venerdì 19 dicembre 2008

COMUNICATO

dA FINE ANNO TROVERETE IL BLOG AL SEGUENTE LINK:

http://lunanuovaartemusica.blog.espresso.repubblica.it/lunanuovaartemusica/


FONDAZIONE DI LIEGRO

La Fondazione Don Luigi Di Liegro è lieta di invitarvi il giorno 19 dicembre dalle ore 18.00 all'asta di beneficenza in occasione della mostra d'arte contemporanea dal titolo:

"Impronta globale. Inchiostro indelebile. Impronta a regola d'arte"
presso l' ISA -Istituto Superiore Antincendi, Via del commercio 13 - Roma.

Fondazione Internazionale Don Luigi Di LiegroVia del Mortaro, 2600187 RomaTel/fax: 06 69 92 04 86www.fondazionediliegro.it

Mostra collettiva d'arte contemporanea

IMPRONTA GLOBALE
Inchiostro indelebile. Impronte a regola d’arte

a cura di Daniele Arzenta

Lunedì 15 dicembre 2008, ore 18,00

Tutti i giorni, ore 10.00-13.00/16.00-19.00

ISA – Istituto Superiore Antincendi, Via del commercio 13 - Roma



Lunedì 15 dicembre 2008, alle ore 18.00, presso l'ISA – Istituto Superiore Antincendi, avrà luogo la mostra d'arte contemporanea Impronta globale - Inchiostro indelebile. Impronte a regola d’arte, a cura di Daniele Arzenta.

L’evento, che riunisce circa trecento artisti nazionali ed internazionali, è l’ultima tappa prima dell’asta finale il cui ricavato verrà devoluto all’Associazione “Nonne di Plaza del Mayo”, al fine di sostenere il loro progetto "Banca del sangue e laboratorio di ricerca genetica sul DNA", necessario per ritrovare i figli scomparsi dei “desaparecidos”, strappati agli oppositori politici durante la dittatura argentina e mai più ritrovati.

La mostra Inchiostro indelebile. Impronte a regola d’arte è stata presentata per la prima volta nel 2003 al MacRo – Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Un evento espositivo di alto valore che ha riscosso un notevole successo, diventando un vero e proprio work in progress. Negli ultimi anni infatti, sono aumentate notevolmente il numero delle opere e parti della mostra hanno viaggiato in tutta Italia e all’estero.

La tematica della mostra prende spunto dal dibattito svoltosi qualche tempo fa sulle impronte digitali richieste agli immigrati, per estendersi più in generale al tema degli strumenti di controllo nella società contemporanea. Su tali questioni sono state coinvolte personalità della cultura, dello spettacolo, opinion leader, figure politiche e pubblico spontaneo, che hanno dato il loro "contributo" imprimendo su tela le proprie impronte digitali. Tra i personaggi che hanno “donato” le loro Impronte: il premio Nobel Lech Walesa, il cantautore Vasco Rossi, il capitano della Roma Francesco Totti, il critico d’arte Maurizio Calvesi, l’Onorevole Massimo D’Alema, il regista Michelangelo Antonioni, l’attrice Claudia Cardinale, sono solo alcuni degli oltre cinquecento nomi noti. In seguito circa 300 artisti, fra i più affermati nel panorama internazionale dell’arte contemporanea, hanno completato l’opera lasciando la loro “impronta artistica indelebile”, ognuno attraverso il proprio linguaggio: dalla fotografia al video, dalla scultura all’installazione.

La mostra, come spiega il curatore Daniele Arzenta: “È un percorso che si snoda passando attraverso un ritorno alla dimensione provocatoria dell'arte e un rinvio all'identità personale e ai valori della tolleranza”.
Tutti coloro che hanno partecipato a questo evento non hanno soltanto pensato a come realizzare un tema, hanno piuttosto scelto di aderire ad una iniziativa: un’esposizione che si è presentata sin dall’inizio come la costruzione di un piccolo movimento di sostegno, di espressione, di memoria storica, nei confronti di una serie di fatti che riflettono la coscienza individuale e collettiva del nostro tempo.

L’evento, organizzato dall’associazione culturale Horti Lamiani Bettivò, da Hybrida Contemporanea e da Giuseppe Ussani d’Escobar, è sostenuto dalla Fondazione Internazionale Don Luigi di Liegro e dalla Provincia di Roma. Dipartimento IX – servizio n.3 “Immigrazione e Emigrazione”.

martedì 9 dicembre 2008

INCHIOSTRO INDELEBILE

COMUNICATO STAMPA

INCHIOSTRO INDELEBILE
a cura di Daniele Arzenta
Lunedì 15 dicembre 2008, ore 18,00
Tutti i giorni, ore 10.00-13.00/16.00-19.00

ISA – Istituto Superiore Antincendi, Via del commercio 13 - Roma

Lunedì 15 dicembre 2008, alle ore 18.00, presso l'ISA – Istituto Superiore Antincendi, avrà luogo la mostra d'arte contemporanea Impronta globale - Inchiostro indelebile. Impronte a regola d’arte, a cura di Daniele Arzenta.
L’evento, che riunisce circa trecento artisti nazionali ed internazionali, è l’ultima tappa prima dell’asta finale il cui ricavato verrà devoluto all’Associazione “Nonne di Plaza del Mayo”, al fine di sostenere il loro progetto "Banca del sangue e laboratorio di ricerca genetica sul DNA", necessario per ritrovare i figli scomparsi dei “desaparecidos”, strappati agli oppositori politici durante la dittatura argentina e mai più ritrovati.
La mostra Inchiostro indelebile. Impronte a regola d’arte è stata presentata per la prima volta nel 2003 al MacRo – Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Un evento espositivo di alto valore che ha riscosso un notevole successo, diventando un vero e proprio work in progress. Negli ultimi anni infatti, sono aumentate notevolmente il numero delle opere e parti della mostra hanno viaggiato in tutta Italia e all’estero.
La tematica della mostra prende spunto dal dibattito svoltosi qualche tempo fa sulle impronte digitali richieste agli immigrati, per estendersi più in generale al tema degli strumenti di controllo nella società contemporanea. Su tali questioni sono state coinvolte personalità della cultura, dello spettacolo, opinion leader, figure politiche e pubblico spontaneo, che hanno dato il loro "contributo" imprimendo su tela le proprie impronte digitali. Tra i personaggi che hanno “donato” le loro Impronte: il premio Nobel Lech Walesa, il cantautore Vasco Rossi, il capitano della Roma Francesco Totti, il critico d’arte Maurizio Calvesi, l’Onorevole Massimo D’Alema, il regista Michelangelo Antonioni, l’attrice Claudia Cardinale, sono solo alcuni degli oltre cinquecento nomi noti. In seguito circa 300 artisti, fra i più affermati nel panorama internazionale dell’arte contemporanea, hanno completato l’opera lasciando la loro “impronta artistica indelebile”, ognuno attraverso il proprio linguaggio: dalla fotografia al video, dalla scultura all’installazione.
La mostra, come spiega il curatore Daniele Arzenta: “È un percorso che si snoda passando attraverso un ritorno alla dimensione provocatoria dell'arte e un rinvio all'identità personale e ai valori della tolleranza”.
Tutti coloro che hanno partecipato a questo evento non hanno soltanto pensato a come realizzare un tema, hanno piuttosto scelto di aderire ad una iniziativa: un’esposizione che si è presentata sin dall’inizio come la costruzione di un piccolo movimento di sostegno, di espressione, di memoria storica, nei confronti di una serie di fatti che riflettono la coscienza individuale e collettiva del nostro tempo.
L’evento, organizzato dall’associazione culturale Horti Lamiani Bettivò, da Hybrida Contemporanea e da Giuseppe Ussani d’Escobar, è sostenuto dalla Fondazione Internazionale Don Luigi di Liegro e dalla Provincia di Roma. Dipartimento IX – servizio n.3 “Immigrazione e Emigrazione”.
artisti


