chiede a tutti i partecipanti di migliorare le condizioni di ricezione per gli immigrati che arrivano sulle coste europee
11/07/2008

Bruxelles/Roma, 11 luglio 2008 –

In occasione del lancio dell' "Unione per il Mediterraneo" prevista a Parigi per domenica al Summit dell'Unione europea, l'organizzazione medico umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) chiede ai partecipanti di migliorare urgentemente le condizioni di accoglienza per gli immigrati che arrivano sulle coste meridionali d'Europa.
Dal 2000, MSF fornisce assistenza medico umanitaria d'emergenza e monitoraggio sanitario agli sbarchi di migranti che raggiungono le coste europee. MSF è molto preoccupata per le condizioni di queste persone e chiede a tutti gli Stati coinvolti di assicurare che vengano loro forniti standard minimi di accoglienza. MSF chiede che gli Stati membri non limitino la loro cooperazione con i partners mediterranei al solo controllo delle frontiere, ma che migliorino anche le condizioni di accoglienza per i migranti in accordo con le leggi internazionali e che garantiscano anche l'accesso alle procedure d'asilo, oltre alla fornitura di supporto medico.
"L'aumento dei controlli e della sorveglianza non stanno frenando coloro che tentano di raggiungere l'Europa", dichiara Antonio Virgilio, Capo Missione di MSF in Italia. "Queste persone stanno fuggendo da guerra, fame e da condizioni di vita estreme: l'unica possibilità è di intraprendere quel viaggio pericoloso. Così adesso affrontano maggiori rischi, viaggiano in imbarcazioni più piccole e precarie e per più giorni rispetto al passato. Nel 2008, il nostro team medico a Lampedusa ha rilevato che i migranti hanno bisogno di maggiore assistenza medica rispetto al passato. Molti arrivano in pessimo stato, sotto shock, con febbre e scottature per il sole, a causa delle dure condizioni nel lungo viaggio in mare".
Il team di MSF in Marocco ha notato che l'incremento dei controlli alle frontiere lungo le coste del Marocco e della Spagna ha avuto un notevole impatto sulle rotte dei migranti. Come risultato, stanno aumentando i viaggi a bordo di imbarcazioni dal sud della Mauritania e del Senegal verso le Isole Canarie e ciò rende il loro viaggio più lungo e difficile.
Per rispondere ai bisogni sanitari dei migranti, MSF ha sviluppato negli anni scorsi programmi medici d'emergenza sulle coste di alcuni paesi: Spagna (Tarifa, Ceuta e Mellilla e Isole Canarie), Italia (Brindisi, Lampedusa), Marocco e Grecia. In quanto agenzia internazionale di aiuto medico, la necessità di MSF di essere presente ai punti d'ingresso dell’Europa è un fattore indicativo della mancanza di un'adeguata assistenza medica attualmente disponibile per questi migranti.
Nell'isola italiana di Lampedusa, MSF fornisce un iniziale screening medico per coloro che arrivano a bordo delle imbarcazioni. Una media di 12-15mila persone approdano ogni anno sull'isola, tuttavia l’autorità sanitaria regionale non garantisce alcuno di questi servizi.
Quest'anno le equipe mediche di MSF a Lampedusa hanno registrato un notevole incremento nel numero di persone che sono arrivate sull'isola. Tra gennaio e giugno 2008 si sono verificati 146 sbarchi, rispetto ai soli 71 nella prima metà del 2007. Il team di MSF a Lampedusa ha rilevato anche un cambiamenti nel tipo di popolazione che affronta il viaggio in barca: ci sono più donne (+11%) e bambini (+ 4,6%) e attualmente oltre il 30% di persone provengono dal Corno d'Africa, da paesi in guerra come la Somalia.
Anche per la Grecia si può confermare un significativo incremento nel flusso di migranti rispetto agli anni scorsi. Ad esempio, nel centro di detenzione dell'isola di Lesbo, il numero di casi registrati nei primi cinque mesi del 2008 è stato più del doppio del numero totale di arrivi nel corso del 2004.
Come in Italia, nel Centro di permanenza temporanea vicino al porto greco di Patrasso, l’equipe medica di MSF ha registrato nuovi cambiamenti nella popolazione di migranti in arrivo: da una predominanza di Curdi a quasi esclusivamente Afgani.
Le persone che arrivano da paesi in guerra dovrebbero essere considerate come potenziali richiedenti asilo e all'arrivo dei migranti dovrebbe anche essere loro fornita un'adeguata informazione sulle procedure d'asilo. L'anno scorso la sola Grecia ha ricevuto più di 112mila migranti irregolari. Eppure, su un totale di circa 25mila richieste d'asilo, solo a 8 è stato concesso lo status di rifugiato.

http://www.medicisenzafrontiere.it

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