CLaudio Abata, Carla accardi, Luca Alinari, Pippo Altomare, Roberto Almagno, Gabriele Amadori, Enrica antonioni, Michelangelo Antonioni, Gloria Argelès, Claudio Ascenzi, Nanni Balestrini, Balletti & Mercandelli, Gianpiero Barchiesi, Ivan Barlafante, Gianfranco Baruchello, Matteo Basilè, Mauro Bellucci, Alessandro Bellucco, Enrico Benaglia, Marco Bernardi, Simone Bertugno, Michela Bevilacqua, Domenico Bianchi, Bianco & Valente, Caterina Biocca, Claudio Bissattini, Andrea Boldrini, Pippo Borrello, Botto & Bruno, Martha Boyden, Danilo Bucchi, Lorenzo Budello, Pietro Calabrese, Ennio Calabria, Ferdinando Califano, Domenico Campisano, Stefano Campitelli, Francesco Canini, Alessandro Cannistrà, Giuseppe Capitano, Federico Caramadre Ronconi, Valentina Carta, Arturo Casanova, Tommaso Cascella, Egisto catalani, Giorgio Cavalieri, Andrea Claro, Bruno Ceccobelli, Giacinto Cerone, Sandro Chia, Izumi Chiaraluce, Francesco Clemente, Roberto Coda Zabetta, Angelo Colagrossi, Marco Colazzo, Simona Contini, Mario Corso, Angelo Cricchi, Enzo Cucchi, Dario Cusani, Monica Dabicco, Dafni & Papadatos, Verena D’Alessandro, Franco Danieli, Fabio De Benedettis, Athos Luigi De Blasio, Monia De Cesare, Lucio Del Pezzo, Costanza Del Teste, Ottaviano Del Turco, Anna Del Vecchio, Roberto De Simone, Gianni Dessì, Claudio Di Carlo, Sandra Di Coste, Marcello Di Donato, Giuseppe Di Lorenzo, Fernando Di Nucci, Balbo Diodato, Mauro Di Silvestre, Stefano Di Stasio, Salvatore Dominelli, Roberto Donatelli, Davide Orlandi Dormino, Rocco Dubbini, Aldo Omar Echegoy, Paclo Echaurren, Lello Esposito, Adolfo Perez Esquivel, Marilù Eustachio, Alessandra Fabbri, Stefania Fabrizi,Giuseppe Fanfani, Marco Fantini, paolo Fiorentino, Rodolfo Fiorenza, Giosetta Fioroni, Luisa Fiume, Pietro Fortuna, Massimiliano Fuksas, Flora Fu Lie Na, Rossella Fumasoni, Omar Galliani, Leonardo Galliano, Giuseppe Gallo, Paola Gandolfi, Marco Gastini, Francesco Ghenzer, Dana Giallanella, Alessandro Gianvenuti, Andrea Giglio, Domenico Giglio, Simone Giovagnorio, Nadia Gistri, Salvatore Giunta, Emilio Giusti, Luca Guatelli, Federico Guida, Paul Harbutt, Fathi Hassan, Jessica Iapino, Francesco Impellizzeri, Silvia Iorio, Antonella Iovinella, Stefano Iraci, maria Rosa Jijòn, Mimmo Jodice, Richard Journo, Olga Kass, Thorsten Kirchhoff, Alessandro Kokocinki, Maya Kokocinki, Mark Kostabi, Paul Kostabi, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Micaela Lattanzio, Ana Maria Laurent, Marisa Laurito, Emilio Leofreddi, Alfonso Leto, Stefano Levi della Torre, Felice Levini, H.H. Lim Giancarlo Limoni, Marco Lodola, Antonio Lombardi, Brunella Longo, Claire Longo, Adele Lotito, Tiziano Lucci, Lughia, Maria Grazia Lunghi, Giulia Lusikova, Enrico Luzzi, Raffaele Maddaluno, Mafonso, Serafino Maiorano, Renato Mambor, Flavia Mantovan, Riccardo Marchetti, Leonetta Marcotulli, Claudia Marini, Gino Marotta, Cosetta Mastragostino, Marinella Masala, Antonio Mastronunzio, Gianluigi Mattia, Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Klaus Karl Mehrkens, Sandro Mele, Fedddeeerica Mercuri, Nicola Mette, Marco Mezzacappa, Sabrina Miconi, Ivo Milazzo, Sabina Mirri, Patrizia Molinari, Giordano Montorsi, Giuseppe Monzo, Sukran Moral, Cristiano Morandini Chiarori, Moulinier Magali, Franco Mulas, Pietro Mussini, Italo Mustone, Nagasawa, Barbara Nahmad, Richard Nonas, Nunzio, Luigi Ontani, Andrea Orsini, Luca Padroni, Mimmo Paladino, Vito Palladino, Claudio Palmieri, Daniela Papadia, Marina Paris, Arcangela Lia Parisi, Loris Tonino Paroli, Alberto Parres, Antonio Passa, Francesca Pastore, Luca Maria Patella, Mario Antonio Pelosi, Cèsar Pèrez, Beppe Perrone, Lucio Perrone, Roberto Perciballi, Cristiano Petrucci, Donato Piccolo, Alessio Pierro, Cesare Pietroiusti, Gisella Pietrosanti, Luca Pignatelli, Alfredo Pirri, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Matteo Pizzarello, Piero Pizzi Cannella, Elisabetta Pizzichetti, Ivan Polidoro, Simone Pontecorvo, Sergio Premoli, Emilio Prini, Eliana Prosperi, Nicola Pucci, Alessandro Pultrone, Agnese Purgatorio, Oliviero Rainaldi, Helene Rallo, Franco Rasma, Tobia Ravà, Mauro Reggio, Renzogallo, Patrizia Riccioli, Fabiana Roscioli, Giovanni Rizzoli, Emanuele Robustelli, Anna Romanello, Carmelo Romeo, Mimmo Rotella, Rox in the box, Elia Sabato, Barbara Salvucci, Nicola Samorì, Mario Sasso, maurizio Savini, Otello Scatolini, Italo Scelza, Vincenzo Scolamiero, Luigi Serafini, Gianpaolo Serra, Eugenio Sgaravatti, Nunzio Solendo, Nicola Spezzano, marilena Sutera, Taravelia, Stella Tasca, Maurizio Tiberti, Marco Tirelli, Ivano Tomat, Luciano Trina, Serge Ubertì, Paolo Valle, Carla Veronese, Igor Verrilli, Antonello Viola, Fiorenzo Zaffina, Claudia Zuriato
Personaggi che hanno lasciato le loro impronte:
Tonino Accolla, Elsa Agalbato, Giorgio Albertazzi, Franco Alfieri, Elda Alvigini, Nino Amendola, Michelangelo ed Enrica Antonioni, Apicella, Renzo Arbore, Micol Assael, Avion Travel, Dario Argento, Louis Bacalov, Barbara Balzarani, Claudio Baglioni, Silvia Baraldini, Marina Bargnesi, Bartolo, Antonio Bassolino, Isa Barzizza, Giovanni Bellini, Alessandro Benvenuti, Sonia Bergamasco, Giovanni Berlinguer, Luigi Berlinguer, Fausto Bertinotti, Simone Bertugno, Rodolfo Biancalani, Dorina Bianchi, Rosy Bindi, Laura Boldrini, Salvatore Bonadonna, Gaetano Bonifati, Achille Bonito Oliva, Willer Bordon, Raoul Bova, Bianca Bracci Torsi, Eleonora Brigliadori, Flavio Bucci, Romolo Bulla, Rosalba Bulla, Aldo Busi, Svetlan Bzenic, Marcos Cafù, Giuseppe, Sabina Calabrese e figli, Maria Rosa Calderoni, Ferdinando Califano, Carlo Callieri, Giorgia Calò, Maurizio Calvesi, Adele Cambria, Rossana Campo, Enrico e Fausto Cantagalli, Fabio Capello, Estela, Claudia, Livia Caputo, Claudia Cardinale, Simone Carella, Ivo e Remo Carloto, Francesco “Piccio” Carreri, Valentina Carta, Benedetto Carucci Viterbi, Elenoire Casalegno, Arturo Casanova, Luca Casarini, Caterina Caselli, Maurizio Cattelan, Elena Cavallo, Bruno Ceccobelli, Paolo Cento, Guido Ceronetti, janis Chaplin, Giulietto Chiesa, Eduardo Cicelin, Don Luigi Ciotti, Benito Ciucci, Oberdan Ciucci, Andrea Claro, Fernanda Contri, Franco Corleone, Bruno Corà, Ludovico Corrao, Pappi Corsicato, Lella Costa, Paolo Coteni, Paolo Crepet, Maddalena Crippa, Renato Curcio, Sandro Curzi, Sergio e Dario Cusani, Massimo D’Alema, Lucio Dalla, Serena Dandini, Nino D’Angelo, Franco Danieli, Massimo Dapporto, Walter De Cesaris, Ennio De Concini, Piera Degli Esposti, Ottaviano Del Turco, Vega De Martini, Mimmo De Masi, Calogero Di Gesù, Fabiola Di Gianfilippo, Stefano Dionisi, Don Guerino Di Tora, Antonino Di meco, Stefano Dominella, Umberto Donati, Danilo Eccher, Pablo Echaurren, Adolfo Perez Esquivel, Luigi Fadica, Stefano Ferracuti, Mario Fiorentini, Adriana Fonzi Cruciani, Dino Frisullo, Massimiliano Fuksas, Prospero Gallinari, Don Andrea Gallo, Annaisa Garcea, Anita Garibaldi, Matteo Garrone, Annalisa Gentile, Claudia Gerini, Suor Gervasia Asoli, Massimo Ghini, Razg Gholamreza, Fabrizio Gifuni, Giuseppe Giannetti, Luigi Giordano, Eleonora Giorgi, Remo Girone, Nancy Gorgona, Luca Guatelli, Roberto Gramiccia, Fulvio Grimaldi e il cane Nando, Andrea Griminelli, Sabina Guzzanti, Alessandro Haber, Damien Hirst, Caterina Iaquinta, Anibal Ibarra, Imma Indaco, Alex Infascelli, Pino Insegno, Walter Irvine, Italian Instabile Orchestra, Richard Journo, Alessandro Kokocinski, Matteo Kranner, Roberta Lanfranchi, Gabriele La Porta,javier Guerra Laspiur, Luisa Briganti Laureati, Marisa Laurito, Stefano Levi della Torre, Consilia Licciardi, Giuseppe Licciardi, gaetano Liguori, Brunella Longo, Silvère Lotringer, Mario Luzi, Myriam Mafai, Michel Maffesoli, Mafonso, Lucio Magnani, Gianni Maimeri, Memo Mancini, Luigi Manconi, Lucio Manisco, Fiorella Mannoia, Carlo Marchiolo, Alessandro Margara, Franco Marini, Fabrizia e Antonio Marras, Francesco Martone, Simonetta Martone, Citto Maselli, Valerio Mastandrea, Giovanni Mastrangelo, Beppe Marvello, Elio Matacena, Michele Megaro, Mita Medici, Giovanna Melandri, Nicola Mette, vo Milazzo, Cristina Formichi Moglia, Sukran Moral, Domenico Morelli, raffaele Morese, Italo Moretti, Enrico Moriconi, Magalì Moulinier, Vittorio Mucci, Luigi Maria Musati, Fabio Mussi, Anna Negri e figlio, Tony Negri, Luigi Nieri, Gigi Novelli, Don Vittorio Nozza, Luigi Ontani, Lorenzo Ostuni, Lucia Ottombrini, Angela Pace, Rita Pacifici, Assunta Paravati, Simona Pari, Arturo Parisi, Lorenzo Parlati, Maria Rita Parsi, Omar Pedrini, Maria Rosaria Perrella, Savino Pezzotta, Jorge Peris, Tracey Philips, Mario Pirani, Vettor Pisani, Gabriella Pistone, Platinette, Gillo Pontecorvo, Sandro Portelli, Ludovico Pratesi, Patty Pravo, Sergio Premoli, Francesco Prosperetti, Nicola Pucci, Marco Simon Puccioni, Clotilde Punzo, Andrea Purgatori, Franca Rame, Alì Rascid, Franco Rasma, Lidia Ravera, Remo Remotti, Retina.it, Franco Righetti, Nino Rinaldi, Gianni Rinaldini, Marco Risi, Vito Riviello, Vittorio Roidi, Vasco Rossi, Francesco Rutelli, Arion Salazar, Oscar Arias SanchezMassimilano Santi, Elisa Santoni, Fabio Sargentini, Cesare Sarzini, Aldo Chiavone, Mimmo Scognamiglio, Alfredo Scotti, Beppe Servillo, Luca Signorelli, Massimiliano Smeriglio, Nunzio Solendo, Giovanni Russo Spena, Adriana Spera, Nicola Spina, Stalker, Rolando Stefanelli, Vittorio Storaro, Studenti dell’Accademia Belle Arti di Napoli, Peter Stein, Gino Strada, Patrizia H. Taiolini, Saverio Tatino, Vittorio Taviani, Carla Teti, The Childres foot prints, Pietro Tidei, Luca Tommassini, Francesco Totti, Tiziano Treu, Delzara Tustriano, Stefano Tuzzato, Angelo Vassallo, Vauro, Walter Veltroni, Don Vitaliano della Sala, Lec Walesa, Antonino Zichichi, Vittoria Zinny, Claudia Zuriato



lunedì 17 novembre 2008

FABIO MARAZZI

Galleria d’arte Contemporanea
Horti Lamiani Bettivò
Via Giolitti, 163 – Roma
Dal 19 novembre al 6 dicembre 2008
Orari d’apertura: lun-ven ore 10.00 - 19.00
Vernissage: mercoledì 19 novembre ore 19.00


Vorrei realizzare un “reportage dello spirito” le cui immagini non siano la
riproduzione di una condizione sociale osservata dall’esterno, ma la
rappresentazione dello sguardo di chi vive il disagio, dall’interno.
“L’apparente dualità”: tutti siamo collegati e non c’è modo di chiamarsi fuori, la
sofferenza degli altri esseri è la nostra sofferenza. Se guardiamo in profondità
realizziamo che siamo tutti nomadi e profughi, di passaggio su questa terra alla
ricerca della nostra vera casa.
Da alcuni anni Fabio Marazzi compone le sue opere privilegiando le esposizioni
multiple…: più scatti sovrapposti. Qui si va ben oltre, fino a 50 scatti sul
medesimo fotogramma. Siamo nel campo della forzatura estrema dei limiti
naturali del mezzo…. E’ una vera e propria manipolazione della realtà attraverso
il camuffamento ripetuto dell’obiettivo ottico, un’estrazione a mano dal vero di
alcuni particolari decontestualizzati, catapultati poi in un ambito nuovo:
l’immagine che nasce…. Producendo incongruenze prospettiche e dimensionali,
inganni dell’occhio, danzando sul sottile crinale che separa lo stato di veglia dal
sogno… (dalla presentazione di Maurice Bignami)

Per informazioni e contatti:
06 96527034
www.fabiomarazzi.it
e.reali@tiscali.it
cell. 328 4956895

mercoledì 12 novembre 2008

ADDIO GRANDE MIRIAM!

Ci ha lasciati due notti fa, dopo essersi sentita male durante un concerto contro il razzismo e la camorra tenuto a Castel Volturno in soliderietà a Roberto Saviano.
Aveva 76 anni e se ne è andata così come ha sempre vissuto: lottando contro tutte le ingiustizie e le discriminazioni.
Miriam Makeba, chiamata Mama Afrika per il suo impegno contro l'apartheid ,che nel suo Sudafrica ha relegato per decenni milioni di "abbronzati" in condizioni di schiavitù, è nata a Johannesburg il 4 marzo 1936.
Cantante di jazz e di World Music, per il suo impegno politico è stata costretta all'esilio fino alla fine dell'apartheid e fu delegata alle Nazioni Unite.
Famosa in tutto il mondo, è considerata una leggenda vivente e ci ha lasciato brani indimenticabili come la famosa Pata Pata, Malika, The click song, ecc. Iniziò la carriera negli anni '50 con il gruppo Manhattan Brothers, con i quali incominciò a farsi conoscere anche all'estero.
Nel 1959 conquista la notorietà con il musical King Kong ,a cui seguono film che trattano il tema dell'apartheid ed un'infinità di pubblicazioni discografiche che la fanno diventare una delle artiste più apprezzate del panorama internazionale. Molte istituzioni internazionali, tra cui l'Unesco, la premiano e riconoscono la sua immensa statura di artista e di donna impegnata per la pace e la giustizia.
Miriam Makeba ci lascia un'eredità pesantissima: portare avanti la sua battaglia per un mondo più giusto e per la dignità di tutti gli esseri umani. A noi l'arduo compito di non deluderla e far sì che la sua figura continui ad essere uno spauracchio per tutti i cialtroni che seminano odio, discriminazioni, fame e morte per soddisfare la loro incolmabile avidità.


Qui sotto riporto un'interessante intervista a Miriam Makeba
Miriam Makeba, la più grande interprete della musica africana e figura simbolo della lotta all'apartheid, domani è al Carlo felice nell'ambito dell'Esposizione universale del jazz.





Signora Makeba, come definirebbe la sua musica?





Io canto e non mi pongo il problema di come definire la mia musica. Quando negli anni Sessanta sono andata al festival di Monterey dicevano che facevo jazz perché il jazz viene dall'Africa, poi quando ho cantato con Harry Belafonte parlavano di folk. Io canto la mia musica e lascio agli altri le definizioni.





Oggi va di gran moda il termine world-music. Cosa ne pensa?





Sono duemila anni che esiste la world-music...tutta la musica viene dal mondo. Non sarà piuttosto un modo per non dire che è la musica proveniente dal Terzo mondo?





Lei è conosciuta come “Mama Africa”. Cosa significa essere un simbolo della cultura e delle lotte dei neri?





Tutto il continente sulle mie spalle? Pesa decisamente troppo. No, non credo di essere un simbolo. Semplicemente la gente mi dimostra tutta la sua simpatia e il suo affetto.Nelson Mandela: un'amicizia di lunga data.Il nostro primo incontro risale agli anni Cinquanta, all'epoca in cui cantavo con in Manhattan Brothers. Quando è stato liberato gli ho subito telefonato e mi ha detto che dovevo tornare in Sudafrica, da cui sono stata lontana per oltre trent'anni. Il nostro primo abbraccio è però avvenuto a Stoccolma, perché io ero ancora esiliata.





Conosce la musica italiana?


Poco, ma amo moltissimo De André di cui ho tutti i dischi.





E Pavarotti?


Ricordo quando è venuto a cantare in Sudafrica con i tre tenori. Un grande concerto.





Come è cambiata la sua musica nel corso della sua carriera?Non saprei. Io canto motivi sempre nuovi anche se non posso esimermi dal fare i successi più amati dal pubblico.





Come il celebre “Pata Pata”?


Appunto: ormai quel brano per me è diventato quasi un'ossessione.





Dal 1999 lei è ambasciatrice della FAO, cui ha dedicato il brano “Masakahane”. Può parlarci di questa sua attività?





E' una funzione che ricopro insieme a grandi personaggi dello spettacolo come Gina Lollobrigida, D.D. Bridgewater, Gilberto Gil, Youssou N'Dour,Gong Li. Nel 2001 sono stata in Mozambico, paese colpito da una grave alluvione, e nello stesso anno ho tenuto concerti per la FAO in Spagna e Giamaica. In quegli anni la mia immagine ha pubblicizzato l'organizzazione per l'alimentazione su importanti riviste internazionali e qualche mese fa ho aperto un centro vicino a Johannesburg per ragazze in difficoltà.





E' mai stata tentata dalla carriera politica?


Ho ricevuto diverse proposte in proposito e offerte di candidature, ma il mio ruolo è quello di cantare.Il mondo è sempre più scosso dal terrorismo.E' un grande problema, di fronte al quale però bisognerebbe risalire alle radici e fare attenzione alle strumentalizzazioni: ricordiamoci come Nelson Mandela sia stato bollato a lungo come terrorista dal governo sudafricano. La violenza in ogni caso va sempre rifiutata, perché a farne le spese è poi la gente comune.





Intervista di Paolo Battifora – IL SECOLO XIX – 17/03/2004

Eleanor Rigby


Eleanor Rigby è esistita davvero
Trovati i documenti che lo provano
Potrebbe essere la definitiva soluzione a uno dei misteri che da sempre appassionano i fan dei Beatles: chi era la Eleanor Rigby della canzone? La risposta potrebbe trovarsi in un foglietto datato 1911, dal quale emerge un pagamento fatto a una donna delle pulizie, "E Rigby", che lavorava all'epoca in un ospedale di Liverpool, che controfirmò la ricevuta. Una donna che, come quella della canzone, non si sposò e morì da sola.
Quel documento è stato regalato nel 1990 dallo stesso Paul McCartney (l'autore della canzone, anche se John Lennon ne rivendicò anni dopo la co-paternità) a Annie Mawson, titolare di un'associazione che usa la musica per aiutare bambini con problemi, che gli chiedeva qualcosa per raccogliere fondi. La Mawson aveva raccontato a McCartney che tra le musiche che utilizzava a scopo curativo c'era "Yellow Submarine".Adesso la Mawson, dirigente della "Sunbeam Music Trust", ha deciso di mettere all'asta quella carta: si venderà il 27 novembre a Londra, e si prevede un prezzo stellare, oltre 500.000 sterline che finanzino un centro per la musicoterapia.

lunedì 15 settembre 2008

RICHARD WRIGHT E PINK FLOYD


RICHARD WRIGHT ,SCOMPARE UN MITO



Storico membro dei Pink Floyd, Rick Wright è morto di cancro all'età di 65 anni. Wright è stato uno dei fondatori della band inglese nel 1965 assieme a Nick Mason, Roger Waters e Syd Barrett.
Richard William Wright era nato a Londra il 28 luglio del 1943 da una famiglia benestante. Dopo alcuni trascorsi al London College of Music, s'iscrive alla facoltà di architettura dove conosce due futuri membri dei Floyd, Roger Waters e Nick Mason. Insieme a Barrett fondano una delle più importanti band di tutti i tempi.
La vena compositiva di Wright ha contribuito a brani epici e di largo respiro come A Saucerful of Secrets, Echoes, e Shine on You Crazy Diamond. Ma i brani di maggior successo commerciale firmati dal solo tastierista sono due pezzi storici: uno tratto da Dark Side of the Moon (1973), The Great Gig in the Sky, e l'altro, Summer ‘68, da AtomHeart Mother del 1970.
Il tastierista e cantante fu allontanato dai Floyd dopo alcuni dissapori con Roger Waters ai tempi di The Wall nel 1979. Rientrò nel gruppo a titolo ufficiale nel 1987 durante le sessions di A Momentary Lapse of Reason, quando ormai al timone era David Gilmour.

BIOGRAFIA

Nato in una famiglia benestante nel quartiere di Hatch End a Londra, appena adolescente entra al London College of Music, e lì ha il suo primo impatto con la musica. Abbandona le lezioni di pianoforte dopo appena due settimane. In seguito si iscrive al politecnico di Regent Street alla facoltà di architettura. Qui conosce Roger Waters e Nick Mason, ma ben presto abbandona gli studi per seguire la sua passione per la musica. Nel 1965 i tre, insieme a Syd Barrett, fondano i Pink Floyd.
Dopo l'uscita di Syd Barrett, Wright diventa il compositore melodico del gruppo. La somiglianza della sua voce con quella del chitarrista subentrato a Barrett, David Gilmour, viene sfruttata per creare in alcune canzoni effetti particolari.
Benché non prolifico quanto i suoi compagni Waters e Gilmour, Wright ha contribuito in modo decisivo ai brani di ampio respiro e di toni epici, quali A Saucerful of Secrets, Echoes, e Shine on You Crazy Diamond. I suoi pezzi di maggior successo commerciale sono due canzoni dell'album Dark Side of the Moon (1973): The Great Gig in the Sky e Us and Them, ma anche "Keep talking" tratta da "The Division bell" (1994).
Da ricordare tra le sue composizioni sono certamente anche Sysyphus dell'album Ummagumma (1969) e Summer ‘68 dell'album Atom Heart Mother (1970).
L'album dei Pink Floyd in cui è maggiore il suo contributo è senz'altro Wish you were here. Non c'è praticamente uno spazio in quest'album dove non ci sia, di sottofondo, il tappeto musicale di Wright. Suo è inoltre il brano musicale -in cui ricorre a tre sintetizzatore suonati contemporaneamente- che termina l'album, suonato da solo senza la partecipazione degli altri tre.
In seguito ad alcuni problemi personali legati alla propria vita privata (divorzio), e probabilmente anche a un eccessivo uso di cocaina (peraltro sempre smentiti dall'interessato), Wright viene espulso da Roger Waters durante la registrazione di The Wall (1979). Continua a suonare nei successivi concerti del 1980 e del 1981 che promuovono l'album, ma solo come musicista stipendiato anche se bisogna sottolineare che in ogni caso nei saluti finali era sempre presente assieme agli altri Floyd. Ironicamente, Wright fu l'unico a guadagnare economicamente dai concerti, dato che i costi — così come la sua paga — dovettero essere pagati dagli altri membri del gruppo.
L'album successivo, The Final Cut (1983), è l'unico a cui Rick Wright, ormai definitivamente allontanato dal gruppo, non contribuisce. Nonostante questo, lui e il batterista Nick Mason sono i soli componenti del gruppo ad aver suonato in ogni concerto dei Pink Floyd, posto che The Final Cut non ebbe alcun tour promozionale.
Nel 1984 forma un gruppo con Dave Harris, gli Zee. Dopo aver firmato un contratto con la Atlantic Records, gli Zee pubblicano il loro primo e unico album, Identity.
A seguito del completo insuccesso dell'album, Wright, assente dal gruppo sin dai concerti di "The Wall" del 1980-81, fu chiamato da Gilmour per dare una mano durante le session conclusive di "A momentary lapse of reason" [1987] (Waters ha ormai lasciato il gruppo da quattro anni), collaborando in alcuni brani dell'album. È reintegrato a pieno titolo come membro del gruppo con l'album Delicate Sound of Thunder (1988), un doppio che seleziona tra il materiale registrato durante concerti della tournée seguente all'album.
Nell'album successivo, Division Bell (1994), scrive cinque canzoni e canta Wearing the Inside Out, certificando la sua personale rinascita artistica a livelli eccelsi.
Incoraggiato dal decisivo contributo fornito a The Division Bell, nel 1996 Wright pubblica il suo secondo album da solista, Broken China, in cui tra gli ospiti appaiono talenti come Sinead O'Connor, Pino Palladino e Tim Renwick. L'album non ha successo commerciale ma nel tempo è stato davvero rivalutato, tanto che un brano di quest'album è stato inserito nella scaletta dei pochi concerti di Gilmour del 2001-2002.
Nel 2006 Wright ritorna nello studio di registrazione con Gilmour per collaborare al terzo album da solista di quest'ultimo, On an Island suonando in due brani. L'album avrà un successo di critica e commerciale davvero clamoroso e raggiugerà il n.1 in molti paesi come l'Italia ed il Regno Unito. Al successivo tour di David Gilmour, Wright ha partecipato in qualità di membro stabile dando fondo a tutto il suo repertorio tastieristico e contribuendo anche in termini di prestazioni vocali, illuminando con la sua sensibilità la scena. Anche il tour ha avuto un grande successo in tutte le date. Testimone dell'esperienza e della levatura musicale di Wright ne è il DVD del tour pubblicato in italia il 14 settembre 2007.
Da un punto di vista strumentale Richard Wright nel corso della storia dei Pink Floyd ha costruito il "muro sonoro" oltre il quale si stagliavano gli epici assoli di Gilmour. Di estrazione jazzistica, è riuscito ad evolversi sino ad entrare in ambiente psichedelico con naturalezza ed una sensibilità davvero impareggiabili.
I suoi momenti più alti possono essere considerati per intero i primi due album del gruppo, il riff ripetuto all'organo di Atom Heart Mother, i sintetizzatori carichi di effetti di Any colour you like, insieme a quelli quasi ossessivi di Welcome to the machine e di Dogs, l'intro di Sheep, il giro di Hammond in Pigs (Three Different Ones) e la parte tastieristica dell'album The Division Bell. I suoi capolavori indiscussi, anche a livello compositivo, rimangono senz'altro il muro sonoro e l'intro di Echoes, l'intera parte sonora di The Great Gig In The Sky, il piano di Us and Them, i sintetizzatori di Shine on you crazy diamond.
Come cantante dei Pink Floyd ha sempre fornito un supporto sporadico ma di spessore, spesso come canto di accordo. Le sue migliori performance canore sicuramente sono ravvisabili nei brani Echoes, Time, "Burning Bridges", e Wearing the Inside Out. Notevole anche la sua prestazione vocale nella versione live di Arnold Layne, primo singolo dei Floyd, riproposto nel 2006 da David Gilmour nell'"On an island" tour.

Richard Wright muore improvvisamente il 15 settembre 2008, dopo una breve lotta contro un tumore.

martedì 9 settembre 2008

ANTONIO DEL DONNO



ANTONIODEL DONNO


Tina Vannini presenta al Margutta RistorArte la mostra personale di Antonio Del Donno, organizzata dalla Horti Lamiani- Bettivò , curata da Giorgia Calò.


L'esposizione presenta una selezione di opere dell'artista realizzate dagli anni Sessanta ad oggi. .





Nella società dello spettacolo,capace di "bruciare i segni e i gesti più significativi," Antonio Del Donno - artista italiano "classicamente moderno", come lo definisce Achille Bonito Oliva - trasforma i segni in messaggio. Il mezzo, la tela, diviene messaggio mediante parole, gesti informali e frasi campite su colori accesi che diventano canali di trasmissione. E, del tutto coerente, è lo sbocco della pittura di Del Donno prima nel collage, poi nella grafica, ed infine in una ricerca del visivo fondata sul rapido consumo dell'oggetto. A conferma di questa poetica visuale l'uso di colori contrastanti, violentemente dissonanti, laddove la pennellata a volte è più decisa, a volte meno.


Sono proprio le infinite proposte cromatiche a catturare lo sguardo del pubblico: il colore che, mediante pennellate vibranti, diviene esso stesso materia. Ma anche la linea ha un ruolo fondamentale nella pittura di Del Donno. Dopo cinqunata anni di attività la sua ricerca artistica è ancora dominata dalla linea, tirata sempre con la stessa energia e vissuta sempre alla ricerca di nuovi linguaggi. In nessun lavoro di Del Donno (eccetto le fotografie) compaiono figure umane. In realtà le sue opere sono popolatre di persone: è lo spettatore stesso, che fruisce e consuma l'opera attraverso i segni, le frasi, i colori, i gesti che gli si presentano davanti."...Nell'opera di Del Donno non c'è nessuna indulgenza verso la citazione e il remake, c'è piuttosto il prelievo e il rifacimento, come quando ci serviamo di un vecchio utensile o di un oggetto abbandonato e li adattiamo a nuovi usi" (Filiberto Menna, 1987).
"Antonio Del Donno muove da una posizione, tendente ad inglobare nella propria operazione l'evidenza del mondo fenomenico e una possibile e conseguente misurazione. I materiali impiegati sono il legno, la plastica ed altri di provenienza industriale. Egli organizza il tutto in maniera da realizzare dei contenitori di luce, la quale viene ingabbiata nelle strutture e restituita poi attraverso delle sottili piastre in plastica che ne permettono lo sforamento. L'intera organizzazione risponde ad un criterio tendente non soltanto a realizzare un occultamento dello spazio quotidiano attraverso l'evidenziamento delle forme risolte secondo una mentalità estetica, ma anche una contestazione delle costanti che reggono lo spazio urbano. " (Achille Bonito Oliva)



Molti critici e storici dell'arte si sono occupati del lavoro, ormai quarantennale, di Del Donno. Solo per citarne alcuni: Filiberto Menna, Mirella Bentivoglio, Achille Bonito Oliva, Elio Galasso, Nico De Vincentiis, Silvio Zanella, Antonio Petrilli.





Antonio Del Donno

Antonio Del Donno è nato a Benevento il 27-11-1927. Ha frequentato l'istituto tecnico per Geometri negli anni 1945/50, era solo interessato al disegno tecnico architettonico e lo curava con tanto amore che scoprì l'estetica nella geometria. Decise quindi di frequentare l'accademia delle Belle Arti di Napoli, e fu lì che si sentì stimolato da tutto ciò che osservava e ne recepiva l'emozione; capì subito che era quella la strada da percorrere e che il disegno era la sua vita, tra lo stupore del padre, Nicola Del Donno, perfetto burocrate in qualità di funzionario di Prefettura, e la gioia della madre, Anita Ferrelli, che come tutti i Ferrelli sentiva l'amore per l'arte. Completati gli studi al Liceo Artistico di Napoli, ottenne la cattedra di Educazione Artistica presso la scuola Media Vitelli di Benevento. L'isegnamento gli consentiva molta disponibilità per dedicarsi all'arte. Negli anni 1960/70, cominciò a frequentare la Galleria di Lucio Amelio di Napoli insieme a Mimmo Paladino, l'unico amico col quale scambiava idee, emozioni, ricerche. Entrambi, infatti, erano interessati ad assimilare la nuova cultura che si respirava in quel tempo: rifiuto totale di tutto ciò che era artefazione, accademismo, retorica. Entrambi sempre presenti a tutte le conferenze, i dibattiti, le mostre di noti artisti europei ed americani, rimanendone coinvolti emotivamente. La curiosità di conoscere lo ha spinto ai viaggi anche all'estero. La biennale del 1964 a Venezia è stata per lui determinante; lì conobbe l'arroganza, l'azzardo e la gioia di vivere di Rauschemberg, il quale adoperava nei suoi dipinti il riporto fotografico, gli oggetti, e collegava il tutto con una pennellata violenta assimilata, a sua volta, da De Kooning, da Pollock e da altri pittori gestuali di quel tempo. Del Donno ha sempre avuto un linguaggio, una forma di espressione coerente con la sua gestualità, e un amore per la fotografia. Rauschemberg, Tapies, Vedova, Schifani, Warhol, sono stati i suoi maestri; hanno tirato fuori le sue radici, lo hanno aiutato a trovare sé stesso. Il costruire, sentirsi un artigiano, manipolare il ferro, il legno, è qualcosa che si porta dietro dall'infanzia. Dalle carrozzelle ai monopattini, oggi, a realizzare oggetti inerenti all'arte. Ecco come nascono i "Vangeli", tavole di legno recuperate, incollate e incerniate con cerniere in ferro e con caratteri di fuoco riportavano versetti del Vangelo per denunziare uno stato di fatto. Costituiva per Del Donno un atto liberatorio, come lo è stato l'aver realizzato una tagliola a grandezza d' uomo, volendo indicare uno stato di scacco contro il potere, "una sua autobiografia". In realtà in tutta la sua produzione esiste una problematica sociale, una al di là di ogni ideologie politiche - religiose, esiste soprattutto il compiacimento del gioco che contiene il fascino delle forme e delle linee in armonia fra loro, dove prevale la semplicità e la spontaneità.




Antonio Del Donno
Vernissage: mercoledì 10 settembre 2008, ore 18:00 – 10 ottobre2008
Il Margutta RistorArteVia Margutta, 118 - Roma Tel: +39 06 32650577 - mail: staff@ilmargutta.it - www.ilmargutta.it

giovedì 4 settembre 2008

EZRA POUND A MERANO

Esattamente 50 anni fa, nel luglio 1958, arrivò a Merano dagli Stati Uniti Ezra Pound, uno dei massimi poeti del secolo scorso. L'anniversario sarà celebrato a Merano anche con uno spettacolo in cui reciteranno i suoi discenti, la figlia Mary de Rachewiltz ed i due nipoti Patrizia e Siegfried de Rachewiltz. A Merano Pound si stabilì da subito nel castello di Brunnenburg, subito sotto Castel Tirolo da dove per lunghi anni i principi del Tirolo governarono queste terre, sia a nord che a sud del Brennero.
Per celebrare questa ricorrenza il Piccolo Teatro Città di Merano presenta lo spettacolo/recital "Presenze. Ezra Pound a Merano". Elementi unici e originali dell' avvenimento sono il fatto che l' anteprima dello spettacolo, in programma sabato 27 settembre, si svolgerà proprio a Brunnenburg.
Alla rappresentazione, oltre agli attori del Piccolo Teatro, prenderanno parte, in veste di dicitori nel raccontare aneddoti di vita vissuta col poeta o leggere poesie, gli stessi famigliari di Pound, la figlia Mary de Rachewiltz e i nipoti Patrizia e Siegfried de Rachewiltz. Sabato 4 ottobre, con regia di Romano Cavini, lo spettacolo sarà al Teatro "Puccini" della città.

lunedì 1 settembre 2008

COMUNICATO

Il blog voglioscendere.it ha lanciato la campagna «Arrestateci tutti. Disobbedire per informare» dopo l’appello di Marco Travaglio su l’Unità contro il ddl bavaglio del governo. Già centinaia le adesioni di cittadini e giornalisti (il primo elenco è consultabile sul blog). Si può aderire scrivendo a arrestatecitutti@gmail.com o lasciando un commento sul blog.

APPELLO DI MARCO TRAVAGLIO

Annuncio fin d’ora che continuerò a informare i lettori senza tacere nulla di quel che so. Continuerò a pubblicare, anche testualmente, per riassunto, nel contenuto o come mi gira, atti d’indagine e intercettazioni che riuscirò a procurarmi, come ritengo giusto e doveroso al servizio dei cittadini. Farò disobbedienza civile a questa legge illiberale e liberticida. A costo di finire in galera, di pagare multe, di essere licenziato. Al primo processo che subirò, chiederò al giudice di eccepire dinanzi alla Consulta e alla Corte europea la illegittimità della nuova legge rispetto all’articolo 21 della Costituzione e all’articolo 10 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo e le libertà fondamentali (“Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche…”, con possibili restrizioni solo in caso di notizie“riservate” o dannose per la sicurezza e la reputazione). Mi auguro che altri colleghi si autodenuncino preventivamente insieme a me e che la Federazione della Stampa, l’Unione Cronisti, l’associazione Articolo21, oltre ai lettori, ci sostengano in questa battaglia di libertà. Disobbedienti per informare. Arrestateci tutti.

Marco Travaglio

ENZO DELFINO EDITORE



La Enzo Delfino Editore è una giovane casa editrice nata nel settembre 2007 dalla confluenza di esperienze e saperi pluriennali nel campo dell'editoria, con l'intento di occuparsi di letteratura scientifica, narrativa e saggistica, ma soprattutto di dare voce ai nuovi linguaggi, dalla musica al cinema, dalla fotografia allo sport.
Alla ricerca di storie e nuove voci, offre anche corsi e laboratori con l'intento di potenziare i nuovi talenti con il dialogo, la fantasia, la tecnica ,avvicinandoli in concreto al mondo dell'editoria ed alla pratica dello scrivere. Per questo si occupano della formazione dei futuri professionisti del settore, fornendo, inoltre, un'ampia gamma di servizi editoriali professionali che permettano di coniugare la creatività e le scelte dei giovani autori con le esigenze del mercato editoriale.

Spazio ,quindi,agli aspiranti scrittori, garantendo un supporto di pareri e competenze professionali sul loro lavoro.

In un Paese dove si legge poco non Le sembra antitetico aprire una casa Editrice?

"È da qui che parte la nostra sfida: avvicinarci a chi vede nel libro un'evasione intellettualoide, un'istituzione da biblioteca, un passatempo anacronistico e ormai distante dalla nostra consapevolezza. Questo perché a spingerci è la convinzione che la letteratura non può rimanere estranea alla coscienza del reale che cambia, ai nuovi punti di vista introdotti dai media e dal progresso sempre più pervasivo. La quarta dimensione, quella del tempo che si rincorre, il tempo soggettivo che ci appartiene senza rigide strutturazioni, è spesso aliena alla vita dei romanzi.
Vogliamo dare a tutto questo un'opportunità, realizzando libri che parlino del/al nostro tempo, attenti alle strutture formali in divenire come prevalenti, ma non uniche.Ogni libro, crediamo, è uno scambio.
Non vogliamo essere dei semplici “costruttori” di volumi, ma farci ponte con pagine e inchiostro tra il lettore e lo scrittore, sporcando di quotidiano il mondo astratto delle parole.
Anche i nostri corsi perseguono quest'ambizione: far interagire esperienze, parole, passioni, e cultura. Ciò che rende vivo un libro. Tutto questo parlando sia dell'editoria tecnica, con corsi di QuarkXpress e nozioni editoriali e grafiche di base, sia della scrittura, parte artistica per eccellenza, che però va disciplinata con le armi del mestiere e si nutre di riferimenti diversi e diverse capacità di affabulazione. La scrittura creativa, così come noi la intendiamo, non sarà solo una serie di esercizi di stile e d'incasellamento di immagini, ma uno strumento per imparare anche a leggere. Dai graffiti all'occhio oscuro della telecamera, l'obiettivo finale sarà fare propri tutti i linguaggi che meglio esprimono la realtà circostante imbevuta e filtrata dalle proprie idee.Poiché ogni forma di conoscenza parte dalla percezione."

Ulteriori info ed approfondimenti al link seguente: http://www.enzodelfinoeditore.it/

lunedì 25 agosto 2008

EDITORIA-LUIGI MANCONI



Luigi Manconi racconta la lunga storia delle Brigate Rosse; la sua analisi parte dagli anni Settanta, affronta il sequestro Moro, il lungo silenzio dal 1988 al 1999 e arriva fino ai nostri giorni.

Una pagina italiana unica in Europa per durata, continuità ideologica e coerenza programmatica. Il collante era e resta quello che Manconi definisce "operaismo armato". Cambiano i luoghi, la classe operaia si disperde e si polverizza e la nuova generazione di militanti recluta i suoi membri nelle aree del lavoro precario e sommerso, negli spazi periferici del mercato e della politica. Manconi dimostra in maniera convincente che le Brigate Rosse sono un fenomeno autoctono della società italiana: e che nella società italiana - nelle sue ideologie, nelle sue culture e fin nel suo "carattere nazionale" - affonda le proprie radici. Altrettanto significativa è la nostra difficoltà a fare i conti con il passato, sia dal punto di vista giudiziario che da quello politico.

Forse perché, come scrive Manconi, il terrorismo è stato rimosso e non si è avuto il coraggio di riconoscere le responsabilità culturali e politiche, che rappresentano una delle sue cause. Ciò non ha consentito che in Italia - dopo la guerra civile simulata degli anni Settanta - si seguisse il "modello sudafricano" della Commissione per la verità e la riconciliazione, e che si arrivasse davvero a voltare pagina.
MANCONI LUIGI "TERRORISTI ITALIANI LE BRIGATE ROSSE E LA GUERRA TOTALE 1970-2008
Editore: RIZZOLIPubblicazione: 04/2008Prezzo: € 18,50
LUIGI MANCONI
Laureato in Scienze politiche, sociologo dei fenomeni politici, si è dedicato all'insegnamento universitario, prima presso l'Università di Palermo e, successivamente, allo IULM di Milano, dove è professore di Sociologia dei fenomeni politici.
Tra il 1969 e il 1975 ha militato in Lotta Continua.
Negli anni Settanta, usando lo pseudonimo Simone Dessì, collabora a diverse riviste culturali e musicali (tra le quali Muzak), con Giaime Pintor, Gianni Borgna e Gino Castaldo è autore di numerosi volumi sulla musica pop e sui cantautori, tutti pubblicati dalla Savelli ("C'era una volta una gatta", "La chitarra e il potere", "Cercando un altro Egitto", "Il futuro dell'automobile, dell'anidride solforosa e di altre cose" tra gli altri).
Negli anni Ottanta ha fondato e diretto, con Massimo Cacciari e Rossana Rossanda, la rivista "Antigone".
È stato direttore di Ombre Rosse (con Goffredo Fofi) e poi editorialista e commentatore delle più importanti testate giornalistiche italiane, come Il Messaggero, Corriere della Sera, La Stampa e La Repubblica; attualmente collabora a Il Sole 24 Ore.
Nel 1991 il suo rapporto di collaborazione con la Rai viene bruscamente interrotto e Manconi viene “licenziato” a seguito di un “editoriale” assai critico nei confronti dell’allora ministro del Bilancio, Paolo Cirino Pomicino, nel corso della trasmissione di RaiTre “Girone all’italiana”, condotta da Andrea Barbato.
Nel corso degli anni Novanta è stato consulente della trasmissione di Rai 3 “Milano, Italia”, ideata e condotta da Gad Lerner.
Nel 1994, da indipendente, viene eletto senatore nelle liste dei Verdi, e partecipa ai lavori di numerose commissioni sulle tematiche che, da sempre, connotano la sua militanza e le sue attività di ricerca: la giustizia e il garantismo, le libertà individuali e le garanzie sociali, l'autonomia individuale e le “questioni di vita e di morte” (dalla libertà di cura al testamento biologico). È iscritto ad Amnesty International e alla International Antiprohibitionist League. Con Laura Balbo ha promosso l'associazione “Italia-razzismo”. Attualmente, è membro del Movimento Ecologista e presidente di "A buon diritto. Associazione per le libertà".
Dal novembre del 1996 al giugno del 1999 è stato portavoce nazionale dei Verdi.
Nel 2005 si è iscritto ai Democratici di Sinistra, ed è stato responsabile del dipartimento nazionale Diritti Civili. Dal 2006 è sottosegretario di Stato alla Giustizia del governo Prodi.

martedì 22 luglio 2008

L'INVENZIONE DEI FORI IMPERIALI

L'invenzione dei Fori Imperali - Demolizioni e scavi: 1924-1940
Musei Capitolini
Piazza del Campidoglio, 1
I municipio
da Mercoledì 23 Luglio a Domenica 23 Novembre
da martedì a domenica ore 9.00 - 20.00



In mostra le trasformazioni del tessuto urbano di Roma, dalla metà degli anni Venti fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale.
140 opere, tra foto, dipinti, affreschi e sculture antiche, in un percorso che vede esposte opere provenienti dal Museo di Roma e dall’Archivio Fotografico Comunale, dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna e dai Musei Capitolini.
Una ricca selezione per documentare le demolizioni e gli scavi nella vasta area del Foro di Augusto, Foro e Mercati di Traiano, Foro di Cesare e Foro di Nerva, il cui recupero e ripristino scenografico erano stati realizzati per rafforzare l’ideale continuità storica della Roma fascista con l’epoca imperiale.Tra le tante opere, una veduta di Mario Mafai, Foro di Traiano, del 1930, rappresenta una splendida testimonianza della riflessione degli artisti della Scuola Romana sulle trasformazioni del secolare paesaggio urbano.

a cura di: Zètema Progetto Cultura in affidamento dal Comune di Roma
Contatti:
tel. 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 22.30
e-mail info.museicapitolini@comune.roma.it
sito ufficiale www.museicapitolini.org

mercoledì 16 luglio 2008

MEDICINS SANS FRONTIERES

Summit europeo sul mediterraneo
MSF chiede a tutti i partecipanti di migliorare le condizioni di ricezione per gli immigrati che arrivano sulle coste europee
11/07/2008

Bruxelles/Roma, 11 luglio 2008 –

In occasione del lancio dell' "Unione per il Mediterraneo" prevista a Parigi per domenica al Summit dell'Unione europea, l'organizzazione medico umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) chiede ai partecipanti di migliorare urgentemente le condizioni di accoglienza per gli immigrati che arrivano sulle coste meridionali d'Europa.
Dal 2000, MSF fornisce assistenza medico umanitaria d'emergenza e monitoraggio sanitario agli sbarchi di migranti che raggiungono le coste europee. MSF è molto preoccupata per le condizioni di queste persone e chiede a tutti gli Stati coinvolti di assicurare che vengano loro forniti standard minimi di accoglienza. MSF chiede che gli Stati membri non limitino la loro cooperazione con i partners mediterranei al solo controllo delle frontiere, ma che migliorino anche le condizioni di accoglienza per i migranti in accordo con le leggi internazionali e che garantiscano anche l'accesso alle procedure d'asilo, oltre alla fornitura di supporto medico.
"L'aumento dei controlli e della sorveglianza non stanno frenando coloro che tentano di raggiungere l'Europa", dichiara Antonio Virgilio, Capo Missione di MSF in Italia. "Queste persone stanno fuggendo da guerra, fame e da condizioni di vita estreme: l'unica possibilità è di intraprendere quel viaggio pericoloso. Così adesso affrontano maggiori rischi, viaggiano in imbarcazioni più piccole e precarie e per più giorni rispetto al passato. Nel 2008, il nostro team medico a Lampedusa ha rilevato che i migranti hanno bisogno di maggiore assistenza medica rispetto al passato. Molti arrivano in pessimo stato, sotto shock, con febbre e scottature per il sole, a causa delle dure condizioni nel lungo viaggio in mare".
Il team di MSF in Marocco ha notato che l'incremento dei controlli alle frontiere lungo le coste del Marocco e della Spagna ha avuto un notevole impatto sulle rotte dei migranti. Come risultato, stanno aumentando i viaggi a bordo di imbarcazioni dal sud della Mauritania e del Senegal verso le Isole Canarie e ciò rende il loro viaggio più lungo e difficile.
Per rispondere ai bisogni sanitari dei migranti, MSF ha sviluppato negli anni scorsi programmi medici d'emergenza sulle coste di alcuni paesi: Spagna (Tarifa, Ceuta e Mellilla e Isole Canarie), Italia (Brindisi, Lampedusa), Marocco e Grecia. In quanto agenzia internazionale di aiuto medico, la necessità di MSF di essere presente ai punti d'ingresso dell’Europa è un fattore indicativo della mancanza di un'adeguata assistenza medica attualmente disponibile per questi migranti.
Nell'isola italiana di Lampedusa, MSF fornisce un iniziale screening medico per coloro che arrivano a bordo delle imbarcazioni. Una media di 12-15mila persone approdano ogni anno sull'isola, tuttavia l’autorità sanitaria regionale non garantisce alcuno di questi servizi.
Quest'anno le equipe mediche di MSF a Lampedusa hanno registrato un notevole incremento nel numero di persone che sono arrivate sull'isola. Tra gennaio e giugno 2008 si sono verificati 146 sbarchi, rispetto ai soli 71 nella prima metà del 2007. Il team di MSF a Lampedusa ha rilevato anche un cambiamenti nel tipo di popolazione che affronta il viaggio in barca: ci sono più donne (+11%) e bambini (+ 4,6%) e attualmente oltre il 30% di persone provengono dal Corno d'Africa, da paesi in guerra come la Somalia.
Anche per la Grecia si può confermare un significativo incremento nel flusso di migranti rispetto agli anni scorsi. Ad esempio, nel centro di detenzione dell'isola di Lesbo, il numero di casi registrati nei primi cinque mesi del 2008 è stato più del doppio del numero totale di arrivi nel corso del 2004.
Come in Italia, nel Centro di permanenza temporanea vicino al porto greco di Patrasso, l’equipe medica di MSF ha registrato nuovi cambiamenti nella popolazione di migranti in arrivo: da una predominanza di Curdi a quasi esclusivamente Afgani.
Le persone che arrivano da paesi in guerra dovrebbero essere considerate come potenziali richiedenti asilo e all'arrivo dei migranti dovrebbe anche essere loro fornita un'adeguata informazione sulle procedure d'asilo. L'anno scorso la sola Grecia ha ricevuto più di 112mila migranti irregolari. Eppure, su un totale di circa 25mila richieste d'asilo, solo a 8 è stato concesso lo status di rifugiato.

http://www.medicisenzafrontiere.it

domenica 6 luglio 2008

TEATRO AUGUSTA AURICA -BASILEA


VIVA ITALIA -TARANTA FESTA

Taranta festa 11-12-13 luglio 2008 teatro Augusta Aurica -Basilea

















































Nel I secolo a. C., la massima autorità romana nel campo dell'architettura, Vitruvio, supponeva che i suoi predecessori conoscessero molto bene come progettare un teatro in modo da enfatizzare la voce umana. "Seguendo le regole della matematica e il metodo musicale, essi fecero in modo che le voci dalla scena si diffondesse più chiaramente e dolcemente verso le orecchie degli spettatori...strutturando i teatri in pieno accordo con la scienza dell'armonia, gli antichi riuscivano ad accrescere la potenza della voci", scriveva Vitruvio.
Scrittori posteriori hanno supposto che l'eccellente acustica di Epidauro, costruito nel quarto secolo a. C., potrebbe essere dovuta alla direzione prevalente del vento (che soffia principalmente dalla scena verso il pubblico), o potrebbe essere un effetto generale del teatro greco dovuto al ritmo particolare del discorso o all'uso delle maschere che agivano come altoparlanti. Tale uso era largamente diffuso nel teatro romano. Ma nessuna di queste spiegazioni chiarisce perché una moderna rappresentazione teatrale , ancora oggi di tanto in tanto messa in scena, possa essere ascoltata molto distintamente in una giornata priva di vento.

Si suppone che la risposta potrebbe essere collegata al modo in cui il suono viene riflesso dalle superfici corrugate. Un esempio clamoroso del genere è quello fornito dalla superficie a gradini di una ziggurat Maya in Messico, o Metaponto, dove il battito delle mani o i passi di una persona riproducono un suono simile al cinguettio degli uccelli o alla pioggia che cade. gli studiosi hanno calcolato come le file dei sedili di pietra a agiscono sulla riflessione del suono, giungendo alla scoperta che le frequenze più basse di 500 hertz vengono smorzate maggiormente rispetto alle frequenze più alte.

Ogni trasformazione di un concetto formale in senso genuino e fecondo porta come conseguenzauna nuova concezione dell’intero campo che da esso viene dominato e ordinato".E. Cassirer








Da indagini dirette e controlli tecnici e scientifici ,puntigliosamente rifatti su ogni momento prestazionale dell'impianto teatrale, si è arrivati ad una revisione di molte ipotesi tradizionalmente correnti.Indubbiamente, lo schema di lavoro, gli obiettivi presupposti, gli strumenti adottati per rileggere e ricollocare una tipologia apparentemente intoccabile ed ormai universalmente descritta e situata nella storia dell'architettura classica ed in quella, più specifica, della forma teatrale, sollecita molte riflessioni ed obbliga, ad ampi ripensamenti.








Se volessimo chiosare la frase di Cassirer, dovremmo rilevare che effettivamente la nuova proposizione della tipologia teatrale, per le incidenze concettuali morfologiche, comporta una rilettura a tutto campo della struttura, costringendoci a rivedere non solo le tematiche costruttive, ma le stesse ragioni delle scelte geometriche. Verrebbe voglia di utilizzare, in chiave tecnologica, il concetto espresso dal Russell nei' Principia mathematica ',con la definizione della propositional function: si tratta cioè non di un giudizio di valore, ma di un paradigma a cui ricondurre una classe di giudizi. L'organizzazione dello spazio drammatico non è solamente e biunivocamente conseguenza dei modelli di utilizzazione delle classi funzionali sottostanti, ma è, invece, principalmente collegata al rapporto simbolico fra la rappresentazione e la partecipazione. Ne viene fuori una qualità organizzativa dell'intero territorio della rappresentazione collegata al sistema di funzioni che vede interattive le figure recitanti, quelle osservanti e l'intenzionalità demiurgica del testo: la complessità formale che ne consegue è diretta conseguenza dell'altrettanta complessità funzionale, perché la distribuzione dell'oggetto è mimesi della distribuzione delle idee e delle ripercussioni civili delle stesse. La forma generale della funzione, quale potrebbe apparire a tutta prima nei tracciati curvilinei e nelle alzate di monta delle gradinate, non è l'immagine trasposta delle diverse variabili di concepimento del teatro, dell'impianto progettuale genericamente inteso, ma è una rappresentazione variabile dei nessi che legano i diversi parametri di destinazione e d'uso. Praticamente è come se lo spazio potesse assumere, di volta in volta, una serie di qualità che gli derivano dalle funzioni elementari primigenie e dai significati specifici che l'azione avrebbe imposto agli attori ed agli spettatori. Dunque, rispetto all'annosa questione della dipendenza diretta dell'assetto morfologico dalla destinazione funzionale, tante volte imposta dal movimento moderno come causalità di primo grado, l'analisi del saggio (non nelle sue parti pur coerenti ed articolate, ma nella sua ricostruibile totalità) ci spinge ad affermare che esista una netta distinzione fra il concetto come forma ed il suo contenuto, ossia fra l'idea di teatro come entità culturale e l'oggetto teatro come struttura operante. Fra la natura funzionale e formale dell'oggetto e la configurazione usata dello stesso corrono, dunque, molti nessi logici, non tutti conseguenti, cosicché non è vero che le tecnologie corrispondono al disegno di utilizzazione ed alle categorie di fruitori in modo diretto: anzi le scelte disponibili sono ampie ed aleatorie, inclassificabili in un rigido concetto sinergico fra forma e funzione, anche perché lo spazio è categoria non fisica, ma concettuale. Verrebbe voglia di riprendere, trasferendoli all'architettura, le tematiche avanzate da un filosofo della scienza - per la verità tardo epigono kantiano, - che l'intuizione particolare, che è sempre hic et nunc, non è più la base da cui parte l'astrazione che condurrà al concetto, essendo questo produzione intellettuale, però egualmente essa ha un ruolo estremamente rilevante: è l'elemento catalitico. Ossia è proprio l'intuizione particolare il motivo originario, sebbene contingente, dell'applicazione di concetti che già si hanno o della produzione di nuovi.








Sono riflessioni di chi,da anni,si sforza di rileggere in modo non trionfalistico, e neppure scioccamente pessimistico, il ruolo della cultura tecnologica nella definizione, conformazione, uso e trasformazione degli spazi per gli uomini.

Antonio Infantino






Gor'kij: "È un artista colui che, elaborando le proprie impressioni soggettive, sa scoprirvi un significato oggettivo generale ed esprimerle in una forma convincente."






















sabato 28 giugno 2008

BRIGADA INTERNAZIONALE & DANIELE SEPE ' NOSTRA PATRIA E' IL MONDO INTERO'


BRIGADA INTERNAZIONALE - L'orchestra multietnica diretta da Daniele Sepe

In distribuzione in tutti i negozi di dischi,da ieri,l'ultima "fatica" discografica di Daniele Sepe,che ,in sinergia della Brigada internazionale,orchestra multietnica nell'accezione piena del termine,ha partorito un lavoro sicuramente più che degno di nota.
Equilibrio,sinergia,feeling..un prodotto che rasenta la perfezione..
L'album conta 14 tracce,ognuna di esse è un piccolo cameo da ascoltare attentamente
In un panorama musicale desertico per innovazioni o culturalmente molto carente,incappare in un lavoro artistico di tale valenza non può che procurarci molta gioia..

Qui il Danele Sepe pensiero:


"Una società in cui un oggetto per produrre musica si progetta negli Stati Uniti,
si produce (...in condizioni ignobili) in Cina e poi viaggia per tutto il pianeta
senza limitazioni diventando un oggetto di culto dovrebbe essere una società
muta. Senza musica e senza gioia. Se le merci possono attraversare i cinque continenti
senza problemi mentre uomini, donne e bambini sono costretti tra mille pericoli
a scampare fame, ingiustizia e guerra, significa che dovremmo ,per decenza, perdere
la voce. "Nostra patria è il mondo intero" recitava una vecchia canzone anarchica,
ma si sa... gli anarchici finivano ghigliottinati, garrotati o in galera, mentre
le loro maestà di ieri e di oggi ancora ci guardano dalle loro statue nelle nostre
piazze, o sguazzano nelle piscine del Billionaire. Un mondo al contrario. Ma
muti non vogliamo stare e a cantare e ballare non devono restare solo questi
"birichini". In attesa della grande rivoluzione la Brigada Internazionale porta
in giro la meravigliosa musica della gente più povera della terra. E lo fa in
allegria. Per dispetto."
Daniele Sepe: quale l'intento che ti sei prefisso ?
"Superare le barriere,dimostrare che la musica non ha confini nè etnie..Dare,in un contesto storico difficile,avulso da valori,ove l'egemonia è il danaro,voce alla gente ,al popolo,non importa quale sia l'etnia di appartenenza..Sposare e miscelare diverse formazioni musicali e farne un unicum..

Ed ancora..

" Quello che avviene nel nostro paese è unautentico rinascimento delle orchestre
In moltissime città ne nascono ogni anno.
E non a caso le città che per prime si sono affacciate a queste nuove realtà
artistiche sono state quelle dove maggiormente si è concentrato il fenomeno dell’immigrazione;
Torino, Genova, Roma, Napoli; e molte altre. BRIGADA INTERNAZIONALE è una risposta
alla diffusione verticale dell’intolleranza, della fobia per il diverso, delle
ronde cittadine, degli eserciti in strada. E’ il manifesto della gioia di essere
vivi, della possibilità di nascere di nuovo in un paese che ti accoglie, e di
dimostrare il tuo valore. Di avere una possibilità. Con la gioia contagiosa ed
anarchica di latina memoria al grido di “una risata vi seppellirà”

Ll’orchestra diretta da Sepe ha nel suo dna il ballo, grazie anche alla presenza di molti
latinoamericani. ed un repertorio, equamente ripartito fra originali e brani
tradizionali : un’esplosione di colori e di suoni. .

BREVI NOTE BIOGRAFICHE SUI COMPONENTI DI BRIGADA INTERNAZIONALE

ADNAN HOZIC –BOSNIA – CHITARRA E VOCE
Talentuoso musicista di origine bosniaca vive e suona in italia. Attitudine
gitana, tempi dispari e irregolari, in stile slavo-zingaro, possiamo sentire
la sua chitarra nel progetto Balkanija o con Cesare Dell’Anna e gli Opa Cupa.
Ha collaborato con Goran Bregovic, e con la vocalist Meli Hajderai.

EDMILSON CRUZ LEMOS – BRASILE - PERCUSSIONI
In arte “Mestre Carcarà”,Brasiliano, maestro di Capoeira Angola, ha collaborato
con musicisti del calibro di Gilberto Gil, Olodum, Nanà Vasconcelos, Carlinhos
Brown, Tullio de Piscopo, Tony Cercola,Daniele Sepe, Arlen Azevedo , Antiquasaxa.

DORIS LAVIN – CUBA - VOCE
Cantante, appassionata di canto e tradizioni canore sin da bambina, vincitrice
di numerosi premi,presso festival provinciali e nazionali cubani, durante la
sua carriera di cantante, è stata in tour per tutta Europa (dall’ex Unione sovietica
nell’89 alla gran parte dei paesi mediterranei in Europa occidentale);

ROBERTO “ARGENTINO” LAGOA - ARGENTINA - PERCUSSIONI
Esordisce giovanissimo nella musica tradizionale sudamericana,. Collabora con
vari artisti argentini di livello internazionale: Jaime Torres, Mercedes Sosa,
Paco De LucÌa, Ariel RamÌrez, Intillimani, JosÈ Carreras utilizza insoliti strumenti
percussivi tipici del folklore sudamericano: il cajon, il bombo leguero, i sacha-bombo,
ma anche strumenti ricercati e innovativi come il líHang (disco armonico).

ISMAILA NIANG –SENEGAL - VOCE
Muove i primi passi nel variegato universo della musica senegalese con dei brani
da lui composti che spaziono dall’afro al reggae ed accolti positivamente dalla
critica. Dal 2003 ha costituito a Napoli i Maikad, gruppo musicale composto da
musicisti senegalesi ed italiani con cui è molto attivo.

ROBERTO BASTOS CAROLINO “ROBERTINHO” – BRASILE – PERCUSSIONI
Figlio d’arte da 7 generazioni, Il suo primo strumento è il Pandoro. Comincia
prestissimo a suonare in molte scuole di samba, strumenti tipici come Repinique,
Surdo, Tamborim. Ha collaborato con Fred Bongusto, Sergio Caputo, Tullio De Piscopo,
Toninho Horta, J.Senese, Solis Quartet Group ed altri.

ARLEN AZEVEDO – ARGENTINA – CHITARRA E VOCE
Nasce il 12 marzo del 1962 a Montes Claros, in Brasile. Fonda insieme con altri
suoi compagni il Grupo Triuna accompagnando il cantautore Tino Gomes nei concerti
e nella realizzazione del suo primo LP "Saudação". Con il Grupo Banzé, partecipa
a diversi festival in Brasile e in tutto il mondo fino ad agosto del 1989 quando
dopo un festival in Germania, decide di trasferirsi in Italia. Ha collaborato
con James Senese, Rino Zurzolo, Marco Zurzolo, Antonio Onorato, Toni Cercola,
Daniele Sepe.
MARZOUK MEJRI – TUNISIA – VOCE E PERCUSSIONI
Nasce a Tebourba, Tunisia, figlio d’arte, e Attento studioso delle tradizioni
popolari, si perfeziona nel canto, nello studio degli strumenti a fiato ( nay
e zukra), e nel campo delle percussioni ( Bendir , tar e Tabla Tunisina ), ma
è la darbuka lo strumento con il quale raggiunge livelli virtuosistici assoluti.
oltre che con Daniele Sepe, ha lavorato con tantissimi artisti, tra cui James
Senese, Peppe Barra, Eduardo De Crescenzo, Modena City Ramblers, 99 Posse, Enzo
Avitabile, Nuova Compagnia di Canto Popolare.

AULI KOKKO – SVEZIA – VOCE
Svedese di origini finlandesi prestata ai suoni mediterranei, straordinaria cantante,
il suo stile è tradizionale e al tempo stesso innovativo. Fedele partner artistica
di Daniele Sepe, Auli ha una voce potente e angelica al tempo stesso, sempre
incredibilmente a proprio agio nella babele di lingue utilizzate per esprimere
il proprio canto.

MONICA GEORGHE – ROMANIA – VOCE
Giovanissima cantante, è alla sua prima esperienza musicale professionale.

FRANCO GIACOIA- ITALIA - CHITARRA ELETTRICA
Professionista dal 1980, ha collaborato con Musicanova _Eugenio Bennato, Teresa
De Sio, Gino Paoli, James Senese, Edoardo Bennato, Peppino di Capri, Roberto
Murolo, Roberto De Simone, Paola Turci, Daniele Sepe, Eduardo De Crescenzo,Audio
2, F. Battiato, Roberto Vecchioni, Irene Grandi;

ROBERTO SCHIANO MORIELLO – ITALIA - TROMBONE
Studia presso il Conservatorio di Musica S. Pietro a Maiella di Napoli, dove
si diploma in trombone nel 1986. Le sue collaborazioni sono numerosissime e vanno
dall’ Art Ensemble of Soccavo, all’ Orchestra-Laboratorio"T.Monk a Enzo Avitabile.

PIERO DE ASMUNDIS –ITALIA - TASTIERE
Arrangiatore e pianista, musicista poliedrico, suona il pianoforte, le tastiere
la fisarmonica, i synth e i campionatori: da anni collaboratore con la Rote Jazz
Fraktion di Daniele Sepe così come sul palco di PomiglianoJazz insieme a Don
Moye, Baba Sissoko e Maurizio Capone.

GIGI DE RIENZO – ITALIA - BASSO
Bassista, esponente del Napoli-power "(il nuovo sound blues - rock metropolitano
ove si innestano funky-jazz e world-etnica). ha collaborato con grandi musicisti
della scena italiana, tra cui Pino Daniele, Tony Esposito, James Senese

VINCENZO PINELLI - ITALIA – BATTERIA E PERCUSSIONI
Ha partecipato a numerose iniziative musicali in veste di percussionista e batterista,
tra queste: “Tamburo Battente” con il musicista e compositore Carlo Fanello,
il “Trofeo Moretti”con Lucio Dalla e Jorge Ben allo stadio S.Paolo, “Napulitanata”
concerto di musica e versi con il musicista e attore Raffaello Converso. Suona
Batteria, Marimba, Vibrafono, Xilofono, Timpani Orchestrali, Bongò, Conga, Campanacci,Tamburelli
di origine contadina etc.

GIANFRANCO CAMPAGNOLI – ITALIA – TROMBA
Nato a Napoli, diplomato in tromba presso il Conservstorio di Musica S. Pietro
a Majella di Napoli. Dal 1989 già solista nel Civico Concerto Bandistico città
di Acerra. Ha partecipato a molti concerti importanti in qualità di I° Tromba
con l'orchestra Alessandro Scarlatti e con l'orchestra del Conservatorio di Napoli.
Il suo curriculum vanta tantissime collaborazioni, sia per produzioni teatrali,
orchestre, che per trasmissioni televisive, ed importanti artisti italiani.

DANIELE SEPE – ITALIA – SAX E DIREZIONE MUSICALE
Nato a Napoli il 17 aprile del 1960. Diplomato al Conservatorio di San Pietro
a Majella di Napoli si è sempre interessato a tutti gli aspetti del fare musica
senza distinzioni tra generi e linguaggi. A soli 15 anni entra a far parte del
Gruppo Operaio di Pomigliano D’ Arco ‘E Zezi con i quali pubblica il disco “Tammurriata
dell’Alfa Sud”. Per anni lavora come turnista dal vivo o in studio con le più
diverse situazioni, da NCCP a Bisca, dai 99 posse a Peppino Gagliardi, dagli
Akenaton a Nino D’Angelo. Poi riesce a metter da parte i soldi per autoprodursi
il primo disco “Malamusica” con il quale inizia una carriera solista che lo porterà
a realizzare a tutt’oggi più di 15 cd tra i quali ricordiamo “Vite Perdite”,
“Viaggi fuori dai paraggi” ,”Conosci Victor Jara?” ,"Nia Maro", “Suonarne 1 per
educarne 100”, “Kronomakia”.

L’incontro con la cantante svedese Auli Kokko e' cruciale per rendere la sua
musica godibile ad un pubblico non solo appassionato di jazz. Con il suo gruppo,
“Art Ensemble of Soccavo”, partecipa a innumerevoli festival jazz o world in
Italia e soprattutto all’ estero. come il mitico Sziget Festival a Budapest o
il Womad di Bruxelles e Marsiglia. Produce musica per i film di Davide Ferrario,
Gabriele Salvatores, Antonietta De Lillo, Mario Martone, Gianfranco Pannone e
tanti altri. I suoi dischi, nonostante l’evidente propensione alla non “commerciabilità”,
scalano innumerevoli volte le classifiche italiane ed estere ("Viaggi fuori dai
paraggi" supera le 42.000 copie...). Non ama ripetere troppe volte la stessa
“scaletta” dal vivo, e spesso neanche i suoi musicisti sanno dove andrà. a “parare”
l’ esibizione della sera. Il cd “Lavorare stanca”, ha vinto nel 1997 il premio
Tenco come miglior album in dialetto e la nomination al Premio Italiano della
Musica (PIM).

Grazie a Daniele e Brigada per regalarci bellissime emozioni..con stima e tanto affetto..